I reflui oleari sono stati sempre considerati, infatti, un rifiuto da smaltire piuttosto che una risorsa da valorizzare. Le soluzioni fino ad ora proposte dalla ricerca sono state pressoché ignorate dalla maggioranza degli operatori del settore soprattutto per gli elevati costi connessi; ad oggi, quindi, si ricorre per lo più allo spargimento diretto in campo che, tuttavia, presenta numerosi inconvenienti di natura logistica legati essenzialmente alle numerose e stringenti prescrizioni imposte dalla normativa attualmente in vigore (Legge 574/96). In generale, c’è da dire che la pratica dello spargimento nei suoli agrari dei reflui dei frantoi oleari è da considerarsi virtuosa; infatti, essa contribuisce, attraverso l’apporto di sostanza organica, a contrastare la desertificazione ed a migliorare la fertilità dei suoli, riducendo, al contempo, le emissioni di CO2 connesse al riscaldamento globale; tuttavia, una serie di fattori, quali il breve periodo dell’anno in cui i reflui dei frantoi oleari vengono generati, la frequente impraticabilità nel periodo invernale o indisponibilità, nelle vicinanze dei luoghi di produzione, di terreni adatti a ricevere lo spargimento nonché la presenza in essi di composti di difficile degradazione, rendono difficile e spesso non conveniente il loro spargimento diretto in campo.
Valorizzazione degli scarti dei frantoi oleari attraverso soluzioni alternative allo spandimento diretto in campo
Roberto Altieri
2012
Abstract
I reflui oleari sono stati sempre considerati, infatti, un rifiuto da smaltire piuttosto che una risorsa da valorizzare. Le soluzioni fino ad ora proposte dalla ricerca sono state pressoché ignorate dalla maggioranza degli operatori del settore soprattutto per gli elevati costi connessi; ad oggi, quindi, si ricorre per lo più allo spargimento diretto in campo che, tuttavia, presenta numerosi inconvenienti di natura logistica legati essenzialmente alle numerose e stringenti prescrizioni imposte dalla normativa attualmente in vigore (Legge 574/96). In generale, c’è da dire che la pratica dello spargimento nei suoli agrari dei reflui dei frantoi oleari è da considerarsi virtuosa; infatti, essa contribuisce, attraverso l’apporto di sostanza organica, a contrastare la desertificazione ed a migliorare la fertilità dei suoli, riducendo, al contempo, le emissioni di CO2 connesse al riscaldamento globale; tuttavia, una serie di fattori, quali il breve periodo dell’anno in cui i reflui dei frantoi oleari vengono generati, la frequente impraticabilità nel periodo invernale o indisponibilità, nelle vicinanze dei luoghi di produzione, di terreni adatti a ricevere lo spargimento nonché la presenza in essi di composti di difficile degradazione, rendono difficile e spesso non conveniente il loro spargimento diretto in campo.| File | Dimensione | Formato | |
|---|---|---|---|
|
prod_190123-doc_40798.pdf
solo utenti autorizzati
Descrizione: Valorizzazione degli scarti dei frantoi oleari attraverso soluzioni alternative allo spandimento diretto in campo
Licenza:
NON PUBBLICO - Accesso privato/ristretto
Dimensione
359.5 kB
Formato
Adobe PDF
|
359.5 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


