Ancora poche sono le ricerche che indagano le relazioni tra reti trofiche e biogeochimica marina al fine di capire quali impatto avrà il cambiamento globale in atto sugli ecosistemi e sulle risorse marine (Salihoglu et al, 2013;. Painting, et al, 2013.). Tra le principali forzanti che determinano le dinamiche degli ecosistemi, Link et al (2012) individuano tre tipologie di pattern che influenzano la produttività ittica: i fattori biofisici (ambientali), i processi di sfruttamento (pesca) e quelli trofodinamici (interazioni tra specie). Di conseguenza, una corretta politica di gestione ecocompatibile del patrimonio naturale non può prescindere dal monitoraggio delle condizioni ambientali e delle dinamiche trofiche che regolano la funzionalità ecosistemica. La problematica diviene particolarmente delicata in relazione allo sfruttamento delle risorse biologiche nelle aree costiere e di transizione, che subiscono direttamente l'impatto della pressione antropica. I processi di trasferimento del carbonio organico dal comparto primario ai livelli superiori della catena trofica hanno un'importanza fondamentale per la qualità delle zone di produzione, mentre al contrario una scarsa funzionalità nei primi livelli trofici si traduce inevitabilmente in un disequilibrio ecosistemico di cui fanno le spese i consumatori secondari e terziari, sia in termini di produttività che di biodiversità. Gli obiettivi di ricerca di SP2-WP1-AZ2-UO05 sono quelli di approfondire le conoscenze sui popolamenti microbici in un'area di spawning e sulle interrelazioni esistenti tra la rete trofica microbica e lo sviluppo di uova e larve di Engraulis encrasicolus - specie ittica pelagica di interesse commerciale. L'oggetto della ricerca è quindi molto articolato e riguarda lo studio del ruolo svolto microorganismi di diverse taglie dimensionali in termini 1) di biomassa (pico-, nano- e micro-plantonica), 2) di metabolismo (auto- ed etero-trofiche) e 3) di flusso di materia ed energia ai livelli trofici superiori (classica catena alimentare) o all'interno della popolazione microbica stessa (microbial loop). In aggiunta ai ricercatori dell'UO05 dell'IAMC di Messina (CNR), partecipano allo studio ricercatori afferenti ad altri gruppi del progetto RITMARE ed in particolare la dott.ssa Carmela Caroppo (SP4_WP3_AZ2_UO06), la Prof.ssa Serena Fonda Umani (SP6_WP2_ AZ4_UO01), i Dott. Bernardo Patti, Francesco Placenti e Angela Cuttitta dell'IAMC di Capo Granitola. Collabora inoltre ai campionamenti a bordo ed alla elaborazione dei dati la Dott. Roberta Larosa, che sta svolgendo presso l'IAMC di Messina, la tesi per la laurea magistrale in Biologia Marina presso l'Università degli Studi di Pisa. Infine partecipa alla ricerca il Prof. Rodolfo Paranhos dell'Università Federale di Rio de Janeiro (UFRJ), nell'ambito di una collaborazione di Short Term Mobility finanziata dal CNR (n.0044896 del Luglio 2013).
Rapporto intermedio delle attività svolte dalla U.O. SP2_WP1_AZ2_UO05
Rosabruna La Ferla;Marcella Leonardi;
2014
Abstract
Ancora poche sono le ricerche che indagano le relazioni tra reti trofiche e biogeochimica marina al fine di capire quali impatto avrà il cambiamento globale in atto sugli ecosistemi e sulle risorse marine (Salihoglu et al, 2013;. Painting, et al, 2013.). Tra le principali forzanti che determinano le dinamiche degli ecosistemi, Link et al (2012) individuano tre tipologie di pattern che influenzano la produttività ittica: i fattori biofisici (ambientali), i processi di sfruttamento (pesca) e quelli trofodinamici (interazioni tra specie). Di conseguenza, una corretta politica di gestione ecocompatibile del patrimonio naturale non può prescindere dal monitoraggio delle condizioni ambientali e delle dinamiche trofiche che regolano la funzionalità ecosistemica. La problematica diviene particolarmente delicata in relazione allo sfruttamento delle risorse biologiche nelle aree costiere e di transizione, che subiscono direttamente l'impatto della pressione antropica. I processi di trasferimento del carbonio organico dal comparto primario ai livelli superiori della catena trofica hanno un'importanza fondamentale per la qualità delle zone di produzione, mentre al contrario una scarsa funzionalità nei primi livelli trofici si traduce inevitabilmente in un disequilibrio ecosistemico di cui fanno le spese i consumatori secondari e terziari, sia in termini di produttività che di biodiversità. Gli obiettivi di ricerca di SP2-WP1-AZ2-UO05 sono quelli di approfondire le conoscenze sui popolamenti microbici in un'area di spawning e sulle interrelazioni esistenti tra la rete trofica microbica e lo sviluppo di uova e larve di Engraulis encrasicolus - specie ittica pelagica di interesse commerciale. L'oggetto della ricerca è quindi molto articolato e riguarda lo studio del ruolo svolto microorganismi di diverse taglie dimensionali in termini 1) di biomassa (pico-, nano- e micro-plantonica), 2) di metabolismo (auto- ed etero-trofiche) e 3) di flusso di materia ed energia ai livelli trofici superiori (classica catena alimentare) o all'interno della popolazione microbica stessa (microbial loop). In aggiunta ai ricercatori dell'UO05 dell'IAMC di Messina (CNR), partecipano allo studio ricercatori afferenti ad altri gruppi del progetto RITMARE ed in particolare la dott.ssa Carmela Caroppo (SP4_WP3_AZ2_UO06), la Prof.ssa Serena Fonda Umani (SP6_WP2_ AZ4_UO01), i Dott. Bernardo Patti, Francesco Placenti e Angela Cuttitta dell'IAMC di Capo Granitola. Collabora inoltre ai campionamenti a bordo ed alla elaborazione dei dati la Dott. Roberta Larosa, che sta svolgendo presso l'IAMC di Messina, la tesi per la laurea magistrale in Biologia Marina presso l'Università degli Studi di Pisa. Infine partecipa alla ricerca il Prof. Rodolfo Paranhos dell'Università Federale di Rio de Janeiro (UFRJ), nell'ambito di una collaborazione di Short Term Mobility finanziata dal CNR (n.0044896 del Luglio 2013).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.