La splendida foresta di Camaldoli, nel cuore dell'Appennino Tosco-Romagnolo, affascina da sempre i visitatori. Caratterizzata dall'abete bianco, è il frutto dell'opera e della cura dei monaci-eremiti dell'Ordine fondato da san Romualdo poco dopo il Mille, che nel silenzio della natura trovarono un ambiente idoneo all'ascolto di Dio e dell'uomo. Custodi gelosi del patrimonio boschivo, i Camaldolesi, primi in Occidente, ne codificarono lungo i secoli la gestione e la salvaguardia in una serie di norme, che costituiscono il cosiddetto "Codice forestale camaldolese", matrice della selvicoltura appenninica. Tali norme non furono mai codificate in un unico libro dedicato espressamente alla selvicoltura, ma si trovano disseminate nelle regole e costituzioni che i monaci-eremiti di san Romualdo si diedero a disciplina della loro vita religiosa nel corso dei secoli, nonché in una miriade di documenti minori, di "fogli sparsi", che testimoniano il coniugarsi delle motivazioni etiche e spirituali con i problemi tecnici, economici, sociali e giuridici che la concreta gestione della foresta poneva. Studiare quel Codice significa non solo ripercorrere una lunga vicenda di politica forestale del passato di estremo interesse per gli specialisti del settore, ma anche ricercare le radici storiche e culturali che possono costituire ancora oggi una fondamentale fonte d'ispirazione: il Codice forestale camaldolese, riproposto come modello di un rapporto equilibrato tra l'uomo e la natura, può rappresentare un importante punto di riferimento storico dello sviluppo sostenibile della montagna italiana e contribuire così alla definizione di politiche e modalità di attuazione di una gestione corretta della foresta e delle risorse ambientali.

Il Codice forestale camaldolese. Legislazione e gestione del bosco nella documentazione d'archivio romualdina

Francesco Cardarelli
2009

Abstract

La splendida foresta di Camaldoli, nel cuore dell'Appennino Tosco-Romagnolo, affascina da sempre i visitatori. Caratterizzata dall'abete bianco, è il frutto dell'opera e della cura dei monaci-eremiti dell'Ordine fondato da san Romualdo poco dopo il Mille, che nel silenzio della natura trovarono un ambiente idoneo all'ascolto di Dio e dell'uomo. Custodi gelosi del patrimonio boschivo, i Camaldolesi, primi in Occidente, ne codificarono lungo i secoli la gestione e la salvaguardia in una serie di norme, che costituiscono il cosiddetto "Codice forestale camaldolese", matrice della selvicoltura appenninica. Tali norme non furono mai codificate in un unico libro dedicato espressamente alla selvicoltura, ma si trovano disseminate nelle regole e costituzioni che i monaci-eremiti di san Romualdo si diedero a disciplina della loro vita religiosa nel corso dei secoli, nonché in una miriade di documenti minori, di "fogli sparsi", che testimoniano il coniugarsi delle motivazioni etiche e spirituali con i problemi tecnici, economici, sociali e giuridici che la concreta gestione della foresta poneva. Studiare quel Codice significa non solo ripercorrere una lunga vicenda di politica forestale del passato di estremo interesse per gli specialisti del settore, ma anche ricercare le radici storiche e culturali che possono costituire ancora oggi una fondamentale fonte d'ispirazione: il Codice forestale camaldolese, riproposto come modello di un rapporto equilibrato tra l'uomo e la natura, può rappresentare un importante punto di riferimento storico dello sviluppo sostenibile della montagna italiana e contribuire così alla definizione di politiche e modalità di attuazione di una gestione corretta della foresta e delle risorse ambientali.
2009
978-88-7395-482-8
camaldolesi
Camaldoli
foresta
selvicoltura
codice forestale
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/218550
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact