Il Foglio 196 Cabella Ligure della Carta Geologica d'Italia in scala 1:50.000 è stato realizzato tramite una convenzione tra la Regione Piemonte e l'APAT - Servizio Geologico Nazionale stipulata nell'ambito del Progetto CARG per la realizzazione della nuova Carta geologica d'Italia in scala 1:50.000. Il rilevamento geologico del Foglio 196 Cabella Ligure e della relativa banca dati è stato affi data al CNR - Istituto di Geoscienze e Georisorse di Pisa attraverso una convenzione con il Servizio geologico della Regione Piemonte, le cui competenze in materia di cartografi a geologica sono state successivamente trasferite presso il Centro Regionale per le Ricerche Territoriali e Geologiche dell'ARPA Piemonte. L'area del Foglio Cabella Ligure ricade in quattro regioni. Per circa il 50% ricade in Piemonte (Provincia di Alessandria), per il 20% in Emilia-Romagna (Provincia di Piacenza) e per il 20% in Lombardia (Provincia di Pavia). Solo una piccola parte, circa il 10%, ricade nella Regione Liguria (Provincia di Genova). Il rilevamento geologico è stato affettuato sulle Carte Tecniche Regionali in scala 1:10.000 delle quattro regioni, mentre per la banca dati è stata utilizzata la cartografi a dell'Istituto Geografi co Militare in scala 1:25.000. La carta geologica in scala 1:50.000 è il risultato del rilevamento in scala 1:10.000 coordinato dal Prof. Michele Marroni del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Pisa e diretto dal Dott. Luca Pandolfi del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Pisa e dal Dott. Giuseppe Ottria dell'Unità Operativa di Pisa dell'Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR. I rilevamenti geologici, sempre in scala 1:10.000, sono stati eseguiti dai Dott. Andrea Bernardeschi, Andrea Cerrina Feroni, Alessandro Ellero, Nicola Levi, Giuseppe Ottria e Luca Pandolfi . La 8 biostratigrafi a è stata curata dalla Dott. Rita Catanzariti dell'Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR. Le analisi strutturali e microstrutturali sono stata curate dai Dott. Andrea Bernardeschi, Nicola Levi, Luca Pandolfi e Giuseppe Ottria. La petrografi a delle areniti è stata curata dal Dott. Luca Pandolfi . La banca dati e l'allestimento grafico sono stati realizzati dalla Dott. Anne Taini dell'Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR. Il Foglio Cabella Ligure è caratterizzato da un substrato rappresentato dalle Unità Subligure e Liguri, su cui si è sedimentata mediante una discordanza angolare la successione del Bacino Terziario Piemontese. I rilevamenti delle Unità Liguri e Subligure del substrato sono basati sul criterio litostratigrafi co e molte formazioni sono suddivise in sottounità litostratigrafi che (membri, litozone e litofacies). Per motivi di omogeneità nell'ambito del Progetto CARG, lo stesso approccio stratigrafi co è stato seguito per il rilevamento della successione del Bacino Terziario Piemontese. Le unità litostratigrafi che caratterizzate da una notevole varietà di litotipi (tipica la presenza di ofi oliti) associati in modo complesso e senza un apparente ordine stratigrafi co, interpretabili come mélange sedimentari, sono stati denominati "Complessi". Questo termine viene utilizzato in modo informale e con attribuzione di rango variabile, come previsto dai codici di nomenclatura stratigrafi ca (ISSC, 1976; Commissione per la Cartografi a Geologica e Geomorfologica - CNR, 1992). I nomi formazionali adottati nel Foglio Cabella Ligure sono conformi a quelli utilizzati nei confi nanti Fogli 197 Bobbio (SERVIZIO GEOLOGICO D'ITALIA, 1997), 215 Bargagli (SERVIZIO GEOLOGICO D'ITALIA, in stampa), 213-230 Genova (SERVIZIO GEOLOGICO D'ITALIA, in stampa) e 214 Bedonia (SERVIZIO GEOLOGICO D'ITALIA, 2008) della Carta Geologica d'Italia. Va sottolineato che i recenti progressi nella conoscenza geologica dell'Appennino hanno portato a ridefi nire alcune delle principali unità litostratigrafi che. Alcune unità sono state suddivise, altre accorpate, con variazioni di rango, quindi in molti casi queste unità non coincidono più con le unità litostratigrafi che presenti nella seconda edizione della Carta Geologica d'Italia alla scala 1:100.000 ed elencati in CARIMATI et alii (1981). Per lo spessore degli strati è stata adottata la classifi cazione di CAMPBELL (1967) con una modifi ca per gli strati con spessore superiore ai tre metri che vengono defi niti "megastrati". Le formazioni sono state raggruppate in unità tettoniche, come normalmente avviene nella cartografi a geologica delle catene a falde. La suddivisione in sottounità delle unità tettoniche è stata effettuata solo nei casi in cui le sottounità rivestono una importanza regionale o sono comunque signifi cative alla scala della carta. I principali contatti tettonici interni ad una unità tettonica o i contatti tra sottounità sono stati distinti come "contatti tettonici secondari". Sia durante i rilevamenti sia nella fase di revisione sono state effettuate campionature sistematiche in varie formazioni per lo studio dei nannofossili calcarei 9 al fi ne di ottenere un migliore inquadramento bio- e cronostratigrafi co delle stesse. Il contributo della biostratigrafi a è stato determinante per una completa ridefi nizione stratigrafi ca e una nuova interpretazione strutturale di alcune unità stratigrafi che note in letteratura. Occorre mettere in evidenza, che per quanto riguarda i depositi della successione del Bacino Terziario Piemontese, le caratteristiche stratigrafi che dei depositi marino-marginali affi oranti nel Foglio Cabella Ligure e le loro ottime esposizioni hanno permesso di realizzare una carta "prototipo" in scala 1:25.000, allegata alla carta geologica in scala 1.50.000. La novità scientifi ca di questa carta, realizzata da Luca Pandolfi ed Andrea Bernardeschi con il contributo di Lorenzo Papani, è costituita dal metodo in cui la successione del Bacino Terziario Piemontese è stata cartografata, utilizzando un approccio che prevede l'individuazione di unità delimitate da superfi ci di inconformità (UBSU), al cui interno sono state mantenute le suddivisioni litostratigrafi che (vedi Appendice 1).
Carta geologica d'Italia alla scala 1:50.000 Foglio 196 - Cabella Ligure e Note illustrative.
Marroni M;Ottria G;Pandolfi L;Catanzariti R;Taini A
2015
Abstract
Il Foglio 196 Cabella Ligure della Carta Geologica d'Italia in scala 1:50.000 è stato realizzato tramite una convenzione tra la Regione Piemonte e l'APAT - Servizio Geologico Nazionale stipulata nell'ambito del Progetto CARG per la realizzazione della nuova Carta geologica d'Italia in scala 1:50.000. Il rilevamento geologico del Foglio 196 Cabella Ligure e della relativa banca dati è stato affi data al CNR - Istituto di Geoscienze e Georisorse di Pisa attraverso una convenzione con il Servizio geologico della Regione Piemonte, le cui competenze in materia di cartografi a geologica sono state successivamente trasferite presso il Centro Regionale per le Ricerche Territoriali e Geologiche dell'ARPA Piemonte. L'area del Foglio Cabella Ligure ricade in quattro regioni. Per circa il 50% ricade in Piemonte (Provincia di Alessandria), per il 20% in Emilia-Romagna (Provincia di Piacenza) e per il 20% in Lombardia (Provincia di Pavia). Solo una piccola parte, circa il 10%, ricade nella Regione Liguria (Provincia di Genova). Il rilevamento geologico è stato affettuato sulle Carte Tecniche Regionali in scala 1:10.000 delle quattro regioni, mentre per la banca dati è stata utilizzata la cartografi a dell'Istituto Geografi co Militare in scala 1:25.000. La carta geologica in scala 1:50.000 è il risultato del rilevamento in scala 1:10.000 coordinato dal Prof. Michele Marroni del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Pisa e diretto dal Dott. Luca Pandolfi del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Pisa e dal Dott. Giuseppe Ottria dell'Unità Operativa di Pisa dell'Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR. I rilevamenti geologici, sempre in scala 1:10.000, sono stati eseguiti dai Dott. Andrea Bernardeschi, Andrea Cerrina Feroni, Alessandro Ellero, Nicola Levi, Giuseppe Ottria e Luca Pandolfi . La 8 biostratigrafi a è stata curata dalla Dott. Rita Catanzariti dell'Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR. Le analisi strutturali e microstrutturali sono stata curate dai Dott. Andrea Bernardeschi, Nicola Levi, Luca Pandolfi e Giuseppe Ottria. La petrografi a delle areniti è stata curata dal Dott. Luca Pandolfi . La banca dati e l'allestimento grafico sono stati realizzati dalla Dott. Anne Taini dell'Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR. Il Foglio Cabella Ligure è caratterizzato da un substrato rappresentato dalle Unità Subligure e Liguri, su cui si è sedimentata mediante una discordanza angolare la successione del Bacino Terziario Piemontese. I rilevamenti delle Unità Liguri e Subligure del substrato sono basati sul criterio litostratigrafi co e molte formazioni sono suddivise in sottounità litostratigrafi che (membri, litozone e litofacies). Per motivi di omogeneità nell'ambito del Progetto CARG, lo stesso approccio stratigrafi co è stato seguito per il rilevamento della successione del Bacino Terziario Piemontese. Le unità litostratigrafi che caratterizzate da una notevole varietà di litotipi (tipica la presenza di ofi oliti) associati in modo complesso e senza un apparente ordine stratigrafi co, interpretabili come mélange sedimentari, sono stati denominati "Complessi". Questo termine viene utilizzato in modo informale e con attribuzione di rango variabile, come previsto dai codici di nomenclatura stratigrafi ca (ISSC, 1976; Commissione per la Cartografi a Geologica e Geomorfologica - CNR, 1992). I nomi formazionali adottati nel Foglio Cabella Ligure sono conformi a quelli utilizzati nei confi nanti Fogli 197 Bobbio (SERVIZIO GEOLOGICO D'ITALIA, 1997), 215 Bargagli (SERVIZIO GEOLOGICO D'ITALIA, in stampa), 213-230 Genova (SERVIZIO GEOLOGICO D'ITALIA, in stampa) e 214 Bedonia (SERVIZIO GEOLOGICO D'ITALIA, 2008) della Carta Geologica d'Italia. Va sottolineato che i recenti progressi nella conoscenza geologica dell'Appennino hanno portato a ridefi nire alcune delle principali unità litostratigrafi che. Alcune unità sono state suddivise, altre accorpate, con variazioni di rango, quindi in molti casi queste unità non coincidono più con le unità litostratigrafi che presenti nella seconda edizione della Carta Geologica d'Italia alla scala 1:100.000 ed elencati in CARIMATI et alii (1981). Per lo spessore degli strati è stata adottata la classifi cazione di CAMPBELL (1967) con una modifi ca per gli strati con spessore superiore ai tre metri che vengono defi niti "megastrati". Le formazioni sono state raggruppate in unità tettoniche, come normalmente avviene nella cartografi a geologica delle catene a falde. La suddivisione in sottounità delle unità tettoniche è stata effettuata solo nei casi in cui le sottounità rivestono una importanza regionale o sono comunque signifi cative alla scala della carta. I principali contatti tettonici interni ad una unità tettonica o i contatti tra sottounità sono stati distinti come "contatti tettonici secondari". Sia durante i rilevamenti sia nella fase di revisione sono state effettuate campionature sistematiche in varie formazioni per lo studio dei nannofossili calcarei 9 al fi ne di ottenere un migliore inquadramento bio- e cronostratigrafi co delle stesse. Il contributo della biostratigrafi a è stato determinante per una completa ridefi nizione stratigrafi ca e una nuova interpretazione strutturale di alcune unità stratigrafi che note in letteratura. Occorre mettere in evidenza, che per quanto riguarda i depositi della successione del Bacino Terziario Piemontese, le caratteristiche stratigrafi che dei depositi marino-marginali affi oranti nel Foglio Cabella Ligure e le loro ottime esposizioni hanno permesso di realizzare una carta "prototipo" in scala 1:25.000, allegata alla carta geologica in scala 1.50.000. La novità scientifi ca di questa carta, realizzata da Luca Pandolfi ed Andrea Bernardeschi con il contributo di Lorenzo Papani, è costituita dal metodo in cui la successione del Bacino Terziario Piemontese è stata cartografata, utilizzando un approccio che prevede l'individuazione di unità delimitate da superfi ci di inconformità (UBSU), al cui interno sono state mantenute le suddivisioni litostratigrafi che (vedi Appendice 1).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.