La necessità di ridurre le emissioni di gas ad effetto serra in atmosfera, e quindi la loro influenza sui cambiamenti climatici, impone un accorto uso delle risorse ed un massiccio ricorso alle energie rinnovabili. La produzione di biocombustibili, che pure contribuiscono allo scopo, è legata allo sfruttamento di parte del terreno coltivabile, in misura maggiore per quelli di prima generazione, in misura minore per quelli di seconda. Quindi è importante favorire le scelte strategiche più efficienti per minimizzare la competizione con altri bisogni (alimentazione, tessile, etc.) ed aumentare la resa energetica ottenuta dal loro impiego. I biocombustibili inoltre, costituendo in ultima analisi una forma di immagazzinamento dell'energia solare (con efficienza minore dell'1%), assumono un reale interesse solo quando ottenuti da scarti o rifiuti (biomasse in genere), altrimenti la competizione con altri settori, specie quello alimentare, diviene insostenibile. La politica dell'Unione Europea di fissare valori di riferimento per l'utilizzo dei biocombustibili nei diversi settori privilegia quelli liquidi. Tuttavia i combustibili gassosi, pur non avendo la stessa diffusione di quelli liquidi nei trasporti, ma essendo di più largo impiego in altri settori, potrebbero contribuire meglio alla riduzione delle emissioni di CO2, grazie ad una maggiore efficienza globale. Tali aspetti risulterebbero particolarmente interessanti per il biometano, sia di prima che di seconda generazione, che potrebbe infatti essere facilmente immesso nell'esistente rete di distribuzione. Alla luce di queste considerazioni, nel presente lavoro le problematiche inerenti i biocombustibili verranno inquadrate in un contesto più ampio di risparmio energetico ed ottimizzazione delle risorse.
I Biocombustibili in un Contesto Globale di Risparmio Energetico e Riduzione dell'Impatto Ambientale
LDe Simio;SIannaccone
2008
Abstract
La necessità di ridurre le emissioni di gas ad effetto serra in atmosfera, e quindi la loro influenza sui cambiamenti climatici, impone un accorto uso delle risorse ed un massiccio ricorso alle energie rinnovabili. La produzione di biocombustibili, che pure contribuiscono allo scopo, è legata allo sfruttamento di parte del terreno coltivabile, in misura maggiore per quelli di prima generazione, in misura minore per quelli di seconda. Quindi è importante favorire le scelte strategiche più efficienti per minimizzare la competizione con altri bisogni (alimentazione, tessile, etc.) ed aumentare la resa energetica ottenuta dal loro impiego. I biocombustibili inoltre, costituendo in ultima analisi una forma di immagazzinamento dell'energia solare (con efficienza minore dell'1%), assumono un reale interesse solo quando ottenuti da scarti o rifiuti (biomasse in genere), altrimenti la competizione con altri settori, specie quello alimentare, diviene insostenibile. La politica dell'Unione Europea di fissare valori di riferimento per l'utilizzo dei biocombustibili nei diversi settori privilegia quelli liquidi. Tuttavia i combustibili gassosi, pur non avendo la stessa diffusione di quelli liquidi nei trasporti, ma essendo di più largo impiego in altri settori, potrebbero contribuire meglio alla riduzione delle emissioni di CO2, grazie ad una maggiore efficienza globale. Tali aspetti risulterebbero particolarmente interessanti per il biometano, sia di prima che di seconda generazione, che potrebbe infatti essere facilmente immesso nell'esistente rete di distribuzione. Alla luce di queste considerazioni, nel presente lavoro le problematiche inerenti i biocombustibili verranno inquadrate in un contesto più ampio di risparmio energetico ed ottimizzazione delle risorse.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.