Nel periodo cruciale per la storia italiana compreso tra il 1922 e il 1934, Giuseppe Gangale (1898-1978) fu dapprima animatore della rivista " Conscientia", edita dalla Scuola Teologica Battista di Roma, ed in seguito direttore della casa editrice Doxa, da lui fondata nel 1927. Gangale è stato finora considerato principalmente per la sua amicizia con Piero Gobetti e per l'impronta nettamente antifascista che caratterizzò la vita di "Conscientia", foglio vivace che ospitò tra gli altri, oltre a Gobetti, Antonio Banfi, Adriano Tilgher, Tommaso Fiore, Giovanni Miegge. Questo libro intende ripercorrere nel suo complesso il periodo "italiano" di Gangale (che lascerà l'Italia, lo studio della filosofia e la lotta per il protestantesimo nazionale nel 1934). Figura inquieta e complessa, "più calvinista di Calvino", Gangale fu tra i primi ad indagare e presentare al pubblico italiano figure di spicco della teologia europea come Troeltsch, Tillich e Barth, rompendo con l'indirizzo liberale che caratterizzava l'evangelismo italiano di quegli anni. Il suo progetto culturale si sviluppò con un costante confronto con il pensiero filosofico, in primo luogo con l'eredità dei due più forti filosofi del primo Novecento italiano, Croce e Gentile, che segnarono la sua formazione, poi attraverso la lettura di Hegel e di Kierkegaard, e, ancora, affrontando le tesi dei più significativi esponenti italiani ed europei della cosiddetta "cultura della crisi" diffusasi tra le due guerre mondiali.
Giuseppe Gangale. Filosofia e protestantesimo
Giovanni Rota
2003
Abstract
Nel periodo cruciale per la storia italiana compreso tra il 1922 e il 1934, Giuseppe Gangale (1898-1978) fu dapprima animatore della rivista " Conscientia", edita dalla Scuola Teologica Battista di Roma, ed in seguito direttore della casa editrice Doxa, da lui fondata nel 1927. Gangale è stato finora considerato principalmente per la sua amicizia con Piero Gobetti e per l'impronta nettamente antifascista che caratterizzò la vita di "Conscientia", foglio vivace che ospitò tra gli altri, oltre a Gobetti, Antonio Banfi, Adriano Tilgher, Tommaso Fiore, Giovanni Miegge. Questo libro intende ripercorrere nel suo complesso il periodo "italiano" di Gangale (che lascerà l'Italia, lo studio della filosofia e la lotta per il protestantesimo nazionale nel 1934). Figura inquieta e complessa, "più calvinista di Calvino", Gangale fu tra i primi ad indagare e presentare al pubblico italiano figure di spicco della teologia europea come Troeltsch, Tillich e Barth, rompendo con l'indirizzo liberale che caratterizzava l'evangelismo italiano di quegli anni. Il suo progetto culturale si sviluppò con un costante confronto con il pensiero filosofico, in primo luogo con l'eredità dei due più forti filosofi del primo Novecento italiano, Croce e Gentile, che segnarono la sua formazione, poi attraverso la lettura di Hegel e di Kierkegaard, e, ancora, affrontando le tesi dei più significativi esponenti italiani ed europei della cosiddetta "cultura della crisi" diffusasi tra le due guerre mondiali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.