Questo volume è dedicato alle miniere e ai minerali del Campigliese (Toscana). Tre millenni di storia mineraria di un territorio geologicamente e mineralogicamente affascinante che, insieme alla vicina Isola d'Elba, può essere definito come un grandioso museo mineralogico a cielo aperto. Da quasi due secoli le rocce e i minerali di quest'area sono studiati da geologi e mineralogisti di tutto il mondo stimolando importanti discussioni scientifiche. Oramai tutte le miniere metallifere sono chiuse (l'ultima, la miniera del Temperino, è stata chiusa definitivamente nel 1976) e restano attive solo le cave di rocce carbonatiche e le miniere di materiali per l'industria della ceramica. Oggi non è più possibile trovare gli splendidi esemplari di ilvaite, quarzo e gesso che si possono ammirare in molte collezioni pubbliche e private ma è comunque possibile collezionare ancora campioni di interesse sistematico e scientifico. Molti affioramenti esterni, le cave di "granito" di Botro ai Marmi, e anche le gallerie della ex-miniera del Temperino (grazie alla convenzione fra gruppi mineralogici e Parchi Val di Cornia S.p.a.) continuano a fornire esemplari mineralogici di notevole interesse scientifico come è dimostrato dalle molte nuove segnalazioni riportate in queste pagine. Purtroppo va anche segnalata l'attività di alcuni collezionisti che si sono introdotti abusivamente nelle gallerie del Parco Archeominerario o che hanno abbandonato rifiuti nella grotta-miniera delle Buche al Ferro. Atteggiamenti di questo tipo sono da condannare in quanto illegali o comunque poco rispettosi dell'immenso patrimonio naturalistico, geo-mineralogico e archeologico del Campigliese. L'ilvaite del Campigliese I magnifici cristalli di ilvaite delle miniere del Temperino e dei Lanzi, insieme a quelli della località tipo di Rio Marina (Isola d'Elba), hanno costituito fin dal XIX secolo esemplari ambiti da Musei e collezioni private di tutto il mondo. Fino alla recente scoperta di splendide ilvaiti in Russia, Grecia e Mongolia, il Campigliese e l'Isola d'Elba erano le uniche località al mondo a fornire esemplari estetici. Soprattutto negli anni '1970, le coltivazioni nella miniera del Temperino (zona Ortaccio-Le Marchand) produssero esemplari eccezionali con cristalli prismatici neri lucenti grandi fino a 8 centimetri impiantati in druse di quarzo latteo-ialino. Il Parco Archeominerario di San Silvestro Ma il Campigliese non è solo ilvaite; per tre millenni i minatori etruschi, romani, pisani, fiorentini, tirolesi, francesi, inglesi e infine italiani hanno estratto nel sottosuolo del Campigliese una grande varietà di metalli (rame, ferro, argento, piombo, zinco, stagno) e minerali industriali (feldspati, allume, vetrioli). Il legame fra insediamenti umani (es. il villaggio medievale di San Silvestro) e risorse minerarie costituisce nel Campigliese un filo rosso mai interrotto. Qui per millenni si sono stratificate le fasi di estrazione e di lavorazione dei metalli, dagli etruschi fino ai primi anni '80 del secolo scorso. Il Parco Archeominerario di San Silvestro ha salvato la memoria di questa lunga storia rendendo fruibili percorsi minerari, geologici e archeologici straordinari. Un museo mineralogico a cielo aperto La storia geologica in questo territorio è complessa e appassionante e la ricchezza mineralogica del sottosuolo campigliese fa brillare gli occhi di ricercatori e collezionisti. Le specie mineralogiche identificate sono oltre un centinaio e due di esse, campigliaite e johannsenite, sono state caratterizzate per la prima volta su campioni della miniera del Temperino. Molte sono le specie, più o meno rare, identificate negli ultimi anni (brochantite, calcofanite, glaucocerinite, ktenasite, schulenbergite, etc.) ma numerosi sono pure le specie in campioni estetici: l'auricalcite del Monte Spinosa e delle Buche al Ferro, il quarzo e il gesso della miniera Temperino-Lanzi, le scapoliti gigantesche della Cava Maffei, etc. Non meno interessante è la storia della piccola miniera di stagno di Monte Valerio dove era possibile trovare piccoli cristalli di cassiterite talvolta associati a tormalina e pirite. Eccezionali sono anche le relazioni tra rocce magmatiche (granito e porfidi) e rocce idrotermali (skarn), che hanno portato un gruppo di scienziati del Consiglio Nazionale delle Ricerche e dell'Università di Pisa a svolgere un dettagliato studio geo-mineralogico nelle gallerie del complesso Temperino-Lanzi. I risultati di questi nuovi studi stravolgono le interpretazioni geologiche fornite dai geologi precedenti e aprono interessanti scenari sui rapporti fra intrusioni magmatiche e origine dei giacimenti a skarn.

Miniere e minerali del Campigliese - Il mondo sotterraneo del Parco di San Silvestro

Dini A;
2013

Abstract

Questo volume è dedicato alle miniere e ai minerali del Campigliese (Toscana). Tre millenni di storia mineraria di un territorio geologicamente e mineralogicamente affascinante che, insieme alla vicina Isola d'Elba, può essere definito come un grandioso museo mineralogico a cielo aperto. Da quasi due secoli le rocce e i minerali di quest'area sono studiati da geologi e mineralogisti di tutto il mondo stimolando importanti discussioni scientifiche. Oramai tutte le miniere metallifere sono chiuse (l'ultima, la miniera del Temperino, è stata chiusa definitivamente nel 1976) e restano attive solo le cave di rocce carbonatiche e le miniere di materiali per l'industria della ceramica. Oggi non è più possibile trovare gli splendidi esemplari di ilvaite, quarzo e gesso che si possono ammirare in molte collezioni pubbliche e private ma è comunque possibile collezionare ancora campioni di interesse sistematico e scientifico. Molti affioramenti esterni, le cave di "granito" di Botro ai Marmi, e anche le gallerie della ex-miniera del Temperino (grazie alla convenzione fra gruppi mineralogici e Parchi Val di Cornia S.p.a.) continuano a fornire esemplari mineralogici di notevole interesse scientifico come è dimostrato dalle molte nuove segnalazioni riportate in queste pagine. Purtroppo va anche segnalata l'attività di alcuni collezionisti che si sono introdotti abusivamente nelle gallerie del Parco Archeominerario o che hanno abbandonato rifiuti nella grotta-miniera delle Buche al Ferro. Atteggiamenti di questo tipo sono da condannare in quanto illegali o comunque poco rispettosi dell'immenso patrimonio naturalistico, geo-mineralogico e archeologico del Campigliese. L'ilvaite del Campigliese I magnifici cristalli di ilvaite delle miniere del Temperino e dei Lanzi, insieme a quelli della località tipo di Rio Marina (Isola d'Elba), hanno costituito fin dal XIX secolo esemplari ambiti da Musei e collezioni private di tutto il mondo. Fino alla recente scoperta di splendide ilvaiti in Russia, Grecia e Mongolia, il Campigliese e l'Isola d'Elba erano le uniche località al mondo a fornire esemplari estetici. Soprattutto negli anni '1970, le coltivazioni nella miniera del Temperino (zona Ortaccio-Le Marchand) produssero esemplari eccezionali con cristalli prismatici neri lucenti grandi fino a 8 centimetri impiantati in druse di quarzo latteo-ialino. Il Parco Archeominerario di San Silvestro Ma il Campigliese non è solo ilvaite; per tre millenni i minatori etruschi, romani, pisani, fiorentini, tirolesi, francesi, inglesi e infine italiani hanno estratto nel sottosuolo del Campigliese una grande varietà di metalli (rame, ferro, argento, piombo, zinco, stagno) e minerali industriali (feldspati, allume, vetrioli). Il legame fra insediamenti umani (es. il villaggio medievale di San Silvestro) e risorse minerarie costituisce nel Campigliese un filo rosso mai interrotto. Qui per millenni si sono stratificate le fasi di estrazione e di lavorazione dei metalli, dagli etruschi fino ai primi anni '80 del secolo scorso. Il Parco Archeominerario di San Silvestro ha salvato la memoria di questa lunga storia rendendo fruibili percorsi minerari, geologici e archeologici straordinari. Un museo mineralogico a cielo aperto La storia geologica in questo territorio è complessa e appassionante e la ricchezza mineralogica del sottosuolo campigliese fa brillare gli occhi di ricercatori e collezionisti. Le specie mineralogiche identificate sono oltre un centinaio e due di esse, campigliaite e johannsenite, sono state caratterizzate per la prima volta su campioni della miniera del Temperino. Molte sono le specie, più o meno rare, identificate negli ultimi anni (brochantite, calcofanite, glaucocerinite, ktenasite, schulenbergite, etc.) ma numerosi sono pure le specie in campioni estetici: l'auricalcite del Monte Spinosa e delle Buche al Ferro, il quarzo e il gesso della miniera Temperino-Lanzi, le scapoliti gigantesche della Cava Maffei, etc. Non meno interessante è la storia della piccola miniera di stagno di Monte Valerio dove era possibile trovare piccoli cristalli di cassiterite talvolta associati a tormalina e pirite. Eccezionali sono anche le relazioni tra rocce magmatiche (granito e porfidi) e rocce idrotermali (skarn), che hanno portato un gruppo di scienziati del Consiglio Nazionale delle Ricerche e dell'Università di Pisa a svolgere un dettagliato studio geo-mineralogico nelle gallerie del complesso Temperino-Lanzi. I risultati di questi nuovi studi stravolgono le interpretazioni geologiche fornite dai geologi precedenti e aprono interessanti scenari sui rapporti fra intrusioni magmatiche e origine dei giacimenti a skarn.
2013
Istituto di Geoscienze e Georisorse - IGG - Sede Pisa
978-88-906741-4-3
Campigliese
giacimenti minerari
miniere
storia
geologia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/216902
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