In queste azioni di ricerca e sviluppo di metodologie e tecnologie sono coinvolti tutti i Dipartimenti del CNR, seppure con modi ed impegni diversificati, a testimonianza del carattere inter- e multi-disciplinare del settore. La presenza di queste competenze disseminate su tutto il territorio nazionale, lungi dall'essere fattore dispersivo, rappresenta un vantaggio e una opportunità aggiuntiva che il CNR possiede per dialogare e collaborare in modo credibile e proficuo con le diverse realtà locali. Come si può già rilevare dalla sommaria classificazione adottata, vi è uno sviluppo diseguale in termini quantitativi (non qualitativi) tra i vari settori. Ad esempio, accanto a punte di assoluta eccellenza nel campo della diagnostica, vi è una presenza ancora insoddisfacente di metodologie e tecnologie nel settore cruciale dell'intervento, della fruizione, della valorizzazione e della gestione del Patrimonio Culturale. Uno sforzo aggiuntivo è richiesto, nella progettazione e produzione di nuovi materiali, di metodologie innovative (sopratutto per il costruito monumentale), nella messa a punto di interventi di restauro adeguati e più in generale nello sviluppo di competenze nei settori dell'architettura, dell'ingegneria strutturistica, della scienza e tecnologia della costruzione e della chimica dei materiali. Va posto in essere da subito un forte collegamento con i Dipartimenti di riferimento, dove sono state sviluppate competenze molto interessanti per il Patrimonio Culturale. La ricognizione condotta, se da un lato fa emergere una certa frammentarietà delle ricerche condotte in parte riconducibile alla vastità e complessità negli studi connessi con il Patrimonio Culturale, e una carenza di competenze, in alcuni settori di vitale importanza, che va colmata anche con l'apporto di conoscenze, competenze metodologie e tecnologie attinte all'esterno del CNR (in primis dagli Istituti del Ministero, dei Beni Culturali, dagli altri Enti Pubblici, le Università e più in generale dal mondo dell'Impresa, specie per la messa a punto di adeguati test sul campo e interventi mirati sui cantieri, dall'altro indica un percorso virtuoso, che è già in atto, capace di trasformare le singole competenze in un progetto corale che sappia attivare la filiera conoscenza, diagnosi, intervento, conservazione, fruizione, valorizzazione, gestione. Le tecnologie approntate vanno quindi inserite in un percorso che porti alla redazione di un progetto complessivo che partendo dalla conoscenza di un bene, lo sappia descrivere in tutti i suoi aspetti di testimonianze, e da una diagnostica esauriente sul suo stato di conservazione e/o sulle patologie che lo affliggono, ponga la conservazione come atto centrale e decisivo, capace di permettere una successiva completa fruizione, e valorizzazione. L'estrema differenziazione delle competenze nell'ambito delle ricerche sul Patrimonio Culturale, le loro diverse tipologie (umanistiche, tecnico-scientifiche, economico-giuridiche e di comunicazione) e i differenti attori con cui ci si deve interagire (Ministero dei Beni e Attività Culturali attraverso le sue Strutture Centrali e periferiche, Enti Locali, Comuni e Regioni, strutture pubbliche e private che operano per la salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali), suggeriscono di sviluppare progetti partendo dalla costituzione di una organizzazione a rete o a matrice, capace di coniugare lo sviluppo delle notevoli e qualificate competenze in specifici settori ed ambiti con una progettualità corale che sappia valorizzare ed armonizzare le singole tecnologie nel più ampio contesto della salvaguardia e valorizzazione del Patrimonio Culturale.

Spazio Tecnologico della Ricerca . Ricognizione delle tecnologie per il Patrimonio Culturale

Angelo Ferrari;Pietro Alessandro Vigato
2007

Abstract

In queste azioni di ricerca e sviluppo di metodologie e tecnologie sono coinvolti tutti i Dipartimenti del CNR, seppure con modi ed impegni diversificati, a testimonianza del carattere inter- e multi-disciplinare del settore. La presenza di queste competenze disseminate su tutto il territorio nazionale, lungi dall'essere fattore dispersivo, rappresenta un vantaggio e una opportunità aggiuntiva che il CNR possiede per dialogare e collaborare in modo credibile e proficuo con le diverse realtà locali. Come si può già rilevare dalla sommaria classificazione adottata, vi è uno sviluppo diseguale in termini quantitativi (non qualitativi) tra i vari settori. Ad esempio, accanto a punte di assoluta eccellenza nel campo della diagnostica, vi è una presenza ancora insoddisfacente di metodologie e tecnologie nel settore cruciale dell'intervento, della fruizione, della valorizzazione e della gestione del Patrimonio Culturale. Uno sforzo aggiuntivo è richiesto, nella progettazione e produzione di nuovi materiali, di metodologie innovative (sopratutto per il costruito monumentale), nella messa a punto di interventi di restauro adeguati e più in generale nello sviluppo di competenze nei settori dell'architettura, dell'ingegneria strutturistica, della scienza e tecnologia della costruzione e della chimica dei materiali. Va posto in essere da subito un forte collegamento con i Dipartimenti di riferimento, dove sono state sviluppate competenze molto interessanti per il Patrimonio Culturale. La ricognizione condotta, se da un lato fa emergere una certa frammentarietà delle ricerche condotte in parte riconducibile alla vastità e complessità negli studi connessi con il Patrimonio Culturale, e una carenza di competenze, in alcuni settori di vitale importanza, che va colmata anche con l'apporto di conoscenze, competenze metodologie e tecnologie attinte all'esterno del CNR (in primis dagli Istituti del Ministero, dei Beni Culturali, dagli altri Enti Pubblici, le Università e più in generale dal mondo dell'Impresa, specie per la messa a punto di adeguati test sul campo e interventi mirati sui cantieri, dall'altro indica un percorso virtuoso, che è già in atto, capace di trasformare le singole competenze in un progetto corale che sappia attivare la filiera conoscenza, diagnosi, intervento, conservazione, fruizione, valorizzazione, gestione. Le tecnologie approntate vanno quindi inserite in un percorso che porti alla redazione di un progetto complessivo che partendo dalla conoscenza di un bene, lo sappia descrivere in tutti i suoi aspetti di testimonianze, e da una diagnostica esauriente sul suo stato di conservazione e/o sulle patologie che lo affliggono, ponga la conservazione come atto centrale e decisivo, capace di permettere una successiva completa fruizione, e valorizzazione. L'estrema differenziazione delle competenze nell'ambito delle ricerche sul Patrimonio Culturale, le loro diverse tipologie (umanistiche, tecnico-scientifiche, economico-giuridiche e di comunicazione) e i differenti attori con cui ci si deve interagire (Ministero dei Beni e Attività Culturali attraverso le sue Strutture Centrali e periferiche, Enti Locali, Comuni e Regioni, strutture pubbliche e private che operano per la salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali), suggeriscono di sviluppare progetti partendo dalla costituzione di una organizzazione a rete o a matrice, capace di coniugare lo sviluppo delle notevoli e qualificate competenze in specifici settori ed ambiti con una progettualità corale che sappia valorizzare ed armonizzare le singole tecnologie nel più ampio contesto della salvaguardia e valorizzazione del Patrimonio Culturale.
2007
Istituto per i Sistemi Biologici - ISB (ex IMC)
978-88-6178-099-6
Patrimonio culturale
Conservazione
Restauro
Fruizione
Valorizzazione
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/147794
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