Il merletto, arte muliebre dalle antiche origini, si evolve dalle semplici annodature delle reticelle egizie, trasformandosi nei secoli, in ricamo che crea motivi nelle sfilature con cordoncini barrette e pippiolini, a "punto in aria", eseguito senza più la necessità di un supporto tessile e raggiunge la sua piena maturità nel '500, secolo in cui prende forma e si snoda liberamente su disegni floreali e geometrici dalle perfette simmetrie e armonie proporzionali. Da questo periodo in poi, nascono e si sviluppano nuovi punti che caratterizzeranno le scuole e i luoghi di provenienza; così questa nobile arte si innesta via via nelle realtà locali, divenendo elemento fondamentale della tradizione. Nel suo cammino di crescita e di trasformazione, quest'arte passa dalle mani delle nobildonne che ricamano per diletto e gratificazione personale, a quelle di donne più umili che traggono sostentamento per le loro famiglie; in alcuni periodi storici, si verifica addirittura una riduzione in schiavitù delle merlettaie che venivano private della loro libertà e sradicate dalle famiglie per essere deportate in nazioni diverse dove esportavano le loro qualità tecniche; a volte, come nel caso delle venete portate in Francia, le famiglie di origine non ne avevano più notizie. Il merletto al tombolo che necessita di una tecnica di grande precisione e perfezione e, quindi, di tempi lunghi per la sua realizzazione e le grandi richieste di mercato obbligavano le poverette ad una produzione quasi da catena di montaggio con condizioni lavorative pessime. Con l'avvento della rivoluzione industriale e la meccanizzazione delle tecniche, si verifica la nascita del merletto meccanico; la sua introduzione sul mercato a costi e tempi di produzione dimezzati fa sì che il merletto al tombolo veda periodi di grande crisi che si alternano a periodi di rifioritura o revival. Il periodo delle Secessioni in Europa porta, ad esempio, una nuova linfa vitale, con la concezione dell'arte totale che deve servire a rivalutare gli oggetti d'uso, depauperati dalla meccanizzazione, restituendo loro dignità e una connotazione diversa. A seguito di ciò, nascono vere e proprie scuole che vedono l'inserimento di una figura di supporto, il disegnatore, un artista-tecnico che crea disegni ad hoc, attraverso veri e propri studi grafici per la creazione di nuovi motivi e si sperimentano nuove evoluzioni tecniche che contribuiscono a fare del ricamo una forma d'arte libera e non solo applicativa al tessile. Nei periodi in cui invece sparisce dalla ribalta, il ricamo resta nelle realtà locali che ne consentono la sopravvivenza e lo tramandano ai posteri: e proprio in questi periodi bui qualcuno pensa di documentarne l'esistenza attraverso raccolte e pubblicazioni che ne perpetuino la memoria. Dopo l'ultimo periodo di oscurità, si giunge così ai tempi recenti, quando per esigenze di confronto e di ricerca della documentazione nascono mostre e manifestazioni a livello internazionale, una per tutte la Biennale del Merletto di Sansepolcro nata dalla volontà del Centro Culturale e con un comitato scientifico di alto livello. Nel corso dei decenni, la Biennale attraverso un bando di concorso ha stimolato le merlettaie ad una produzione nuova che si discostasse da vecchi schemi e proponesse temi ispirati al mondo artistico in generale: ha consentito così l'esposizione di opere ed il confronto tra diverse scuole e nazioni, incentivando, di conseguenza, flussi turistici dall'Italia e dal mondo. Le connotazioni positive della Biennale non si fermano all'incremento turistico delle visite al circuito espositivo, ma vanno oltre lo specifico del settore, superando vecchi stilemi e ricercando nuove possibilità creative.
Il merletto. La tradizione nelle mani
Francesca Camilli
2007
Abstract
Il merletto, arte muliebre dalle antiche origini, si evolve dalle semplici annodature delle reticelle egizie, trasformandosi nei secoli, in ricamo che crea motivi nelle sfilature con cordoncini barrette e pippiolini, a "punto in aria", eseguito senza più la necessità di un supporto tessile e raggiunge la sua piena maturità nel '500, secolo in cui prende forma e si snoda liberamente su disegni floreali e geometrici dalle perfette simmetrie e armonie proporzionali. Da questo periodo in poi, nascono e si sviluppano nuovi punti che caratterizzeranno le scuole e i luoghi di provenienza; così questa nobile arte si innesta via via nelle realtà locali, divenendo elemento fondamentale della tradizione. Nel suo cammino di crescita e di trasformazione, quest'arte passa dalle mani delle nobildonne che ricamano per diletto e gratificazione personale, a quelle di donne più umili che traggono sostentamento per le loro famiglie; in alcuni periodi storici, si verifica addirittura una riduzione in schiavitù delle merlettaie che venivano private della loro libertà e sradicate dalle famiglie per essere deportate in nazioni diverse dove esportavano le loro qualità tecniche; a volte, come nel caso delle venete portate in Francia, le famiglie di origine non ne avevano più notizie. Il merletto al tombolo che necessita di una tecnica di grande precisione e perfezione e, quindi, di tempi lunghi per la sua realizzazione e le grandi richieste di mercato obbligavano le poverette ad una produzione quasi da catena di montaggio con condizioni lavorative pessime. Con l'avvento della rivoluzione industriale e la meccanizzazione delle tecniche, si verifica la nascita del merletto meccanico; la sua introduzione sul mercato a costi e tempi di produzione dimezzati fa sì che il merletto al tombolo veda periodi di grande crisi che si alternano a periodi di rifioritura o revival. Il periodo delle Secessioni in Europa porta, ad esempio, una nuova linfa vitale, con la concezione dell'arte totale che deve servire a rivalutare gli oggetti d'uso, depauperati dalla meccanizzazione, restituendo loro dignità e una connotazione diversa. A seguito di ciò, nascono vere e proprie scuole che vedono l'inserimento di una figura di supporto, il disegnatore, un artista-tecnico che crea disegni ad hoc, attraverso veri e propri studi grafici per la creazione di nuovi motivi e si sperimentano nuove evoluzioni tecniche che contribuiscono a fare del ricamo una forma d'arte libera e non solo applicativa al tessile. Nei periodi in cui invece sparisce dalla ribalta, il ricamo resta nelle realtà locali che ne consentono la sopravvivenza e lo tramandano ai posteri: e proprio in questi periodi bui qualcuno pensa di documentarne l'esistenza attraverso raccolte e pubblicazioni che ne perpetuino la memoria. Dopo l'ultimo periodo di oscurità, si giunge così ai tempi recenti, quando per esigenze di confronto e di ricerca della documentazione nascono mostre e manifestazioni a livello internazionale, una per tutte la Biennale del Merletto di Sansepolcro nata dalla volontà del Centro Culturale e con un comitato scientifico di alto livello. Nel corso dei decenni, la Biennale attraverso un bando di concorso ha stimolato le merlettaie ad una produzione nuova che si discostasse da vecchi schemi e proponesse temi ispirati al mondo artistico in generale: ha consentito così l'esposizione di opere ed il confronto tra diverse scuole e nazioni, incentivando, di conseguenza, flussi turistici dall'Italia e dal mondo. Le connotazioni positive della Biennale non si fermano all'incremento turistico delle visite al circuito espositivo, ma vanno oltre lo specifico del settore, superando vecchi stilemi e ricercando nuove possibilità creative.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.