Negli ultimi 10 anni L'Istituto per l'Ambiente Marino Costiero del CNR di Napoli ha svolto un'intenso lavoro di rilevamento a mare per la redazione di carte geologiche sperimentali su commessa dell'allora Servizio Geologico d'Italia (APAT). A partire dal 2003 il CNR-IAMC di Napoli ha ulteriormente incrementato la sua attività attraverso una Convenzione con il Servizio Geologico Regionale della Campania per un rilevamento geologico in scala 1:10.000 dell'intera fascia costiera compresa entro l'isobata dei 200 m della Regione Campania. In questo quadro sono stati acquisiti i necessari dati geofisici e geologici sulla piattaforma continentale e la scarpata tra i Golfi di Salerno e di Policastro (fogli geologici n. 486 "Foce Sele", n. 502 "Agropoli", n. 519 "Capo Palinuro", n. 520 "Sapri"), tra i quali va menzionata una batimetria Multibeam di alta risoluzione, che ha consentito la costruzione di un DEM (Digital Elevation Model) dell'area di estremo dettaglio. In questo quadro, sono stati anche acquisiti dati acustici Sidescan Sonar a copertura dell'area in studio per la costruzione di fotomosaici delle immagini acustiche del fondo mare. Questi, unitamente alla batimetria, hanno rappresentato la base per la cartografia geologica marina. L'interpretazione geologica integrata dei dati sismici, batimetrici e Sidescan Sonar è stata opportunamente calibrata da campionature del fondo e del sottofondo marino. Le strutture geologiche del sottofondo ed in generale le morfostrutture e le sequenze sismiche, che ricoprono gli estesi affioramenti di basamento acustico riconoscibili nell'area del foglio n. 502 Agropoli sono state l'oggetto di uno studio di dettaglio condotto con l'uso di sismica multicanale e monocanale di varua risoluzione e penetrazione, compresi i profilatori Subbottom Chirp. L'interpretazione di profili sismici di alta risoluzione (prevalentemente Subbottom Chirp) è stata un valido supporto per la ricostruzione dell'assetto stratigrafico-strutturale delle successioni quaternarie di piattaforma continentale nell'area marina ricadente nel foglio n. 502 "Agropoli", sovrastanti estese aree di affioramento del basamento acustico roccioso in corrispondenza dell'alto morfostrutturale di Punta Licosa. Tali aree di affioramento roccioso risultano dalla prosecuzione verso mare delle unità stratigrafico-strutturali estesamente affioranti a terra nell'antistante settore emerso del Promontorio del Cilento ("Flysch del Cilento" Auct.). Il Promontorio del Cilento costituisce un alto morfostrutturale, che si interpone tra le depressioni costiere della Piana del Sele-Golfo di Salerno e del Golfo di Policastro, i cui rilievi raggiungono anche i 1700 m di altezza. Tali rilievi sono costituiti da potenti successioni di sequenze torbiditiche silicoclastiche e carbonatiche ("Flysch del Cilento" Auct.), che immergono verso terra nei principali rilievi carbonatici dell'Appennino meridionale ("Unità Alburno-Cervati" Auct.). Faglie dirette di età quaternaria definiscono i bordi della struttura del Promontorio del Cilento. A parte le strutture carbonatiche di Capo Palinuro e Monte Bulgheria ed altri pochi affioramenti isolati, i rilievi montuosi e collinari che caratterizzano il Promontorio del Cilento sono formati da rocce terrigene che si sono accumulate all'interno di bacini profondi in un intervallo temporale compreso tra il Mesozoico superiore ed il Miocene superiore. La più antica di queste formazioni appartiene alle unità nord-calabresi (Bonardi et al., 1988), che rappresentano l'unità stratigrafico-strutturale più elevata di questo settore dell'Appennino meridionale. Nell'area del Cilento questa è rappresentata da una formazione di età compresa tra il Malm e l'Oligocene, composta da argille scure, marne e calcari marnosi, che raggiunge uno spessore di 1300 m. L'unità nord-calabrese è ricoperta da unità sinorogeniche del Miocene inferiore, che mostrano un grado di deformazione minore rispetto alle unità tettoniche sovrastanti. Il Flysch del Cilento include, dal basso verso l'alto, le Formazioni di Pollica, S. Mauro e Monte Sacro, con uno spessore totale di 1500 m (Bonardi et al., 1988). La complessa architettura stratigrafica dell'area marina in studio non sempre ha consentito una "canonica" applicazione dei principi e delle tecniche della stratigrafia sismica e sequenziale, indicati nelle linee guida per la redazione di cartografia geologica marina (Catalano et al., 1996; Fabbri et al., 2002). L'approccio cartografico realizzato, peraltro di natura sperimentale, si basa sul riconoscimento di sistemi deposizionali lateralmente coevi, inquadrabili nell'ambito dei system tracts della Sequenza Deposizionale Tardo-Quaternaria (SDTQ in Catalano et al., 1996). Le unità sismiche sono state successivamente interpretate in termini di sequenze deposizionali e le unconformities sono state invece interpretate in termini di limiti di sequenza di tipo 1 o di tipo 2, classificate in termini di unconformities locali, soprattutto alla sommità di sacche di materiale grossolano deposte all'interno di depressioni e/o canalizzazioni localizzate al top del basamento acustico. Va inoltre sottolineata la natura policiclica delle unconformities poste al top del basamento acustico, evidenziata dalle superfici terrazzate poste a varia altezza, che incidono il substrato acustico, evidenziando come questo sia stato soggetto a varie fasi di erosione/emersione, terrazzamento e inondazione progressiva in conseguenza delle variazioni glacio-eustatiche del livello marino durante il Quaternario superiore e del sollevamento tettonico (uplift) pleistocenico che ha interessato l'area in studio (Brancaccio et al., 1995). La carta geologica così realizzata presenta la distribuzione delle diverse unità litostratigrafiche affioranti sul fondo marino e dei principali lineamenti morfologici, ispirandosi alla normativa CARG (Catalano et al., 1996 e Gruppo di Lavoro per la Geologia Marina del Servizio Geologico Nazionale, Bozza n.. 3, 2002). Le principali unità stratigrafiche individuate attraverso l'analisi dei sedimenti di fondo mare appartengono alla Sequenza Deposizionale Tardo-Quaternaria; in essa sono riconoscibili l'evoluzione spazio-temporale e la migrazione laterale e verticale degli ambienti deposizionali marino costiero, di piattaforma continentale e di scarpata del ciclo glacio-eustatico pleistocenico superiore-olocenico. La successione stratigrafica oggetto del rilevamento registra le variazioni dell'accomodation space dei depositi tardo-quaternari durante l'ultimo ciclo glacio-eustatico del quarto ordine, compreso tra 128 ky B.P. (stage "Tirreniano") e l'attuale (stage isotopico Q5e in Catalano et al., 1996). Lo scopo principale è stata la rappresentazione cartografica delle associazioni di litofacies, i cui raggruppamenti formano "elementi deposizionali" (che sono in sostanza porzioni di system tracts), in relazione ai lineamenti morfostrutturali riconosciuti attraverso l'interpretazione geologica dei dati geofisici ed alla dinamica evolutiva degli ambienti sedimentari. In questo modo si è cercato di realizzare, in particolare per la geologia di superficie, un'integrazione tra approccio stratigrafico classico, approccio stratigrafico sequenziale e caratterizzazione dei sistemi e degli elementi deposizionali attuali e recenti. L'approccio cartografico utilizzato ha consentito inoltre di ottenere informazioni confrontabili con altri settori dei margini continentali italiani. L'ultima risalita del livello del mare tardo-quaternaria, con un'escursione di circa 120 m ed un tasso massimo dell'ordine dei 10 m per 1000 anni ha lasciato un'impronta sull'assetto morfologico e stratigrafico di tutti i margini continentali mondiali (Shackleton and Opdyke, 1973). I depositi associati a tale processo sono fortemente differenziati da zona a zona in funzione dei diversi apporti sedimentari, degli assetti morfologici e dei regimi oceanografici; cartografare questi depositi permette quindi di correlare le superfici guida (erosive e non deposizionali) e confrontare le facies, le geometrie interne e gli spessori dei depositi che registrano il processo di risalita del livello marino in modo differenziato sui vari margini. La legenda a corredo della cartografia geologica contiene la descrizione degli elementi geologici e di quelli morfologici. Gli elementi geologici areali sono rappresentati da due livelli sovrapposti: le classi tessiturali distinte secondo la classificazione di Folk '54, graficamente distinte con retinature; gli elementi deposizionali distinti con il colore pieno. La sovrapposizione dell'informazione ambientale su quella tessiturale consente una più completa lettura della cartografia, fornendo al tempo stesso informazioni geologiche ed ambientali. Gli elementi morfologici , sia areali che lineari, rappresentano un altro livello di sovrapposizione grafica alle informazioni di tipo geologico. Il substrato cenozoico (unità ssi in legenda) è costituito da rocce silicoclastiche di età Cenozoica ed è rappresentato da terreni afferenti al Flysch del Cilento Auct. Questo corrisponde al basamento acustico delle unità sedimentarie ed è rappresentato dall'area di subaffioramento delle rocce silicoclastiche di età cenozoica. L'unità ssi affiora estesamente nei settori di piattaforma interna ed in particolare nell'area posta al largo dell'alto strutturale di Punta Licosa, frequentemente terrazzato alla sommità da superfici erosive policicliche e ricoperto da estese coperture di Fanerogame marine, in presenza di coperture sedimentarie ridotte e/o assenti. L'ambiente litorale è caratterizzato dai depositi della spiaggia sommersa e del piede di falesia, particolarmente diffusi al piede delle falesie attuali, che sono incise nelle successioni arenacee e siltose della Formazione di Pollica ed in prossimità del Promontorio di Punta Licosa sottendono un ampio terrazzo di abrasione marina, posto a quote tra i 4 ed i 10 m sul livello del mare, che si estende dalla Piana di S. Marco fino alla Baia di Ogliastro Marina. I depositi della spiaggia sommersa (g8 in legenda) sono costituiti da ghiaie, ghiaie sabbiose e sabbie grossolane con ciottoli prevalentemente da arrotondati a subarrotondati, in scarsa matrice sabbiosa medio-fine, talora assente; da sabbie da grosse a medie talora ghiaiose ben classate, da arrotondate a subarrotondate, con ciottoli e blocchi sparsi; la matrice pelitica è scarsa o assente; da sabbie da medie a fini lito-bioclastiche, ben classate. I depositi del piede di falesia (g15 in legenda) sono costituiti da blocchi eterometrici di dimensioni variabili da metriche a decametriche di natura silicoclastica, prevalentemente a spigoli vivi e da ghiaie eterometriche scarsamente classate a tessitura eterogenea, con clasti di natura silicoclastica da poco elaborati a spigolosi, di dimensioni variabili da centimetriche fino a qualche metro. I depositi sono ubicati in corrispondenza di zone di raccordo tra i versanti di falesia acclivi e la piattaforma interna, caratterizzate da accumuli di materiale detritico localizzati a varie profondità. L'ambiente di piattaforma interna è caratterizzato dai depositi di piattaforma interna e dai depositi bioclastici. I depositi di piattaforma interna (g19) sono costituiti da sabbie grossolane lito-bioclastiche da poco classate a scarsamente classate, con matrice scarsa o assente; da sabbie da medie a fini lito-bioclastiche e da sabbie pelitiche fini e finissime; la frazione sabbiosa è costituita da frammenti bioclastici. Sono presenti a luoghi bande sabbiose allungate parallelamente alla linea di costa. Va segnalata la presenza di lineazioni da corrente con andamento perpendicolare alle isobate. I depositi bioclastici (g12) sono caratterizzati da ghiaie eterometriche, sabbie ghiaiose e sabbie prevalentemente bioclastiche in scarsa matrice pelitica; queste ultime rappresentano frequentemente la base di estese coperture a Fanerogame marine e sono localizzate alla sommità di estesi affioramenti del substrato cenozoico (unità ssi) correlabile con le unità del Flysch del Cilento Auct. L'ambiente di piattaforma esterna è caratterizzato dai depositi della piattaforma esterna e dai depositi bioclastici. I depositi di piattaforma esterna (g21) sono caratterizzati da sabbie medio-fini con litoclasti e bioclasti ed abbondanti rizomi di Fanerogame marine; da peliti e peliti sabbiose, ricche in piccoli Gasteropodi e Lamellibranchi, Vermetidi e piccoli bivalvi di tipo Cardium. Sono riconoscibili lineazioni legate all'azione di correnti di fondo. I depositi bioclastici (g12) sono costituiti da sabbie calcaree bioclastiche in abbondante matrice pelitica con abbondanti alghe calcaree tipiche dell'associazione del "detritico costiero infangato" Auct., poste a drappeggio della sommità di affioramenti di substrato cenozoico correlabili con le unità del Flysch del Cilento Auct. (unità ssi in legenda) nel settore occidentale dell'alto morfo-strutturale di Punta Licosa o alla sommità di depositi palinsesti di età tardo-pleistocenica. Il Systems tract di basso stazionamento (LST in legenda) è costituito da sabbie grossolane organogene contenenti abbondanti gusci interi e frammenti di Molluschi, valve di Arctica islandica (ospite freddo del Pleistocene), radioli di Echinidi e Briozoi, passanti verso l'alto, con contatto netto, a sabbie medie ed a coperture pelitiche di spessore variabile ma inferiore a 2 m. Si tratta di depositi littorali relitti organizzati in prismi costieri in appoggio sulle progradazioni di margine di piattaforma, che rappresentano porzioni di spiagge sommerse collegate all'ultimo stazionamento basso del livello del mare, in corrispondenza dello stadio isotopico 2. I depositi del Systems tract di basso stazionamento formano cordoni dunari con allungamento NW-SE, presenti nel settore sud-occidentale dell'area, a profondità comprese tra - 140 m e - 145 m. Le unità marine relitte pleistoceniche (m10 in legenda) sono costituite da depositi marini da grossolani a fini, probabilmente costituiti da sabbie e ghiaie ben cernite con frammenti bioclastici e da sabbie medio-fini con copertura pelitica di spessore variabile ma inferiore a 2 m, localizzati nei quadranti nord-occidentale e sud-occidentale dell'area, che costituiscono palinsesti di ambienti di spiaggia e di piattaforma continentale. I depositi, stratigraficamente sottostanti il systems tract di basso stazionamento rappresentano le parti rimanenti di sistemi di spiaggia di età più antica, correlabili agli stadi isotopici 4 e 3.
Bozza - Note illustrative della Carta Geologica d'Italia alla scala 1:50.000 - foglio n. 502 "Agropoli"
Gemma Aiello;Ennio Marsella;
2010
Abstract
Negli ultimi 10 anni L'Istituto per l'Ambiente Marino Costiero del CNR di Napoli ha svolto un'intenso lavoro di rilevamento a mare per la redazione di carte geologiche sperimentali su commessa dell'allora Servizio Geologico d'Italia (APAT). A partire dal 2003 il CNR-IAMC di Napoli ha ulteriormente incrementato la sua attività attraverso una Convenzione con il Servizio Geologico Regionale della Campania per un rilevamento geologico in scala 1:10.000 dell'intera fascia costiera compresa entro l'isobata dei 200 m della Regione Campania. In questo quadro sono stati acquisiti i necessari dati geofisici e geologici sulla piattaforma continentale e la scarpata tra i Golfi di Salerno e di Policastro (fogli geologici n. 486 "Foce Sele", n. 502 "Agropoli", n. 519 "Capo Palinuro", n. 520 "Sapri"), tra i quali va menzionata una batimetria Multibeam di alta risoluzione, che ha consentito la costruzione di un DEM (Digital Elevation Model) dell'area di estremo dettaglio. In questo quadro, sono stati anche acquisiti dati acustici Sidescan Sonar a copertura dell'area in studio per la costruzione di fotomosaici delle immagini acustiche del fondo mare. Questi, unitamente alla batimetria, hanno rappresentato la base per la cartografia geologica marina. L'interpretazione geologica integrata dei dati sismici, batimetrici e Sidescan Sonar è stata opportunamente calibrata da campionature del fondo e del sottofondo marino. Le strutture geologiche del sottofondo ed in generale le morfostrutture e le sequenze sismiche, che ricoprono gli estesi affioramenti di basamento acustico riconoscibili nell'area del foglio n. 502 Agropoli sono state l'oggetto di uno studio di dettaglio condotto con l'uso di sismica multicanale e monocanale di varua risoluzione e penetrazione, compresi i profilatori Subbottom Chirp. L'interpretazione di profili sismici di alta risoluzione (prevalentemente Subbottom Chirp) è stata un valido supporto per la ricostruzione dell'assetto stratigrafico-strutturale delle successioni quaternarie di piattaforma continentale nell'area marina ricadente nel foglio n. 502 "Agropoli", sovrastanti estese aree di affioramento del basamento acustico roccioso in corrispondenza dell'alto morfostrutturale di Punta Licosa. Tali aree di affioramento roccioso risultano dalla prosecuzione verso mare delle unità stratigrafico-strutturali estesamente affioranti a terra nell'antistante settore emerso del Promontorio del Cilento ("Flysch del Cilento" Auct.). Il Promontorio del Cilento costituisce un alto morfostrutturale, che si interpone tra le depressioni costiere della Piana del Sele-Golfo di Salerno e del Golfo di Policastro, i cui rilievi raggiungono anche i 1700 m di altezza. Tali rilievi sono costituiti da potenti successioni di sequenze torbiditiche silicoclastiche e carbonatiche ("Flysch del Cilento" Auct.), che immergono verso terra nei principali rilievi carbonatici dell'Appennino meridionale ("Unità Alburno-Cervati" Auct.). Faglie dirette di età quaternaria definiscono i bordi della struttura del Promontorio del Cilento. A parte le strutture carbonatiche di Capo Palinuro e Monte Bulgheria ed altri pochi affioramenti isolati, i rilievi montuosi e collinari che caratterizzano il Promontorio del Cilento sono formati da rocce terrigene che si sono accumulate all'interno di bacini profondi in un intervallo temporale compreso tra il Mesozoico superiore ed il Miocene superiore. La più antica di queste formazioni appartiene alle unità nord-calabresi (Bonardi et al., 1988), che rappresentano l'unità stratigrafico-strutturale più elevata di questo settore dell'Appennino meridionale. Nell'area del Cilento questa è rappresentata da una formazione di età compresa tra il Malm e l'Oligocene, composta da argille scure, marne e calcari marnosi, che raggiunge uno spessore di 1300 m. L'unità nord-calabrese è ricoperta da unità sinorogeniche del Miocene inferiore, che mostrano un grado di deformazione minore rispetto alle unità tettoniche sovrastanti. Il Flysch del Cilento include, dal basso verso l'alto, le Formazioni di Pollica, S. Mauro e Monte Sacro, con uno spessore totale di 1500 m (Bonardi et al., 1988). La complessa architettura stratigrafica dell'area marina in studio non sempre ha consentito una "canonica" applicazione dei principi e delle tecniche della stratigrafia sismica e sequenziale, indicati nelle linee guida per la redazione di cartografia geologica marina (Catalano et al., 1996; Fabbri et al., 2002). L'approccio cartografico realizzato, peraltro di natura sperimentale, si basa sul riconoscimento di sistemi deposizionali lateralmente coevi, inquadrabili nell'ambito dei system tracts della Sequenza Deposizionale Tardo-Quaternaria (SDTQ in Catalano et al., 1996). Le unità sismiche sono state successivamente interpretate in termini di sequenze deposizionali e le unconformities sono state invece interpretate in termini di limiti di sequenza di tipo 1 o di tipo 2, classificate in termini di unconformities locali, soprattutto alla sommità di sacche di materiale grossolano deposte all'interno di depressioni e/o canalizzazioni localizzate al top del basamento acustico. Va inoltre sottolineata la natura policiclica delle unconformities poste al top del basamento acustico, evidenziata dalle superfici terrazzate poste a varia altezza, che incidono il substrato acustico, evidenziando come questo sia stato soggetto a varie fasi di erosione/emersione, terrazzamento e inondazione progressiva in conseguenza delle variazioni glacio-eustatiche del livello marino durante il Quaternario superiore e del sollevamento tettonico (uplift) pleistocenico che ha interessato l'area in studio (Brancaccio et al., 1995). La carta geologica così realizzata presenta la distribuzione delle diverse unità litostratigrafiche affioranti sul fondo marino e dei principali lineamenti morfologici, ispirandosi alla normativa CARG (Catalano et al., 1996 e Gruppo di Lavoro per la Geologia Marina del Servizio Geologico Nazionale, Bozza n.. 3, 2002). Le principali unità stratigrafiche individuate attraverso l'analisi dei sedimenti di fondo mare appartengono alla Sequenza Deposizionale Tardo-Quaternaria; in essa sono riconoscibili l'evoluzione spazio-temporale e la migrazione laterale e verticale degli ambienti deposizionali marino costiero, di piattaforma continentale e di scarpata del ciclo glacio-eustatico pleistocenico superiore-olocenico. La successione stratigrafica oggetto del rilevamento registra le variazioni dell'accomodation space dei depositi tardo-quaternari durante l'ultimo ciclo glacio-eustatico del quarto ordine, compreso tra 128 ky B.P. (stage "Tirreniano") e l'attuale (stage isotopico Q5e in Catalano et al., 1996). Lo scopo principale è stata la rappresentazione cartografica delle associazioni di litofacies, i cui raggruppamenti formano "elementi deposizionali" (che sono in sostanza porzioni di system tracts), in relazione ai lineamenti morfostrutturali riconosciuti attraverso l'interpretazione geologica dei dati geofisici ed alla dinamica evolutiva degli ambienti sedimentari. In questo modo si è cercato di realizzare, in particolare per la geologia di superficie, un'integrazione tra approccio stratigrafico classico, approccio stratigrafico sequenziale e caratterizzazione dei sistemi e degli elementi deposizionali attuali e recenti. L'approccio cartografico utilizzato ha consentito inoltre di ottenere informazioni confrontabili con altri settori dei margini continentali italiani. L'ultima risalita del livello del mare tardo-quaternaria, con un'escursione di circa 120 m ed un tasso massimo dell'ordine dei 10 m per 1000 anni ha lasciato un'impronta sull'assetto morfologico e stratigrafico di tutti i margini continentali mondiali (Shackleton and Opdyke, 1973). I depositi associati a tale processo sono fortemente differenziati da zona a zona in funzione dei diversi apporti sedimentari, degli assetti morfologici e dei regimi oceanografici; cartografare questi depositi permette quindi di correlare le superfici guida (erosive e non deposizionali) e confrontare le facies, le geometrie interne e gli spessori dei depositi che registrano il processo di risalita del livello marino in modo differenziato sui vari margini. La legenda a corredo della cartografia geologica contiene la descrizione degli elementi geologici e di quelli morfologici. Gli elementi geologici areali sono rappresentati da due livelli sovrapposti: le classi tessiturali distinte secondo la classificazione di Folk '54, graficamente distinte con retinature; gli elementi deposizionali distinti con il colore pieno. La sovrapposizione dell'informazione ambientale su quella tessiturale consente una più completa lettura della cartografia, fornendo al tempo stesso informazioni geologiche ed ambientali. Gli elementi morfologici , sia areali che lineari, rappresentano un altro livello di sovrapposizione grafica alle informazioni di tipo geologico. Il substrato cenozoico (unità ssi in legenda) è costituito da rocce silicoclastiche di età Cenozoica ed è rappresentato da terreni afferenti al Flysch del Cilento Auct. Questo corrisponde al basamento acustico delle unità sedimentarie ed è rappresentato dall'area di subaffioramento delle rocce silicoclastiche di età cenozoica. L'unità ssi affiora estesamente nei settori di piattaforma interna ed in particolare nell'area posta al largo dell'alto strutturale di Punta Licosa, frequentemente terrazzato alla sommità da superfici erosive policicliche e ricoperto da estese coperture di Fanerogame marine, in presenza di coperture sedimentarie ridotte e/o assenti. L'ambiente litorale è caratterizzato dai depositi della spiaggia sommersa e del piede di falesia, particolarmente diffusi al piede delle falesie attuali, che sono incise nelle successioni arenacee e siltose della Formazione di Pollica ed in prossimità del Promontorio di Punta Licosa sottendono un ampio terrazzo di abrasione marina, posto a quote tra i 4 ed i 10 m sul livello del mare, che si estende dalla Piana di S. Marco fino alla Baia di Ogliastro Marina. I depositi della spiaggia sommersa (g8 in legenda) sono costituiti da ghiaie, ghiaie sabbiose e sabbie grossolane con ciottoli prevalentemente da arrotondati a subarrotondati, in scarsa matrice sabbiosa medio-fine, talora assente; da sabbie da grosse a medie talora ghiaiose ben classate, da arrotondate a subarrotondate, con ciottoli e blocchi sparsi; la matrice pelitica è scarsa o assente; da sabbie da medie a fini lito-bioclastiche, ben classate. I depositi del piede di falesia (g15 in legenda) sono costituiti da blocchi eterometrici di dimensioni variabili da metriche a decametriche di natura silicoclastica, prevalentemente a spigoli vivi e da ghiaie eterometriche scarsamente classate a tessitura eterogenea, con clasti di natura silicoclastica da poco elaborati a spigolosi, di dimensioni variabili da centimetriche fino a qualche metro. I depositi sono ubicati in corrispondenza di zone di raccordo tra i versanti di falesia acclivi e la piattaforma interna, caratterizzate da accumuli di materiale detritico localizzati a varie profondità. L'ambiente di piattaforma interna è caratterizzato dai depositi di piattaforma interna e dai depositi bioclastici. I depositi di piattaforma interna (g19) sono costituiti da sabbie grossolane lito-bioclastiche da poco classate a scarsamente classate, con matrice scarsa o assente; da sabbie da medie a fini lito-bioclastiche e da sabbie pelitiche fini e finissime; la frazione sabbiosa è costituita da frammenti bioclastici. Sono presenti a luoghi bande sabbiose allungate parallelamente alla linea di costa. Va segnalata la presenza di lineazioni da corrente con andamento perpendicolare alle isobate. I depositi bioclastici (g12) sono caratterizzati da ghiaie eterometriche, sabbie ghiaiose e sabbie prevalentemente bioclastiche in scarsa matrice pelitica; queste ultime rappresentano frequentemente la base di estese coperture a Fanerogame marine e sono localizzate alla sommità di estesi affioramenti del substrato cenozoico (unità ssi) correlabile con le unità del Flysch del Cilento Auct. L'ambiente di piattaforma esterna è caratterizzato dai depositi della piattaforma esterna e dai depositi bioclastici. I depositi di piattaforma esterna (g21) sono caratterizzati da sabbie medio-fini con litoclasti e bioclasti ed abbondanti rizomi di Fanerogame marine; da peliti e peliti sabbiose, ricche in piccoli Gasteropodi e Lamellibranchi, Vermetidi e piccoli bivalvi di tipo Cardium. Sono riconoscibili lineazioni legate all'azione di correnti di fondo. I depositi bioclastici (g12) sono costituiti da sabbie calcaree bioclastiche in abbondante matrice pelitica con abbondanti alghe calcaree tipiche dell'associazione del "detritico costiero infangato" Auct., poste a drappeggio della sommità di affioramenti di substrato cenozoico correlabili con le unità del Flysch del Cilento Auct. (unità ssi in legenda) nel settore occidentale dell'alto morfo-strutturale di Punta Licosa o alla sommità di depositi palinsesti di età tardo-pleistocenica. Il Systems tract di basso stazionamento (LST in legenda) è costituito da sabbie grossolane organogene contenenti abbondanti gusci interi e frammenti di Molluschi, valve di Arctica islandica (ospite freddo del Pleistocene), radioli di Echinidi e Briozoi, passanti verso l'alto, con contatto netto, a sabbie medie ed a coperture pelitiche di spessore variabile ma inferiore a 2 m. Si tratta di depositi littorali relitti organizzati in prismi costieri in appoggio sulle progradazioni di margine di piattaforma, che rappresentano porzioni di spiagge sommerse collegate all'ultimo stazionamento basso del livello del mare, in corrispondenza dello stadio isotopico 2. I depositi del Systems tract di basso stazionamento formano cordoni dunari con allungamento NW-SE, presenti nel settore sud-occidentale dell'area, a profondità comprese tra - 140 m e - 145 m. Le unità marine relitte pleistoceniche (m10 in legenda) sono costituite da depositi marini da grossolani a fini, probabilmente costituiti da sabbie e ghiaie ben cernite con frammenti bioclastici e da sabbie medio-fini con copertura pelitica di spessore variabile ma inferiore a 2 m, localizzati nei quadranti nord-occidentale e sud-occidentale dell'area, che costituiscono palinsesti di ambienti di spiaggia e di piattaforma continentale. I depositi, stratigraficamente sottostanti il systems tract di basso stazionamento rappresentano le parti rimanenti di sistemi di spiaggia di età più antica, correlabili agli stadi isotopici 4 e 3.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.