Il contratto "BALLAST" è finalizzato alla progettazione, realizzazione e test dell'impianto pilota che realizza il processo di recupero del ballast, pietrisco ferroviario inquinato. Il progetto è stato finanziato da Rete Ferroviaria Italiana nel periodo 2006-2007. L'idea di base è la decorticazione del pietrisco, inquinato superficialmente da idrocarburi e metalli provenienti dall'esterno, mentre nello stesso tempo si riduce la quantità di amianto presente sulla superficie e, nello stesso tempo, si cerca di stabilizzare il residuo fibroso. L'idea che l'amianto in fibra più o meno lunga sia posizionato soprattutto sulla superficie del pietrisco è basata sull'osservazione della maggior parte dei clasti che contengono amianto. Nella maggior parte dei casi, infatti, il pietrisco mostra superfici più o meno interessate da spalmature di crisotilo, spalmature o superfici comunque ricche di crisotilo in fibra. Nel caso degli anfiboli le tipologie di materiali riscontrati sono molto eterogenee, ma in genere la presenza di fibre liberabili è rilevabile come placche superficiali o in piccole vene all'interno dei clasti. Nella precedente relazione sono state evidenziate le caratteristiche chimiche e fisiche delle polveri inquinate ottenute dalle pietre per attrizione, polveri che sono state studiate in modo aggregato, al fine di ricavare delle indicazioni generali sulle modalità di stabilizzazione per una messa a dimora o per un recupero, più o meno integrale. Il procedimento messo a punto nella seconda fase del lavoro è quindi basato sull'attrizione del pietrisco per mezzo di una "gabbia di scoiattolo", un cilindro di vagliatura dotato di particolari denti interni che permettono il rotolamento del pietrisco e l'automacinazione e la corrispondente sottrazione della parte corticale del pietrisco in condizioni di bagnatura con acqua e una soluzione debolmente acida. Nella precedente relazione è stato evidenziato come, attraverso questo tipo di processo, si formano prevalentemente polveri fini, mentre le ghiaie e sabbie si formano solo nel caso di urti per caduta e sono in quantità esigua rispetto alle porzioni a granulometria minore. In questa fase si è quindi studiato il recupero delle polveri, utilizzando tecniche di stabilizzazione con pellettizzazione, rinforzo interno, embedding in matrici stabili ecc. Tornando ai risultati del lavoro, si evidenzia che la dcecorticazione produce un effetto positivo sulla riduzione drastica dell'amianto liberabile ed una riduzione praticamente totale della presenza di metalli alloctoni e di gran parte degli idrocarburi. Sulla presenza degli idrocarburi, provenienti sia dalle traverse in creosoto che da sversamenti di lubrificanti da mezzi rotabili, sono state fatte ulteriori determinazioni che possono essere di aiuto nel comprendere alcuni meccanismi di diffusione nel sistema armamento. Al termine si evidenzia come la decorticazione sia un buon metodo per ridurre la pericolosità del pietrisco, propedeutica anche per un'azione di recupero massivo, ad esempio in opere civili come nella costruzione di sottofondi stradali, ghiaie per calcestruzzi e inerti da costruzione.
SPERIMENTAZIONE DI UN PROCESSO DI RISANAMENTO DI BALLAST FERROVIARIO E RECUPERO DEGLI SFRIDI COME MATERIALE DA COSTRUZIONE
Paolo Plescia
2007
Abstract
Il contratto "BALLAST" è finalizzato alla progettazione, realizzazione e test dell'impianto pilota che realizza il processo di recupero del ballast, pietrisco ferroviario inquinato. Il progetto è stato finanziato da Rete Ferroviaria Italiana nel periodo 2006-2007. L'idea di base è la decorticazione del pietrisco, inquinato superficialmente da idrocarburi e metalli provenienti dall'esterno, mentre nello stesso tempo si riduce la quantità di amianto presente sulla superficie e, nello stesso tempo, si cerca di stabilizzare il residuo fibroso. L'idea che l'amianto in fibra più o meno lunga sia posizionato soprattutto sulla superficie del pietrisco è basata sull'osservazione della maggior parte dei clasti che contengono amianto. Nella maggior parte dei casi, infatti, il pietrisco mostra superfici più o meno interessate da spalmature di crisotilo, spalmature o superfici comunque ricche di crisotilo in fibra. Nel caso degli anfiboli le tipologie di materiali riscontrati sono molto eterogenee, ma in genere la presenza di fibre liberabili è rilevabile come placche superficiali o in piccole vene all'interno dei clasti. Nella precedente relazione sono state evidenziate le caratteristiche chimiche e fisiche delle polveri inquinate ottenute dalle pietre per attrizione, polveri che sono state studiate in modo aggregato, al fine di ricavare delle indicazioni generali sulle modalità di stabilizzazione per una messa a dimora o per un recupero, più o meno integrale. Il procedimento messo a punto nella seconda fase del lavoro è quindi basato sull'attrizione del pietrisco per mezzo di una "gabbia di scoiattolo", un cilindro di vagliatura dotato di particolari denti interni che permettono il rotolamento del pietrisco e l'automacinazione e la corrispondente sottrazione della parte corticale del pietrisco in condizioni di bagnatura con acqua e una soluzione debolmente acida. Nella precedente relazione è stato evidenziato come, attraverso questo tipo di processo, si formano prevalentemente polveri fini, mentre le ghiaie e sabbie si formano solo nel caso di urti per caduta e sono in quantità esigua rispetto alle porzioni a granulometria minore. In questa fase si è quindi studiato il recupero delle polveri, utilizzando tecniche di stabilizzazione con pellettizzazione, rinforzo interno, embedding in matrici stabili ecc. Tornando ai risultati del lavoro, si evidenzia che la dcecorticazione produce un effetto positivo sulla riduzione drastica dell'amianto liberabile ed una riduzione praticamente totale della presenza di metalli alloctoni e di gran parte degli idrocarburi. Sulla presenza degli idrocarburi, provenienti sia dalle traverse in creosoto che da sversamenti di lubrificanti da mezzi rotabili, sono state fatte ulteriori determinazioni che possono essere di aiuto nel comprendere alcuni meccanismi di diffusione nel sistema armamento. Al termine si evidenzia come la decorticazione sia un buon metodo per ridurre la pericolosità del pietrisco, propedeutica anche per un'azione di recupero massivo, ad esempio in opere civili come nella costruzione di sottofondi stradali, ghiaie per calcestruzzi e inerti da costruzione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


