Il Progetto RECAT è giunto al suo secondo giro di boa ed ha prodotto una notevole serie di risultati, che vengono qui presentati in forma sintetica. Molti di questi sono già o saranno oggetto di pubblicazioni: tra esse, le nuove metodiche di indagine per la determinazione del grado di attivazione, la realizzazione del processo di lisciviazione via "succo di limone" del lantanio dalla carcassa dei catalizzatori esausti trattati per via meccanochimica, e anche lo stesso processo MECCANOCHIMICO, che finora è stato oggetto di interesse solo per pochi. La meccanochimica sembra molto più vicina all'alchimia che alla chimica, apparentemente. In realtà le leggi che la governano sono semplici come quelle della chimica e sottendono un mondo dove l'energia che innesca le reazioni non viene erogata dalla ossidazione violenta di ostanze o dall'introduzione di reagenti aggressivi e costosi, bensì da reazioni a movimenti meccanici, che in modo regolare e controllabile generano attriti e urti che a loro volta determinano delle trasformazioni in modo più semplice e facile rispetto ai metodi tradizionali. In queste fasi del progetto abbiamo imparato a cristallizzare zeoliti a pressione ambientale a partire dai residui della lisciviazione e abbiamo capito come queste zeoliti potranno esserci utili come assorbenti di inquinanti e come catalizzatori di reazioni di ossidazione, ad esempio per ridurre il TOC di un rifiuto. Abbiamo altresì imparato a estrarre il lantanio non come fanno gli Altri, cioè con l'acido nitrico, bensì con il succo di agrumi di Sicilia.. e la resa non è male.. Giovani ricercatori sono stati chiamati a lavorare nel nostro Gruppo di Ricerca e hanno prodotto importanti risultati sulle metodiche di speciazione chimica del nichel, uno degli inquinanti più perniciosi dei catalizzatori esausti e anche sulle metodiche di caratterizzazione per via microscopia ottica accoppiata alla spettroscopia Raman delle particelle da sottoporre a trattamento o cristallizzate. Infine abbiamo progettato l'Impianto, e ne abbiamo creato un protocollo di sperimentazione che abbiamo presentato alla Regione Siciliana per le necessarie autorizzazioni. In questo protocollo abbiamo messo una folta schiera di controlli, alcuni dei quali ridondanti per un impianto industriale ma molto utili per noi che dobbiamo monitorare lo status dell'ambiente di lavoro e ciò che accade nell'interno del processo, in vista di successivi sviluppi. Quest'ultime due tematiche verranno presentaeo nella prossima relazione relativa al terzo atto.

RECAT - Progetto di piattaforma innovativa per il recupero dei catalizzatori esausti dell'industria petrolifera, Relazione sui risultati della seconda fase

Plescia P;Tempesta E;Trapasso F;
2015

Abstract

Il Progetto RECAT è giunto al suo secondo giro di boa ed ha prodotto una notevole serie di risultati, che vengono qui presentati in forma sintetica. Molti di questi sono già o saranno oggetto di pubblicazioni: tra esse, le nuove metodiche di indagine per la determinazione del grado di attivazione, la realizzazione del processo di lisciviazione via "succo di limone" del lantanio dalla carcassa dei catalizzatori esausti trattati per via meccanochimica, e anche lo stesso processo MECCANOCHIMICO, che finora è stato oggetto di interesse solo per pochi. La meccanochimica sembra molto più vicina all'alchimia che alla chimica, apparentemente. In realtà le leggi che la governano sono semplici come quelle della chimica e sottendono un mondo dove l'energia che innesca le reazioni non viene erogata dalla ossidazione violenta di ostanze o dall'introduzione di reagenti aggressivi e costosi, bensì da reazioni a movimenti meccanici, che in modo regolare e controllabile generano attriti e urti che a loro volta determinano delle trasformazioni in modo più semplice e facile rispetto ai metodi tradizionali. In queste fasi del progetto abbiamo imparato a cristallizzare zeoliti a pressione ambientale a partire dai residui della lisciviazione e abbiamo capito come queste zeoliti potranno esserci utili come assorbenti di inquinanti e come catalizzatori di reazioni di ossidazione, ad esempio per ridurre il TOC di un rifiuto. Abbiamo altresì imparato a estrarre il lantanio non come fanno gli Altri, cioè con l'acido nitrico, bensì con il succo di agrumi di Sicilia.. e la resa non è male.. Giovani ricercatori sono stati chiamati a lavorare nel nostro Gruppo di Ricerca e hanno prodotto importanti risultati sulle metodiche di speciazione chimica del nichel, uno degli inquinanti più perniciosi dei catalizzatori esausti e anche sulle metodiche di caratterizzazione per via microscopia ottica accoppiata alla spettroscopia Raman delle particelle da sottoporre a trattamento o cristallizzate. Infine abbiamo progettato l'Impianto, e ne abbiamo creato un protocollo di sperimentazione che abbiamo presentato alla Regione Siciliana per le necessarie autorizzazioni. In questo protocollo abbiamo messo una folta schiera di controlli, alcuni dei quali ridondanti per un impianto industriale ma molto utili per noi che dobbiamo monitorare lo status dell'ambiente di lavoro e ciò che accade nell'interno del processo, in vista di successivi sviluppi. Quest'ultime due tematiche verranno presentaeo nella prossima relazione relativa al terzo atto.
2015
Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria - IGAG
Rapporto intermedio di progetto
RECAT
catalizzatori
zeoliti
meccanochimica
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/294519
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