Gli sviluppi del cognitivismo -- in particolare la formalizzazione degli strumenti di rappresentazione di strutture e processi mentali, l'articolazione degli oggetti mentali rappresentati (credenze, conoscenze, scopi, desideri, valutazioni, valori, norme), l'estensione dell'approccio cognitivo alle emozioni e alle interazioni sociali -- permettono a nostro avviso di rivisitare un dominio della psicologia dinamica trattato tradizionalmente con gli strumenti teorici e metodologici della psicoanalisi, e insufficientemente integrato con i modelli della psicologia generale. L'area dei meccanismi di difesa è senz'altro molto ricca e affascinante, ma altrettanto confusa: i meccanismi si moltiplicano senza sistematicità e non ricevono una rappresentazione analitica. Questo lavoro si propone di: (a) cogliere i processi cognitivi elementari che operano all'interno dei meccanismi di difesa riconosciuti dalla tradizione; (b) esaminare prevalentemente l'impiego dei meccanismi di difesa nella normalità e nella vita quotidiana, piuttosto che nelle sindromi cliniche; (c) considerare anche i meccanismi riconosciuti ed etichettati dal senso comune ("la volpe e l'uva", "chi si contenta gode", e così via); (d) esaminare le cosiddette strategie di coping dello stress, in buona misura imparentate con i meccanismi di difesa, ma anch'esse studiate spesso in modo poco sistematico. Alcune domande-guida della nostra analisi sono: cosa viene difeso (il Sé o la rappresentazione di sé)? Da cosa ci si difende (insuccesso, specifiche emozioni negative, bassa autostima)? A quali stadi del processo che conduce da alcune credenze di partenza alla sofferenza psichica possono intervenire i meccanismi di difesa per arginare, bloccare, trasformare, tollerare questa sofferenza? Qual è il ruolo dei meccanismi di difesa nel funzionamento psichico e nel mantenimento del benessere dell'individuo? quale il contrasto con un'astratta razionalità? quale la funzione adattiva?
Le difese della mente
Miceli;Cristiano
1995
Abstract
Gli sviluppi del cognitivismo -- in particolare la formalizzazione degli strumenti di rappresentazione di strutture e processi mentali, l'articolazione degli oggetti mentali rappresentati (credenze, conoscenze, scopi, desideri, valutazioni, valori, norme), l'estensione dell'approccio cognitivo alle emozioni e alle interazioni sociali -- permettono a nostro avviso di rivisitare un dominio della psicologia dinamica trattato tradizionalmente con gli strumenti teorici e metodologici della psicoanalisi, e insufficientemente integrato con i modelli della psicologia generale. L'area dei meccanismi di difesa è senz'altro molto ricca e affascinante, ma altrettanto confusa: i meccanismi si moltiplicano senza sistematicità e non ricevono una rappresentazione analitica. Questo lavoro si propone di: (a) cogliere i processi cognitivi elementari che operano all'interno dei meccanismi di difesa riconosciuti dalla tradizione; (b) esaminare prevalentemente l'impiego dei meccanismi di difesa nella normalità e nella vita quotidiana, piuttosto che nelle sindromi cliniche; (c) considerare anche i meccanismi riconosciuti ed etichettati dal senso comune ("la volpe e l'uva", "chi si contenta gode", e così via); (d) esaminare le cosiddette strategie di coping dello stress, in buona misura imparentate con i meccanismi di difesa, ma anch'esse studiate spesso in modo poco sistematico. Alcune domande-guida della nostra analisi sono: cosa viene difeso (il Sé o la rappresentazione di sé)? Da cosa ci si difende (insuccesso, specifiche emozioni negative, bassa autostima)? A quali stadi del processo che conduce da alcune credenze di partenza alla sofferenza psichica possono intervenire i meccanismi di difesa per arginare, bloccare, trasformare, tollerare questa sofferenza? Qual è il ruolo dei meccanismi di difesa nel funzionamento psichico e nel mantenimento del benessere dell'individuo? quale il contrasto con un'astratta razionalità? quale la funzione adattiva?I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.