Queste note sono a corredo degli originali d'autore della carta geologica marina in scala 1:25.000 elaborata dall'Istituto Geomare Sud, oggi Istituto per l'Ambiente Marino Costiero IAMC, CNR di Napoli nel quadro dell'Accordo di Programma tra il Servizio Geologico Nazionale (APAT) ed il Consiglio Nazionale delle Ricerche per la realizzazione ed informatizzazione di cartografia geologica in scala 1:50.000 del foglio geologico n. 465 "Procida". Vengono qui presentate le note geologiche descrittive del foglio. Nel foglio geologico n. 465 "Procida" su un totale di 622 km2 di superficie totale circa 10 km2 sono rappresentati da terre emerse e 612 km2 da aree marine: il foglio geologico comprende infatti gran parte del Golfo di Napoli. La fascia batimetrica 0/200 m si estende per 378 km2 e rappresenta circa il 60,8 % del totale della superficie del foglio. La linea di costa si estende per un totale di 39,4 km circa. Nell'aprile del 1997 veniva affidata all'Istituto di Ricerca del CNR "Geomare Sud" la realizzazione sperimentale di carte geologiche marine alla scala 1:50.000 relative ai fogli "Salerno" (n. 467), "Sorrento" (n. 466) e "Procida" (n. 465) nel quadro dell'accordo di programma tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Servizio Geologico Nazionale ed il Consiglio Nazionale delle Ricerche. Tale progetto prevede che il rilevamento della cartografia geologica marina sia effettuato alla scala 1:25.000 e restituito ed informatizzato in scala 1:50.000. Inoltre, alla stessa scala e con accordi tra l'Istituto Geomare sud ed il Servizio Geologico Nazionale (che non prevedevano ulteriori finanziamenti) è programmata la copertura delle aree costiere che ricadono nei fogli "Termini" (n. 485) e "Capri" (n. 484). Per l'intero progetto ricordato (che per semplicità verrà definito come CARG-Nazionale) l'Istituto Geomare Sud ha goduto di finanziamenti nel quadro dell'accordo di programma tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Servizio Geologico Nazionale ed il Consiglio Nazionale delle Ricerche per 1,5 miliardi comprensivi di IVA. La rendicontazione ed i prodotti elaborati fino ad ora sono a conoscenza del Servizio Geologico Nazionale mediante una serie di relazioni (S.A.L.). La responsabilità scientifica del progetto è affidata al Prof. Bruno D'Argenio ( allora Direttore dell'Istituto di Ricerca "Geomare Sud"). Nella seconda metà del 1999, ed in varie occasioni, il Settore Geotecnica, Geotermia e Difesa Suolo che coordina le attività CARG nell'ambito della Regione Campania, richiedeva all'Istituto Geomare Sud una valutazione di progetto ed economica per il completamento dei fogli geologici alla scala 1:50.000 rilevati alla scala 1:10.000 e fino all'isobata dei - 200 m per il fogli di seguito elencati: "Sapri" (n. 520), "Capo Palinuro" (n. 519), "Agropoli" (n. 502), "Foce Sele" (n. 486), "Ischia" (n. 464), "Napoli" (n. 446-447), "Termini" (n. 485), "Capri" (n. 484), "Mondragone" (n. 429) e "Sessa Aurunca" (n. 416) con rilevamento fino ad includere l'unità fisiografica del Promontorio di Gaeta. Nella prima metà del 2001 la Regione Campania (delibera n. 15/09 del 12/04/01) ha previsto il finanziamento delle carte geologiche marine con modalità CARG in collaborazione con l'Istituto di Ricerca del Consiglio Nazionale delle Ricerche, per il completamento dei fogli geologici alla scala 1:50.000 rilevati fino alla scala 1:10.000 e fino all'isobata dei - 200 m per il fogli di seguito elencati: Sapri" (n. 520), "Capo Palinuro" (n. 519), "Agropoli" (n. 502), "Foce Sele" (n. 486), "Ischia" (n. 464), "Napoli" (n. 446-447). La responsabilità scientifica di tale progetto è stata affidata al Dott. Ennio Marsella. Nella seconda metà del 2001 a supporto del "Piano Stralcio per l'Erosione Costiera" finanziato dalle Autorità di Bacino Regionale Sarno, Nord-occidentale e Liri-Garigliano-Volturno, il Settore Geotecnica Geotermia e Difesa Suolo della Regione Campania richiedeva all'Istituto Geomare Sud una valutazione di progetto ed economica per il completamento dei fogli geologici alla scala 1:50.000 in ambito CARG rilevati, questa volta alla scala 1:5.000 ed 1:10.000 nelle aree costiere con particolare riguardo alla zone comprese tra la linea di riva fino all'isobata dei - 20 m, fermo restante la possibilità di estendere il rilevamento ad una scala adeguata fino all'isobata dei - 200, per i fogli (o parte di essi) che insistono nelle aree di competenza delle Autorità di Bacino prima ricordate. Nel novembre 2001 il Settore Geotecnica Geotermia e Difesa Suolo della Regione Campania produceva un documento complessivo, sottoposto per il relativo finanziamento, alle Autorità di Bacino regionale Sarno, Nord-Occidentale e Liri-Garigliano-Volturno nel quale erano indicate le linee generali, le modalità e la stima economica dei costi proposta da vari gruppi (Geologia Subacquea, Geologia Marina, Morfodinamica Costiera), che coordinati dal settore competente della Regione Campania avrebbero dovuto curare la realizzazione dell'intero progetto. Appare chiaro, dalla storia fino a questa fase ricostruita che il progetto di cartografia geologica marina si è progressivamente spostato da una fase sperimentale iniziale con caratteri di Geologia Regionale (basti pensare che nel progetto inizialmente affidato al Geomare Sud erano comprese le parti profonde dei canyons Dohrn e Magnaghi nel Golfo di Napoli) ad una fase completamente diversa che, per esigenze di programmazione regionale e gestione del territorio prevede rilevamenti di dettaglio in scala 1:10.000. Questo progressivo spostamento del baricentro delle ricerche dalle scale iniziali generali a quelle di dettaglio delle ultime proposte (che sottintendono specifiche di acquisizione differenti) pone problemi non trascurabili per l'omogeneità dei dati raccolti negli anni, non solo per il cambio di scala che i nuovi progetti richiedono ma anche per il divario tecnologico delle attrezzature usate per la raccolta di dati. Va ricordato che il progetto CARG Nazionale per la realizzazione della cartografia geologica marina dei fogli "Salerno" (n. 467), "Sorrento" (n. 466) e "Procida" con un rilevamento in scala 1:25.000 può considerarsi contiguo al progetto CARG-Regione Campania di realizzazione di cartografia geologica marina della Regione Campania in scala 1:10.000 entro l'isobata dei - 200 m di porofondità, ma non in grado di rispondere , a meno di un adeguamento tecnico-scientifico (e di conseguenza anche economico), alle nuove specifiche richieste dal progetto CARG-Regionale. TAVOLETTA N. 1 (scala 1: 25.000) La tavoletta n. 1 del foglio n. 465 "Procida" (scala 1: 25.000) presenta, come principale unità morfologica e deposizionale la piattaforma continentale della città di Napoli, fino alla collina di Posillipo, dove il ciglio della piattaforma presenta un probabile controllo tettonico e si trova in corrispondenza dei - 90 m di profondità. In quest'area uno degli elementi fisiografici più importanti è rappresentato dalla falesia di Posillipo, intagliata nei depositi del Tufo Giallo Napoletano, in forte arretramento ed interessata da fenomeni di scalzamento al piede, che portano alla formazione di accumuli di blocchi in corrispondenza di nicchie di distacco significative. Al piede della falesia di Posillipo è presente la sequenza tardo-quaternaria, corrispondente all'ultimo ciclo glacio-eustatico, caratterizzata da system tracts progradanti di regressione forzata al piede di scarpata, seguite da una sequenza retrogradante in piattaforma, che rappresenta il trasgressive system tract e da depositi olocenici di highstand. Due principali unità sono presenti in quest'area, riconosciute in base all'analisi di profili Subbottom Chirp (Aiello et al., 2001), calibrata dall'analisi delle campionature di fondo mare. La prima unità (unità vs in legenda) è localizzata su un settore di piattaforma interna antistante il litorale vesuviano caratterizzato da deposizione di unità vulcano-sedimentarie rielaborate iu ambiente marino prossimale. I depositi sono costituiti da peliti sabbiose con intercalazioni di sabbie vulcaniche e di rari bioclasti, in giacitura caotica e con spessori che raggiungono i 10 m nelle aree depocentrali. L'unità vs, ampiamente presente sulla piattaforma continentale tra Torre del Greco e Napoli, segna probabilmente l'entrata in mare dei flussi piroclastici dell'attività vesuviana recente (2 ky; Aiello et al., 2001). L'aspetto acustico dell'unità, caratterizzata da forte caoticità dei riflettori sismici (per l'aspetto acustico dell'unità si veda il profilo sismico SO18) suggerisce un'intenso controllo da parte di processi vulcano-sedimentari, che hanno controllato la messa in posto di depositi di tipo lahars, controllati da episodi eruttivi o di tipo mud flows. Verso ovest l'unità vs passa lateralmente ad un'ampia zona, localizzata sulla piattaforma esterna antistante la città di Napoli tra le isobate dei - 140 m e dei - 180 m di profondità, caratterizzata da anomalie batimetriche di forma subcircolare, corrispondenti ad alti morfologici di forma bombata, con una facies acustica trasparente, affioranti al fondo mare o parzialmente ricoperti da sedimento. Tali strutture, caratterizzate da alternanze di sabbie vulcanogeniche e di spessi livelli pomicei (Aiello et al., 2001; Sacchi et al.. 2000) sono state interpretate come diapiri piroclastici (D'Argenio et al., 2004) ed appaiono radicate nella parte sommitale dell'unità sismica corrispondente al "Tufo Giallo Napoletano" (Cole and Scarpati, 1993; Scarpati et al., 1993), che è stata riconosciuta in questo settore del Golfo di Napoli (si veda il profilo Sparker SPK3). L'unità, cartografata in legenda come Transgressive System Tract, in quanto precedente i depositi dell'Highstand System Tract della sequenza tardo-quaternaria è caratterizzata da depositi palinsesti di ambiente di piattaforma continentale. Il limite dell'isobata dei - 200 m di profondità coincide con la testata del canale de "l'Ammontatura", geneticamente collegato con il braccio occidentale del canyon Dohrn e caratterizzato da un fondo piatto e da argini asimmetrici. In corrispondenza dell'Ammontatura è presente un bacino di piattaforma esterna-scarpata superiore, caratterizzato da basse pendenze e da un regime deposizionale complesso, con alternanze di intervalli risedimentati e di tephra vulcanici (Insinga, 1999; Tesi di laurea svolta presso l'Istituto di Ricerca del CNR "Geomare Sud" di Napoli" ed il Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università degli Studi di Napoli "Federico II"). La formazione del canale dell'Ammontatura pre-data la formazione dell'edificio vulcanico relitto del Banco di Nisida, come evidenziato dalla brusca terminazione del Canale dell'Ammontatura in corrispondenza del banco stesso (Aiello et al., 2001). TAVOLETTA N. 2 (scala 1: 25.000) La tavoletta n. 2 del foglio n. 465 "Procida" (scala 1: 25.000) presenta, come principale elemento morfologico e deposizionale, la piattaforma continentale ad ovest della Penisola Sorrentina; il ciglio della piattaforma continentale è ubicato in corrispondenza dell'isobata dei - 140 m di profondità. Questa zona è caratterizzata dalla presenza, nel sottofondo marino ed a fondo mare di affioramenti sabbiosi relitti, deposti durante la regressione wurmiana (18 ky) affioranti a fondo mare o ricoperti da un sottile drappeggio di sedimenti olocenici. Sono inoltre presenti affioramenti rocciosi delle unità carbonatiche meso-cenozoiche, geneticamente collegati all'alto strutturale della Penisola Sorrentina ("Scoglio del Vervece") ed altri affioramenti minori (unità sci in legenda). Il limite della carta coincide con il braccio orientale del canyon Dohrn, che decorre lungo l'isobata dei - 200 m di profondità. Il braccio orientale del canyon è alimentato lateralmente da numerosi canali tributari, alcuni dei quali appaiono tettonicamente controllati (vedi fig. 2.2). Evidenze di carattere sismostratigrafico suggeriscono un collegamento genetico tra questo braccio del canyon ed il sistema di paleo-drenaggio del fiume Sarno durante periodi di abbassamento eustatico del livello marino. Va inoltre menzionata la presenza, in corrispondenza della testata del braccio orientale, di morfologie relitte della piattaforma continentale medio-tardo pleistocenica, caratterizzate da orizzonti progradanti ed ascrivibili al cuneo progradante alimentato dal paleo-alveo del fiume Sarno, ampiamente documentato in base ai profili sismici nel settore orientale del Golfo di Napoli (Milia, 1996; Aiello et al., 2001; Marsella et al., 2002). Queste sono state indicate in legenda come unità marine relitte pleistoceniche (upt) e hanno una probabile età del Pleistocene medio-superiore (precedente i depositi della sequenza tardo-quaternaria). I depositi corrispondenti sono caratterizzati da sabbie e ghiaie ben cernite, con vari frammenti bioclastici (tra cui Gasteropodi e Molluschi), da sabbie e ghiaie ben cernite e da sabbie medio-fini con frammenti di Gasteropodi, Lamellibranchi e Briozoi. I depositi si rinvengono in corrispondenza di due relitti morfologici ubicati in corrispondenza della testata del braccio orientale del canyon Dohrn e costituiscono dei palinsesti di ambiente di piattaforma e di spiaggia. TAVOLETTE N. 3 e 4 (scala 1: 25.000) Le tavolette n. 3 e n. 4 del foglio 465 "Procida" (scala 1: 25.000) comprendono la piattaforma continentale dei Campi Flegrei ed il settore esterno del Golfo di Pozzuoli. L'unità fisiografica del Golfo di Pozzuoli rappresenta una zona di sprofondamento vulcano-tettonico, caratterizzata da fratture anulari e radiali, geneticamente collegata alla ampia struttura calderica (caldera flegrea), del diametro di circa 12 km, che è l'elemento strutturale che caratterizza l'area flegrea secondo gli schemi di Rosi et al. (1983) e di Armenti et al. (1983). Questi autori individuano un'attività vulcanica pre-calderica, che culmina con l'emissione dell'Ignimbrite Campana, datata a 35 ky B.P.m, un'attività vulcanica post-calderica, che si sviluppa all'interno della zona collassata in tre fasi ben distinte: - fase A con vulcanismo sottomarino da 35.000 a 10.500 anni; - fase B da 10.500 anni a 8000 anni con vulcanismo subaereo ed emissione del Tufo Giallo; - fase C da 4500 anni al 1538 D.C. con la formazione di una serie di vulcani che si sono spostati gradualmente dai margini della caldera verso il centro e cioè verso il Golfo di Pozzuoli. Altri autori, come Di Girolamo et al. (1984) sottolineano invece l'importanza del Tufo Giallo Napoletano, proveniente da un unico importante centro eruttivo; tale vulcano avrebbe subito, dopo l'eruzione del Tufo Giallo, un unico importante collasso vulcano-tettonico secondo linee di dislocazione regionali ad andamento appenninico (NW-SE) ed anti-appenninico (NE-SW). Da un punto di vista fisiografico il Golfo di Pozzuoli (Bernabini et al., 1973; De Pippo et al., 1984a; 1984b; 1988; Colantoni et al., 1987; Cocco et al., 1988; Berrino et al., 1994; Bravi et al., 2003) è una baia di modeste dimensioni delimitata verso il largo da una serie di banchi sommersi, di natura vulcanica. In particolare, l'unità fisiografica del Golfo di Pozzuoli è caratterizzata dalle seguenti unità morfologiche: -una piattaforma litoranea, ubicata nel settore settentrionale, il cui ciglio è ubicato a circa 50 m di profondità, che passa attraverso una scarpata a debole pendenza ad -un bacino centrale, che si sviluppa fino a circa 100 m di profondità, circoscritto verso il largo da -una cintura di edifici vulcanici sommersi (Banco di Miseno, Banco di Pentapalummo e Banco di Nisida). Ancora più al largo si passa ad una piattaforma continentale esterna, che, con una pendenza dell'1% raggiunge al suo ciglio una profondità di 140-160 m. Pescatore et al. (1984) hanno presentato una sintesi degli aspetti stratigrafici e strutturali sul Golfo di Pozzuoli che può ritenersi, nelle sue linee generali, ancora valida. In base all'analisi di profili sismoacustici Subbottom 3.5 kHz, Surfboom e Sparker 6000 J sono state riconosciute tre principali unità sismiche, separate da superfici di discordanza, il cui significato è di particolare importanza nella ricostruzione degli eventi geologici che hanno condizionato l'evoluzione del Golfo di Pozzuoli. La superficie A, che si rinviene solo nella parte interna del golfo, viene correlata ad un evento vulcano-tettonico datato a 5000-6000 anni dal presente. Tale evento ha dato luogo ad un sollevamento testimoniato dai depositi di un terrazzo marino ("La Starza"), sul quale è ubicato l'abitato di Pozzuoli e che si trova ad una quota di circa 30 m sul livello del mare attuale. La superficie B viene riferita alla superficie corrispondente alla regressione wurmiana (18 ky). Nella parte esterna del golfo tale orizzonte corrisponde all'attuale piattaforma continentale mentre nel settore interno è ribassato da una serie di faglie ad andamento E-W. Le unità fisiografiche del Golfo di Pozzuoli, dei banchi vulcanici sommersi di Pentapalummo, Nisida e Miseno e della piattaforma continentale sembrano costituire un'unica struttura tettonica delimitata da due importanti faglie: la prima corrispondente al margine della piattaforma esterna e l'altra ad andamento E-W, ubicata a terra a nord di Pozzuoli. A partire da 12-10 ky B.P. il Golfo di Pozzuoli è invece soggetto a subsidenza recente, con deposizione di sedimenti marini recenti.

Bozza- Note illustrative alla cartografia geologica d'Italia - Foglio n. 465 "Procida"

Gemma Aiello;Bruno D'Argenio;
2009

Abstract

Queste note sono a corredo degli originali d'autore della carta geologica marina in scala 1:25.000 elaborata dall'Istituto Geomare Sud, oggi Istituto per l'Ambiente Marino Costiero IAMC, CNR di Napoli nel quadro dell'Accordo di Programma tra il Servizio Geologico Nazionale (APAT) ed il Consiglio Nazionale delle Ricerche per la realizzazione ed informatizzazione di cartografia geologica in scala 1:50.000 del foglio geologico n. 465 "Procida". Vengono qui presentate le note geologiche descrittive del foglio. Nel foglio geologico n. 465 "Procida" su un totale di 622 km2 di superficie totale circa 10 km2 sono rappresentati da terre emerse e 612 km2 da aree marine: il foglio geologico comprende infatti gran parte del Golfo di Napoli. La fascia batimetrica 0/200 m si estende per 378 km2 e rappresenta circa il 60,8 % del totale della superficie del foglio. La linea di costa si estende per un totale di 39,4 km circa. Nell'aprile del 1997 veniva affidata all'Istituto di Ricerca del CNR "Geomare Sud" la realizzazione sperimentale di carte geologiche marine alla scala 1:50.000 relative ai fogli "Salerno" (n. 467), "Sorrento" (n. 466) e "Procida" (n. 465) nel quadro dell'accordo di programma tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Servizio Geologico Nazionale ed il Consiglio Nazionale delle Ricerche. Tale progetto prevede che il rilevamento della cartografia geologica marina sia effettuato alla scala 1:25.000 e restituito ed informatizzato in scala 1:50.000. Inoltre, alla stessa scala e con accordi tra l'Istituto Geomare sud ed il Servizio Geologico Nazionale (che non prevedevano ulteriori finanziamenti) è programmata la copertura delle aree costiere che ricadono nei fogli "Termini" (n. 485) e "Capri" (n. 484). Per l'intero progetto ricordato (che per semplicità verrà definito come CARG-Nazionale) l'Istituto Geomare Sud ha goduto di finanziamenti nel quadro dell'accordo di programma tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Servizio Geologico Nazionale ed il Consiglio Nazionale delle Ricerche per 1,5 miliardi comprensivi di IVA. La rendicontazione ed i prodotti elaborati fino ad ora sono a conoscenza del Servizio Geologico Nazionale mediante una serie di relazioni (S.A.L.). La responsabilità scientifica del progetto è affidata al Prof. Bruno D'Argenio ( allora Direttore dell'Istituto di Ricerca "Geomare Sud"). Nella seconda metà del 1999, ed in varie occasioni, il Settore Geotecnica, Geotermia e Difesa Suolo che coordina le attività CARG nell'ambito della Regione Campania, richiedeva all'Istituto Geomare Sud una valutazione di progetto ed economica per il completamento dei fogli geologici alla scala 1:50.000 rilevati alla scala 1:10.000 e fino all'isobata dei - 200 m per il fogli di seguito elencati: "Sapri" (n. 520), "Capo Palinuro" (n. 519), "Agropoli" (n. 502), "Foce Sele" (n. 486), "Ischia" (n. 464), "Napoli" (n. 446-447), "Termini" (n. 485), "Capri" (n. 484), "Mondragone" (n. 429) e "Sessa Aurunca" (n. 416) con rilevamento fino ad includere l'unità fisiografica del Promontorio di Gaeta. Nella prima metà del 2001 la Regione Campania (delibera n. 15/09 del 12/04/01) ha previsto il finanziamento delle carte geologiche marine con modalità CARG in collaborazione con l'Istituto di Ricerca del Consiglio Nazionale delle Ricerche, per il completamento dei fogli geologici alla scala 1:50.000 rilevati fino alla scala 1:10.000 e fino all'isobata dei - 200 m per il fogli di seguito elencati: Sapri" (n. 520), "Capo Palinuro" (n. 519), "Agropoli" (n. 502), "Foce Sele" (n. 486), "Ischia" (n. 464), "Napoli" (n. 446-447). La responsabilità scientifica di tale progetto è stata affidata al Dott. Ennio Marsella. Nella seconda metà del 2001 a supporto del "Piano Stralcio per l'Erosione Costiera" finanziato dalle Autorità di Bacino Regionale Sarno, Nord-occidentale e Liri-Garigliano-Volturno, il Settore Geotecnica Geotermia e Difesa Suolo della Regione Campania richiedeva all'Istituto Geomare Sud una valutazione di progetto ed economica per il completamento dei fogli geologici alla scala 1:50.000 in ambito CARG rilevati, questa volta alla scala 1:5.000 ed 1:10.000 nelle aree costiere con particolare riguardo alla zone comprese tra la linea di riva fino all'isobata dei - 20 m, fermo restante la possibilità di estendere il rilevamento ad una scala adeguata fino all'isobata dei - 200, per i fogli (o parte di essi) che insistono nelle aree di competenza delle Autorità di Bacino prima ricordate. Nel novembre 2001 il Settore Geotecnica Geotermia e Difesa Suolo della Regione Campania produceva un documento complessivo, sottoposto per il relativo finanziamento, alle Autorità di Bacino regionale Sarno, Nord-Occidentale e Liri-Garigliano-Volturno nel quale erano indicate le linee generali, le modalità e la stima economica dei costi proposta da vari gruppi (Geologia Subacquea, Geologia Marina, Morfodinamica Costiera), che coordinati dal settore competente della Regione Campania avrebbero dovuto curare la realizzazione dell'intero progetto. Appare chiaro, dalla storia fino a questa fase ricostruita che il progetto di cartografia geologica marina si è progressivamente spostato da una fase sperimentale iniziale con caratteri di Geologia Regionale (basti pensare che nel progetto inizialmente affidato al Geomare Sud erano comprese le parti profonde dei canyons Dohrn e Magnaghi nel Golfo di Napoli) ad una fase completamente diversa che, per esigenze di programmazione regionale e gestione del territorio prevede rilevamenti di dettaglio in scala 1:10.000. Questo progressivo spostamento del baricentro delle ricerche dalle scale iniziali generali a quelle di dettaglio delle ultime proposte (che sottintendono specifiche di acquisizione differenti) pone problemi non trascurabili per l'omogeneità dei dati raccolti negli anni, non solo per il cambio di scala che i nuovi progetti richiedono ma anche per il divario tecnologico delle attrezzature usate per la raccolta di dati. Va ricordato che il progetto CARG Nazionale per la realizzazione della cartografia geologica marina dei fogli "Salerno" (n. 467), "Sorrento" (n. 466) e "Procida" con un rilevamento in scala 1:25.000 può considerarsi contiguo al progetto CARG-Regione Campania di realizzazione di cartografia geologica marina della Regione Campania in scala 1:10.000 entro l'isobata dei - 200 m di porofondità, ma non in grado di rispondere , a meno di un adeguamento tecnico-scientifico (e di conseguenza anche economico), alle nuove specifiche richieste dal progetto CARG-Regionale. TAVOLETTA N. 1 (scala 1: 25.000) La tavoletta n. 1 del foglio n. 465 "Procida" (scala 1: 25.000) presenta, come principale unità morfologica e deposizionale la piattaforma continentale della città di Napoli, fino alla collina di Posillipo, dove il ciglio della piattaforma presenta un probabile controllo tettonico e si trova in corrispondenza dei - 90 m di profondità. In quest'area uno degli elementi fisiografici più importanti è rappresentato dalla falesia di Posillipo, intagliata nei depositi del Tufo Giallo Napoletano, in forte arretramento ed interessata da fenomeni di scalzamento al piede, che portano alla formazione di accumuli di blocchi in corrispondenza di nicchie di distacco significative. Al piede della falesia di Posillipo è presente la sequenza tardo-quaternaria, corrispondente all'ultimo ciclo glacio-eustatico, caratterizzata da system tracts progradanti di regressione forzata al piede di scarpata, seguite da una sequenza retrogradante in piattaforma, che rappresenta il trasgressive system tract e da depositi olocenici di highstand. Due principali unità sono presenti in quest'area, riconosciute in base all'analisi di profili Subbottom Chirp (Aiello et al., 2001), calibrata dall'analisi delle campionature di fondo mare. La prima unità (unità vs in legenda) è localizzata su un settore di piattaforma interna antistante il litorale vesuviano caratterizzato da deposizione di unità vulcano-sedimentarie rielaborate iu ambiente marino prossimale. I depositi sono costituiti da peliti sabbiose con intercalazioni di sabbie vulcaniche e di rari bioclasti, in giacitura caotica e con spessori che raggiungono i 10 m nelle aree depocentrali. L'unità vs, ampiamente presente sulla piattaforma continentale tra Torre del Greco e Napoli, segna probabilmente l'entrata in mare dei flussi piroclastici dell'attività vesuviana recente (2 ky; Aiello et al., 2001). L'aspetto acustico dell'unità, caratterizzata da forte caoticità dei riflettori sismici (per l'aspetto acustico dell'unità si veda il profilo sismico SO18) suggerisce un'intenso controllo da parte di processi vulcano-sedimentari, che hanno controllato la messa in posto di depositi di tipo lahars, controllati da episodi eruttivi o di tipo mud flows. Verso ovest l'unità vs passa lateralmente ad un'ampia zona, localizzata sulla piattaforma esterna antistante la città di Napoli tra le isobate dei - 140 m e dei - 180 m di profondità, caratterizzata da anomalie batimetriche di forma subcircolare, corrispondenti ad alti morfologici di forma bombata, con una facies acustica trasparente, affioranti al fondo mare o parzialmente ricoperti da sedimento. Tali strutture, caratterizzate da alternanze di sabbie vulcanogeniche e di spessi livelli pomicei (Aiello et al., 2001; Sacchi et al.. 2000) sono state interpretate come diapiri piroclastici (D'Argenio et al., 2004) ed appaiono radicate nella parte sommitale dell'unità sismica corrispondente al "Tufo Giallo Napoletano" (Cole and Scarpati, 1993; Scarpati et al., 1993), che è stata riconosciuta in questo settore del Golfo di Napoli (si veda il profilo Sparker SPK3). L'unità, cartografata in legenda come Transgressive System Tract, in quanto precedente i depositi dell'Highstand System Tract della sequenza tardo-quaternaria è caratterizzata da depositi palinsesti di ambiente di piattaforma continentale. Il limite dell'isobata dei - 200 m di profondità coincide con la testata del canale de "l'Ammontatura", geneticamente collegato con il braccio occidentale del canyon Dohrn e caratterizzato da un fondo piatto e da argini asimmetrici. In corrispondenza dell'Ammontatura è presente un bacino di piattaforma esterna-scarpata superiore, caratterizzato da basse pendenze e da un regime deposizionale complesso, con alternanze di intervalli risedimentati e di tephra vulcanici (Insinga, 1999; Tesi di laurea svolta presso l'Istituto di Ricerca del CNR "Geomare Sud" di Napoli" ed il Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università degli Studi di Napoli "Federico II"). La formazione del canale dell'Ammontatura pre-data la formazione dell'edificio vulcanico relitto del Banco di Nisida, come evidenziato dalla brusca terminazione del Canale dell'Ammontatura in corrispondenza del banco stesso (Aiello et al., 2001). TAVOLETTA N. 2 (scala 1: 25.000) La tavoletta n. 2 del foglio n. 465 "Procida" (scala 1: 25.000) presenta, come principale elemento morfologico e deposizionale, la piattaforma continentale ad ovest della Penisola Sorrentina; il ciglio della piattaforma continentale è ubicato in corrispondenza dell'isobata dei - 140 m di profondità. Questa zona è caratterizzata dalla presenza, nel sottofondo marino ed a fondo mare di affioramenti sabbiosi relitti, deposti durante la regressione wurmiana (18 ky) affioranti a fondo mare o ricoperti da un sottile drappeggio di sedimenti olocenici. Sono inoltre presenti affioramenti rocciosi delle unità carbonatiche meso-cenozoiche, geneticamente collegati all'alto strutturale della Penisola Sorrentina ("Scoglio del Vervece") ed altri affioramenti minori (unità sci in legenda). Il limite della carta coincide con il braccio orientale del canyon Dohrn, che decorre lungo l'isobata dei - 200 m di profondità. Il braccio orientale del canyon è alimentato lateralmente da numerosi canali tributari, alcuni dei quali appaiono tettonicamente controllati (vedi fig. 2.2). Evidenze di carattere sismostratigrafico suggeriscono un collegamento genetico tra questo braccio del canyon ed il sistema di paleo-drenaggio del fiume Sarno durante periodi di abbassamento eustatico del livello marino. Va inoltre menzionata la presenza, in corrispondenza della testata del braccio orientale, di morfologie relitte della piattaforma continentale medio-tardo pleistocenica, caratterizzate da orizzonti progradanti ed ascrivibili al cuneo progradante alimentato dal paleo-alveo del fiume Sarno, ampiamente documentato in base ai profili sismici nel settore orientale del Golfo di Napoli (Milia, 1996; Aiello et al., 2001; Marsella et al., 2002). Queste sono state indicate in legenda come unità marine relitte pleistoceniche (upt) e hanno una probabile età del Pleistocene medio-superiore (precedente i depositi della sequenza tardo-quaternaria). I depositi corrispondenti sono caratterizzati da sabbie e ghiaie ben cernite, con vari frammenti bioclastici (tra cui Gasteropodi e Molluschi), da sabbie e ghiaie ben cernite e da sabbie medio-fini con frammenti di Gasteropodi, Lamellibranchi e Briozoi. I depositi si rinvengono in corrispondenza di due relitti morfologici ubicati in corrispondenza della testata del braccio orientale del canyon Dohrn e costituiscono dei palinsesti di ambiente di piattaforma e di spiaggia. TAVOLETTE N. 3 e 4 (scala 1: 25.000) Le tavolette n. 3 e n. 4 del foglio 465 "Procida" (scala 1: 25.000) comprendono la piattaforma continentale dei Campi Flegrei ed il settore esterno del Golfo di Pozzuoli. L'unità fisiografica del Golfo di Pozzuoli rappresenta una zona di sprofondamento vulcano-tettonico, caratterizzata da fratture anulari e radiali, geneticamente collegata alla ampia struttura calderica (caldera flegrea), del diametro di circa 12 km, che è l'elemento strutturale che caratterizza l'area flegrea secondo gli schemi di Rosi et al. (1983) e di Armenti et al. (1983). Questi autori individuano un'attività vulcanica pre-calderica, che culmina con l'emissione dell'Ignimbrite Campana, datata a 35 ky B.P.m, un'attività vulcanica post-calderica, che si sviluppa all'interno della zona collassata in tre fasi ben distinte: - fase A con vulcanismo sottomarino da 35.000 a 10.500 anni; - fase B da 10.500 anni a 8000 anni con vulcanismo subaereo ed emissione del Tufo Giallo; - fase C da 4500 anni al 1538 D.C. con la formazione di una serie di vulcani che si sono spostati gradualmente dai margini della caldera verso il centro e cioè verso il Golfo di Pozzuoli. Altri autori, come Di Girolamo et al. (1984) sottolineano invece l'importanza del Tufo Giallo Napoletano, proveniente da un unico importante centro eruttivo; tale vulcano avrebbe subito, dopo l'eruzione del Tufo Giallo, un unico importante collasso vulcano-tettonico secondo linee di dislocazione regionali ad andamento appenninico (NW-SE) ed anti-appenninico (NE-SW). Da un punto di vista fisiografico il Golfo di Pozzuoli (Bernabini et al., 1973; De Pippo et al., 1984a; 1984b; 1988; Colantoni et al., 1987; Cocco et al., 1988; Berrino et al., 1994; Bravi et al., 2003) è una baia di modeste dimensioni delimitata verso il largo da una serie di banchi sommersi, di natura vulcanica. In particolare, l'unità fisiografica del Golfo di Pozzuoli è caratterizzata dalle seguenti unità morfologiche: -una piattaforma litoranea, ubicata nel settore settentrionale, il cui ciglio è ubicato a circa 50 m di profondità, che passa attraverso una scarpata a debole pendenza ad -un bacino centrale, che si sviluppa fino a circa 100 m di profondità, circoscritto verso il largo da -una cintura di edifici vulcanici sommersi (Banco di Miseno, Banco di Pentapalummo e Banco di Nisida). Ancora più al largo si passa ad una piattaforma continentale esterna, che, con una pendenza dell'1% raggiunge al suo ciglio una profondità di 140-160 m. Pescatore et al. (1984) hanno presentato una sintesi degli aspetti stratigrafici e strutturali sul Golfo di Pozzuoli che può ritenersi, nelle sue linee generali, ancora valida. In base all'analisi di profili sismoacustici Subbottom 3.5 kHz, Surfboom e Sparker 6000 J sono state riconosciute tre principali unità sismiche, separate da superfici di discordanza, il cui significato è di particolare importanza nella ricostruzione degli eventi geologici che hanno condizionato l'evoluzione del Golfo di Pozzuoli. La superficie A, che si rinviene solo nella parte interna del golfo, viene correlata ad un evento vulcano-tettonico datato a 5000-6000 anni dal presente. Tale evento ha dato luogo ad un sollevamento testimoniato dai depositi di un terrazzo marino ("La Starza"), sul quale è ubicato l'abitato di Pozzuoli e che si trova ad una quota di circa 30 m sul livello del mare attuale. La superficie B viene riferita alla superficie corrispondente alla regressione wurmiana (18 ky). Nella parte esterna del golfo tale orizzonte corrisponde all'attuale piattaforma continentale mentre nel settore interno è ribassato da una serie di faglie ad andamento E-W. Le unità fisiografiche del Golfo di Pozzuoli, dei banchi vulcanici sommersi di Pentapalummo, Nisida e Miseno e della piattaforma continentale sembrano costituire un'unica struttura tettonica delimitata da due importanti faglie: la prima corrispondente al margine della piattaforma esterna e l'altra ad andamento E-W, ubicata a terra a nord di Pozzuoli. A partire da 12-10 ky B.P. il Golfo di Pozzuoli è invece soggetto a subsidenza recente, con deposizione di sedimenti marini recenti.
2009
Istituto per l'Ambiente Marino Costiero - IAMC - Sede Napoli
Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria - IGAG
cartografia geologica
note illustr
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/196675
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