Il seminario è stato organizzato dall'ISSiRFA-CNR e dal Centro di ricerca sulle amministrazioni pubbliche "Vittorio Bachelet" della LUISS di Roma con il patrocinio della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome. L'importanza che la giurisprudenza costituzionale in materia di rapporti tra Stato e Regioni ha avuto e continua ad avere nella costruzione del regionalismo italiano è ormai nota e si presenta agli occhi degli interpreti come d'immediata evidenza. Non a caso, il contenzioso tra Stato e Regioni, che impegna la Corte costituzionale per circa la metà del suo lavoro, rappresenta la verifica dell'applicazione e dell'evoluzione delle disposizioni costituzionali del Titolo V. Infatti, i numerosi "vuoti" lasciati dal legislatore costituzionale del 2001 sono alla base di questa sorta di "attuazione in via giudiziale" del Titolo V, come dimostrato dal frequente ricorso della Corte a decisioni politico-costituzionali al fine di assicurare la tenuta del sistema. Osservando le pronunce degli ultimi anni, invece, si nota come la Corte abbia sostanzialmente "salvato" gli interventi statali che si sono strettamente legati alla crisi economica e politica che ha colpito il nostro Paese. Non c'è dubbio che la Corte abbia avuto un atteggiamento assai benevolo nei confronti delle misure poste dallo Stato, consentendo così una "seconda" riscrittura del Titolo V che va nel senso di una "marginalizzazione" dell'autonomia regionale. L'elemento di novità è dato dal passaggio ad una "ricentralizzazione" giustificata non più da esigenze di tenuta del sistema a livello istituzionale, ma soprattutto da esigenze di bilancio, che svalutano gli apporti dei legislatori regionali. Un quadro così delineato richiede, sicuramente, una riflessione seria e matura, ma anche il ricorso a soluzioni legislative più logiche e coerenti, non dettate solo dall'emergenza.
Il regionalismo italiano tra giurisprudenza costituzionale e involuzioni legislative dopo la revisione del Titolo V - Atti del Seminario. Roma, 13 giugno 2013
Stelio Mangiameli
2014
Abstract
Il seminario è stato organizzato dall'ISSiRFA-CNR e dal Centro di ricerca sulle amministrazioni pubbliche "Vittorio Bachelet" della LUISS di Roma con il patrocinio della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome. L'importanza che la giurisprudenza costituzionale in materia di rapporti tra Stato e Regioni ha avuto e continua ad avere nella costruzione del regionalismo italiano è ormai nota e si presenta agli occhi degli interpreti come d'immediata evidenza. Non a caso, il contenzioso tra Stato e Regioni, che impegna la Corte costituzionale per circa la metà del suo lavoro, rappresenta la verifica dell'applicazione e dell'evoluzione delle disposizioni costituzionali del Titolo V. Infatti, i numerosi "vuoti" lasciati dal legislatore costituzionale del 2001 sono alla base di questa sorta di "attuazione in via giudiziale" del Titolo V, come dimostrato dal frequente ricorso della Corte a decisioni politico-costituzionali al fine di assicurare la tenuta del sistema. Osservando le pronunce degli ultimi anni, invece, si nota come la Corte abbia sostanzialmente "salvato" gli interventi statali che si sono strettamente legati alla crisi economica e politica che ha colpito il nostro Paese. Non c'è dubbio che la Corte abbia avuto un atteggiamento assai benevolo nei confronti delle misure poste dallo Stato, consentendo così una "seconda" riscrittura del Titolo V che va nel senso di una "marginalizzazione" dell'autonomia regionale. L'elemento di novità è dato dal passaggio ad una "ricentralizzazione" giustificata non più da esigenze di tenuta del sistema a livello istituzionale, ma soprattutto da esigenze di bilancio, che svalutano gli apporti dei legislatori regionali. Un quadro così delineato richiede, sicuramente, una riflessione seria e matura, ma anche il ricorso a soluzioni legislative più logiche e coerenti, non dettate solo dall'emergenza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.