Nel periodo gennaio 1999 - dicembre 2000 è stata condotta un'indagine nell'ambito delle marinerie della piccola pesca dell'Adriatico settentrionale (Ancona, Senigallia e Portonovo) e del Mar Ligure orientale1 (Livorno). Gli attrezzi utilizzati, le aree di pesca e le catture sono stati studiati tramite campionamenti settimanali dello sbarcato in banchina e periodiche osservazioni a bordo di imbarcazioni professionali durante lo svolgimento delle normali operazioni di pesca. In Adriatico gli attrezzi da posta più usati sono risultati la rete ad imbrocco per sogliole (Solea vulgaris), il tremaglio, le trappole per Sepia officinalis e le trappole per Nassarius mutabilis. Nel Mar Ligure orientale invece vengono utilizzate principalmente le reti ad imbrocco, il tremaglio e il tramaglino. Differenze tra le due aree sono state riscontrate non solo nella tipologia e nella varietà di attrezzi adottati, ma anche a livello dello sforzo di pesca applicato. Infatti le giornate di pesca effettuate dalle imbarcazioni adriatiche sono risultate circa il doppio di quelle dei natanti livornesi, mentre questi ultimi utilizzano una quantità di attrezzi corrispondente a circa due volte quella impiegata dai pescatori adriatici. Gli sbarcati sono apparsi generalmente maggiori in Adriatico, mentre nel Mar Ligure le catture hanno incluso un maggior numero di specie, in seguito ad una maggiore eterogeneità delle aree di pesca. Nelle reti da posta le specie accessorie di interesse commerciale hanno costituito una porzione rilevante della cattura, mentre le trappole sono risultate più selettive. Lo scarto è apparso contenuto in tutti gli attrezzi ed ha incluso sia individui appartenenti a specie commerciali, scartati perché troppo piccoli o danneggiati, sia specie non commerciali, rappresentate principalmente da decapodi, che vengono generalmente rigettati in mare morti o mutilati. Lo studio della demografia delle catture delle specie bersaglio ha evidenziato sia una elevata selettività degli attrezzi utilizzati, sia una diversa distribuzione spaziale delle risorse nei due bacini considerati. Da un punto di vista gestionale, solo le catture primaverili di S. vulgaris ottenute in Adriatico con l'imbrocco e in Mar Ligure con il tremaglio hanno incluso esemplari di taglia inferiore a quella minima legale (20 cm LT). Inoltre, per S. officinalis in entrambe le aree e per S. vulgaris e L. mormyrus nel Mar Ligure i massimi di sbarcato coincidono con il periodo di maggiore presenza di riproduttori.
Attrezzi della piccola pesca utilizzati in funzione della successione stagionale e dell'eco-etologia delle specie ittiche in due aree costiere (Tirreno settentrionale e medio Adriatico). Rapporto finale
Fabi G;Grati F;
2002
Abstract
Nel periodo gennaio 1999 - dicembre 2000 è stata condotta un'indagine nell'ambito delle marinerie della piccola pesca dell'Adriatico settentrionale (Ancona, Senigallia e Portonovo) e del Mar Ligure orientale1 (Livorno). Gli attrezzi utilizzati, le aree di pesca e le catture sono stati studiati tramite campionamenti settimanali dello sbarcato in banchina e periodiche osservazioni a bordo di imbarcazioni professionali durante lo svolgimento delle normali operazioni di pesca. In Adriatico gli attrezzi da posta più usati sono risultati la rete ad imbrocco per sogliole (Solea vulgaris), il tremaglio, le trappole per Sepia officinalis e le trappole per Nassarius mutabilis. Nel Mar Ligure orientale invece vengono utilizzate principalmente le reti ad imbrocco, il tremaglio e il tramaglino. Differenze tra le due aree sono state riscontrate non solo nella tipologia e nella varietà di attrezzi adottati, ma anche a livello dello sforzo di pesca applicato. Infatti le giornate di pesca effettuate dalle imbarcazioni adriatiche sono risultate circa il doppio di quelle dei natanti livornesi, mentre questi ultimi utilizzano una quantità di attrezzi corrispondente a circa due volte quella impiegata dai pescatori adriatici. Gli sbarcati sono apparsi generalmente maggiori in Adriatico, mentre nel Mar Ligure le catture hanno incluso un maggior numero di specie, in seguito ad una maggiore eterogeneità delle aree di pesca. Nelle reti da posta le specie accessorie di interesse commerciale hanno costituito una porzione rilevante della cattura, mentre le trappole sono risultate più selettive. Lo scarto è apparso contenuto in tutti gli attrezzi ed ha incluso sia individui appartenenti a specie commerciali, scartati perché troppo piccoli o danneggiati, sia specie non commerciali, rappresentate principalmente da decapodi, che vengono generalmente rigettati in mare morti o mutilati. Lo studio della demografia delle catture delle specie bersaglio ha evidenziato sia una elevata selettività degli attrezzi utilizzati, sia una diversa distribuzione spaziale delle risorse nei due bacini considerati. Da un punto di vista gestionale, solo le catture primaverili di S. vulgaris ottenute in Adriatico con l'imbrocco e in Mar Ligure con il tremaglio hanno incluso esemplari di taglia inferiore a quella minima legale (20 cm LT). Inoltre, per S. officinalis in entrambe le aree e per S. vulgaris e L. mormyrus nel Mar Ligure i massimi di sbarcato coincidono con il periodo di maggiore presenza di riproduttori.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


