Il monitoraggio di indagine i cui risultati, sono in parte discussi in questo documento, è stato intrapreso in seguito allo sversamento doloso di idrocarburi nel Fiume Lambro, avvenuto il 23 febbraio 2010, in prossimità dell'abitato di Villasanta (MB). Anche se nelle premesse il monitoraggio d'indagine doveva ricercare i residui degli idrocarburi ed i loro effetti tossici sulla comunità acquatica, di fatto, l'importante impegno che esso avrebbe comportato creò l'opportunità per svolgere ulteriori approfondimenti sul fiume lombardo. Inoltre, le indagini svolte, hanno via via ridimensionato il problema idrocarburi sversati, pertanto non è fuori luogo affermare che l'obiettivo generale di questo studio condotto sui sedimenti del Fiume Lambro si sia sempre più focalizzato sulla ricerca di quelle aree in cui la qualità dell'ambiente acquatico e in particolare dei sedimenti, fosse più gravemente compromessa. Sulla scorta della Direttiva Quadro sulle Acque (2000/60/CE) ed in una necessaria prospettiva di miglioramento delle condizioni del fiume lombardo, il progetto ha pertanto esaminato la contaminazione dei sedimenti, i loro potenziali effetti tossici (sia mediante test sul sedimento fresco che su estratti), come pure lo stato degli organismi residenti e precisamente della comunità (macro)bentonica. Inoltre, in alcune delle aree indagate sono state ricercate numerose sostanze che la Direttiva Quadro considera pericolose e prioritarie, ne è stato valutato il bioaccumulo in alcuni organismi della comunità macrobentonica, e non ultimo, considerando che molti di questi inquinanti emergenti sono accomunati dalla capacità di interferire col sistema endocrino dei vertebrati, è stato condotto uno studio a lungo termine su pesci esposti ai sedimenti del fiume, i cui risultati sono trattati in un documento a parte, dedicato solo a questo tema. La scelta di indagare contemporaneamente su più piani riconducibili ad almeno tre componenti informative ha le proprie basi teoriche in un approccio noto come Sediment Quality Triad (Long and Chapman, 1985; Chapman 1990; Chapman e Anderson 2005). Partendo dall'evidenza che dati di tipo chimico, di tipo tossicologico o relativi alla comunità degli organismi acquatici, non sono singolarmente sufficienti ad esprimere un giudizio sulla qualità di un ambiente e soprattutto sulle cause del suo eventuale degrado, l'approccio Triad sottolinea la necessità di esaminare tutti i tre tipi di informazione, combinandone le rispettive evidenze. Soprattutto in una prima fase della valutazione, la ricerca di aree a rischio trae beneficio dal maggior numero di informazioni possibile e secondo linee di evidenza multiple, come più volte sottolineato dagli studi svolti sulla valutazione di rischio dei sedimenti (Chapman e Hollert, 2006). Proprio in questa prospettiva deve essere collocato il grande impegno conoscitivo, per la prima volta così ampio e articolato, che è stato applicato ai sedimenti del Fiume Lambro e i cui risultati vengono riassunti e discussi in questo documento. I sedimenti dei corpi idrici sono un insieme di particelle organiche ed inorganiche, con un range di dimensioni potenzialmente molto ampio ed in ogni caso sempre più piccolo ogniqualvolta la corrente del recettore riduce la propria velocità e quindi la propria capacità di trasporto del materiale in sospensione. Al diminuire della dimensione delle particelle corrisponde un aumento della superficie (per unità di massa o anche di volume) del materiale esaminato. Considerando che la superficie delle particelle, direttamente e indirettamente, gioca un ruolo fondamentale nei processi di adsorbimento, ne risulta che la maggior parte degli inquinanti è concentrata proprio nella frazione fine dei sedimenti (limo e argilla), mentre, viceversa, sabbie e ghiaie esercitano un effetto sostanzialmente di diluizione (Viganò et al., 2003; EC, 2010). Le sostanze organiche più persistenti e lipofile hanno una elevata affinità per il materiale particolato ed una tendenza modesta e spesso trascurabile a permanere in soluzione nella colonna d'acqua. I sedimenti del corpo idrico recettore rappresentano, pertanto, il comparto ambientale in cui questo tipo di sostanze raggiungono concentrazioni particolarmente elevate, pur restando biodisponibili e quindi capaci di causare effetti tossici ed essere bioaccumulate dagli organismi acquatici, e non solo da questi. L'accumulo di inquinanti organici nel materiale particolato si osserva anche per gli elementi in tracce come pure per i fosfati; esso si esplica, quindi, sia a carico della componente trofica del recettore che di quella tossica (Rawlins et al., 2010). Il materiale particolato a granulometria più fine è anche quello che può percorrere le maggiori distanze all'interno del corpo idrico, ed in relazione alla velocità della corrente e all'idrodinamica del fiume, il materiale fine potrà sedimentare od essere nuovamente sospeso e trasportato più a valle, e con esso i componenti tossici e trofici. Viceversa il materiale più grossolano tenderà a depositarsi in prossimità dei punti di immissione. Data l'evidente eterogeneità del letto di un fiume, è chiaro che le differenze granulometriche osservabili nei diversi punti potrebbero da sole condizionare largamente i risultati del lavoro analitico, senza che vi siano reali differenze nel grado di contaminazione di una data area. Queste sono le ragioni sostanziali per le quali lo studio dei sedimenti del Fiume Lambro è stato basato sulle aree di deposizione naturali e su di un campionamento di tipo composito che alternasse, ovunque possibile, zone di deposizione localizzate a destra e a sinistra del corso del fiume, riunendo in un unico campione "medio", i singoli "sotto-campioni". Per le ragioni descritte, la frazione fine (limo + argilla) dei campioni compositi, così ottenuti, è stata separata dal materiale a granulometria più grossolana e solo la frazione fine è stata analizzata chimicamente e dunque utilizzata per i confronti tra i numerosi tratti del fiume esaminati in questo progetto.

Progetto Sedimenti Lambro. Esame della qualità dei sedimenti del Fiume Lambro ed applicazione di un'analisi dei dati di tipo TRIAD.

Giuseppe Mascolo;
2012

Abstract

Il monitoraggio di indagine i cui risultati, sono in parte discussi in questo documento, è stato intrapreso in seguito allo sversamento doloso di idrocarburi nel Fiume Lambro, avvenuto il 23 febbraio 2010, in prossimità dell'abitato di Villasanta (MB). Anche se nelle premesse il monitoraggio d'indagine doveva ricercare i residui degli idrocarburi ed i loro effetti tossici sulla comunità acquatica, di fatto, l'importante impegno che esso avrebbe comportato creò l'opportunità per svolgere ulteriori approfondimenti sul fiume lombardo. Inoltre, le indagini svolte, hanno via via ridimensionato il problema idrocarburi sversati, pertanto non è fuori luogo affermare che l'obiettivo generale di questo studio condotto sui sedimenti del Fiume Lambro si sia sempre più focalizzato sulla ricerca di quelle aree in cui la qualità dell'ambiente acquatico e in particolare dei sedimenti, fosse più gravemente compromessa. Sulla scorta della Direttiva Quadro sulle Acque (2000/60/CE) ed in una necessaria prospettiva di miglioramento delle condizioni del fiume lombardo, il progetto ha pertanto esaminato la contaminazione dei sedimenti, i loro potenziali effetti tossici (sia mediante test sul sedimento fresco che su estratti), come pure lo stato degli organismi residenti e precisamente della comunità (macro)bentonica. Inoltre, in alcune delle aree indagate sono state ricercate numerose sostanze che la Direttiva Quadro considera pericolose e prioritarie, ne è stato valutato il bioaccumulo in alcuni organismi della comunità macrobentonica, e non ultimo, considerando che molti di questi inquinanti emergenti sono accomunati dalla capacità di interferire col sistema endocrino dei vertebrati, è stato condotto uno studio a lungo termine su pesci esposti ai sedimenti del fiume, i cui risultati sono trattati in un documento a parte, dedicato solo a questo tema. La scelta di indagare contemporaneamente su più piani riconducibili ad almeno tre componenti informative ha le proprie basi teoriche in un approccio noto come Sediment Quality Triad (Long and Chapman, 1985; Chapman 1990; Chapman e Anderson 2005). Partendo dall'evidenza che dati di tipo chimico, di tipo tossicologico o relativi alla comunità degli organismi acquatici, non sono singolarmente sufficienti ad esprimere un giudizio sulla qualità di un ambiente e soprattutto sulle cause del suo eventuale degrado, l'approccio Triad sottolinea la necessità di esaminare tutti i tre tipi di informazione, combinandone le rispettive evidenze. Soprattutto in una prima fase della valutazione, la ricerca di aree a rischio trae beneficio dal maggior numero di informazioni possibile e secondo linee di evidenza multiple, come più volte sottolineato dagli studi svolti sulla valutazione di rischio dei sedimenti (Chapman e Hollert, 2006). Proprio in questa prospettiva deve essere collocato il grande impegno conoscitivo, per la prima volta così ampio e articolato, che è stato applicato ai sedimenti del Fiume Lambro e i cui risultati vengono riassunti e discussi in questo documento. I sedimenti dei corpi idrici sono un insieme di particelle organiche ed inorganiche, con un range di dimensioni potenzialmente molto ampio ed in ogni caso sempre più piccolo ogniqualvolta la corrente del recettore riduce la propria velocità e quindi la propria capacità di trasporto del materiale in sospensione. Al diminuire della dimensione delle particelle corrisponde un aumento della superficie (per unità di massa o anche di volume) del materiale esaminato. Considerando che la superficie delle particelle, direttamente e indirettamente, gioca un ruolo fondamentale nei processi di adsorbimento, ne risulta che la maggior parte degli inquinanti è concentrata proprio nella frazione fine dei sedimenti (limo e argilla), mentre, viceversa, sabbie e ghiaie esercitano un effetto sostanzialmente di diluizione (Viganò et al., 2003; EC, 2010). Le sostanze organiche più persistenti e lipofile hanno una elevata affinità per il materiale particolato ed una tendenza modesta e spesso trascurabile a permanere in soluzione nella colonna d'acqua. I sedimenti del corpo idrico recettore rappresentano, pertanto, il comparto ambientale in cui questo tipo di sostanze raggiungono concentrazioni particolarmente elevate, pur restando biodisponibili e quindi capaci di causare effetti tossici ed essere bioaccumulate dagli organismi acquatici, e non solo da questi. L'accumulo di inquinanti organici nel materiale particolato si osserva anche per gli elementi in tracce come pure per i fosfati; esso si esplica, quindi, sia a carico della componente trofica del recettore che di quella tossica (Rawlins et al., 2010). Il materiale particolato a granulometria più fine è anche quello che può percorrere le maggiori distanze all'interno del corpo idrico, ed in relazione alla velocità della corrente e all'idrodinamica del fiume, il materiale fine potrà sedimentare od essere nuovamente sospeso e trasportato più a valle, e con esso i componenti tossici e trofici. Viceversa il materiale più grossolano tenderà a depositarsi in prossimità dei punti di immissione. Data l'evidente eterogeneità del letto di un fiume, è chiaro che le differenze granulometriche osservabili nei diversi punti potrebbero da sole condizionare largamente i risultati del lavoro analitico, senza che vi siano reali differenze nel grado di contaminazione di una data area. Queste sono le ragioni sostanziali per le quali lo studio dei sedimenti del Fiume Lambro è stato basato sulle aree di deposizione naturali e su di un campionamento di tipo composito che alternasse, ovunque possibile, zone di deposizione localizzate a destra e a sinistra del corso del fiume, riunendo in un unico campione "medio", i singoli "sotto-campioni". Per le ragioni descritte, la frazione fine (limo + argilla) dei campioni compositi, così ottenuti, è stata separata dal materiale a granulometria più grossolana e solo la frazione fine è stata analizzata chimicamente e dunque utilizzata per i confronti tra i numerosi tratti del fiume esaminati in questo progetto.
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