Una campagna di rilievi sismici è stata progettata per studiare gli ambienti di transizione terra-mare. Le aree scelte come test sono state l'isola di Procida, che fa parte del distretto vulcanico dei Campi Flegrei, e l'isola di Ventotene, appartenente all'arcipelago Pontino. I settori di transizione terra-mare sono sistemi dinamici in continua e rapida evoluzione, strettamente connessi ad un contesto ambientale molto più complesso di quello che solitamente viene rappresentato. Tali settori, infatti, sono interessati da processi idrodinamici sia di breve periodo (maree, correnti, onde e venti) che su grande scala temporale (ad esempio, il cambiamento di posizione del livello del mare). L'evoluzione di tali aree è collegata a processi morfodinamici che sono propri dell'ambiente costiero e che, nel caso specifico, si trovano a interagire con i complessi fenomeni vulcanici. In una simile situazione, la giusta e corretta conoscenza geologica è legata anche alla caratterizzazione sismica dei depositi superficiali in termini sismo-stratigrafici e delle proprietà fisico meccaniche (velocità delle onde simiche, contrasti di impedenza, geometrie e spessori). Il gruppo di geofisica del CNR-IAMC di Napoli (Istituto per l'Ambiente Marino Costiero), coordinato dal dott. Vincenzo Di Fiore, ha effettuato nelle suddette aree dei test di acquisizione sismica per testare la metodologia ed eventualmente affinare la tecnica per raggiungere risultati più attendibili. Nella presente relazione vengono illustrate le procedure e l'equipaggiamento impiegato per l'esecuzione di tali indagini geofisiche. In particolare sono state svolte sia delle indagini sismiche a rifrazione che indagini MASW (Multichannel Analysis of Surface Waves ovvero Analisi Multicanale delle onde superficiali di Rayleigh) al fine di individuare spessori e geometrie dei litotipi e le caratteristiche sismostratigrafiche degli stessi. A tali scopi, nei due siti presi in esame, è stato acquisito un profilo sismico (figura 1) continuo terra-mare dalla lunghezza di 152.5 metri. L'idea è stata quella di acquisire i dati simultaneamente sulla terra emersa e sul fondo mare. E' stato per questo motivo utilizzato un cavo sismico con idrofoni (bay-cable) collegato ad un cavo sismico terrestre. E' stato impiegato il Minibang come sorgente energizzante.

Prospezione sismica terra-mare: l'esempio di Procida e Ventotene

Vincenzo Di Fiore;Gemma Aiello;Ines Alberico;Fabrizio Lirer;Nicola Pelosi;Michele Punzo;Daniela Tarallo;Laura Giordano;Francesco Paolo Buonocunto;Antimo Angelino;Michele Iavarone;Paolo Scotto di Vettimo;Salvatore Mazzola
2013

Abstract

Una campagna di rilievi sismici è stata progettata per studiare gli ambienti di transizione terra-mare. Le aree scelte come test sono state l'isola di Procida, che fa parte del distretto vulcanico dei Campi Flegrei, e l'isola di Ventotene, appartenente all'arcipelago Pontino. I settori di transizione terra-mare sono sistemi dinamici in continua e rapida evoluzione, strettamente connessi ad un contesto ambientale molto più complesso di quello che solitamente viene rappresentato. Tali settori, infatti, sono interessati da processi idrodinamici sia di breve periodo (maree, correnti, onde e venti) che su grande scala temporale (ad esempio, il cambiamento di posizione del livello del mare). L'evoluzione di tali aree è collegata a processi morfodinamici che sono propri dell'ambiente costiero e che, nel caso specifico, si trovano a interagire con i complessi fenomeni vulcanici. In una simile situazione, la giusta e corretta conoscenza geologica è legata anche alla caratterizzazione sismica dei depositi superficiali in termini sismo-stratigrafici e delle proprietà fisico meccaniche (velocità delle onde simiche, contrasti di impedenza, geometrie e spessori). Il gruppo di geofisica del CNR-IAMC di Napoli (Istituto per l'Ambiente Marino Costiero), coordinato dal dott. Vincenzo Di Fiore, ha effettuato nelle suddette aree dei test di acquisizione sismica per testare la metodologia ed eventualmente affinare la tecnica per raggiungere risultati più attendibili. Nella presente relazione vengono illustrate le procedure e l'equipaggiamento impiegato per l'esecuzione di tali indagini geofisiche. In particolare sono state svolte sia delle indagini sismiche a rifrazione che indagini MASW (Multichannel Analysis of Surface Waves ovvero Analisi Multicanale delle onde superficiali di Rayleigh) al fine di individuare spessori e geometrie dei litotipi e le caratteristiche sismostratigrafiche degli stessi. A tali scopi, nei due siti presi in esame, è stato acquisito un profilo sismico (figura 1) continuo terra-mare dalla lunghezza di 152.5 metri. L'idea è stata quella di acquisire i dati simultaneamente sulla terra emersa e sul fondo mare. E' stato per questo motivo utilizzato un cavo sismico con idrofoni (bay-cable) collegato ad un cavo sismico terrestre. E' stato impiegato il Minibang come sorgente energizzante.
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