Obiettivo di questo rapporto è quello di esplorare i principali avanzamenti tecnologici all'interno di alcune filiere, segnatamente del vino, della pasta, dell'olio e del latte e dei suoi derivati, proponendo l'analisi di una serie di aziende agroalimentari italiane ed europee che hanno implementato con successo differenti innovazioni tecnologiche. L'analisi è tesa ad individuare i fattori che hanno contribuito al processo di innovazione e che possono rappresentare dei sentieri percorribili da altre imprese nel processo di riorganizzazione aziendale. Il presente rapporto è strutturato come segue: il primo capitolo, di carattere teorico, esplora il concetto d'innovazione e le sue varie classificazioni riconosciute in letteratura. In particolare, il lavoro fa riferimento alla classificazione descritta nel Manuele di Oslo (2005) dall'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECD) e dall'Eurostat, che suddivide le innovazioni in quattro tipologie: prodotto, processo, organizzative e di marketing. La scelta di utilizzare questa classificazione è stata dettata dalla possibilità di poter mettere a confronto i dati macroeconomici derivanti dall'Istat, che adotta questa tipologia di classificazione, con le tendenze emerse dall'analisi desk sull'innovazione delle imprese agroalimentari presenti nel capitolo quattro dello studio. Il secondo capitolo fornisce alcuni dati strutturali del settore agroalimentare italiano, e offre un'analisi dell'innovazione a livello macroeconomico attraverso l'analisi degli investimenti in ricerca e sviluppo realizzati dalle aziende del settore nel periodo 2008-2010. Nello specifico viene analizzato il peso economico del comparto agroalimentare in Italia, costituito da un tessuto industriale prevalentemente frammentato, in cui il valore aggiunto lungo le filiere viene assorbito in gran parte dalla Grande Distribuzione Organizzata (GDO). Questo contesto comporta, per le aziende di piccole dimensione, margini di profitto ridotti e, conseguentemente, limitate risorse economiche da investire in innovazioni. Il terzo capitolo analizza le principali politiche di ricerca nazionali a favore del sistema agroalimentare italiano, con particolare attenzione alle realtà dei distretti ad alta tecnologia e dei laboratori pubblico privato presenti nel nostro paese, quali incubatori di progetti innovativi per il comparto. I distretti ad alta tecnologia rappresentano un modello di innovazione promosso dall'Unione europea in quanto adotta una struttura di governance pubblico privata che garantisce l'integrazione e l'interazione continua tra imprese, università/centri di ricerca ed amministrazioni, e facilita l'incontro fra domanda e offerta di ricerca su progetti specifici per accrescere la competitività delle imprese del territorio. A seguito di una preliminare attività di descrizione della struttura delle filiere, il quarto capitolo offre un panoramica delle principali best practice italiane e europee. In particolare, vengono analizzati, attraverso un analisi desk, i cambiamenti aziendali che le imprese hanno realizzato in seguito all'implementazione ed adozione di specifiche innovazioni tecnologiche. La scelta delle best practice è stata presa considerando le esperienze più significative che hanno permesso di ottenere migliori risultati in termini di performance aziendali, relativamente all'introduzione di innovazioni emergenti o derivanti da altri settori. Dall'analisi dei quarantacinque casi analizzati, di cui quattordici appartenenti alla filiera vitivinicola, dieci a quella olivicola, dieci alla filiera della pasta e undici alla lattiero-casearia, risulta che le imprese hanno già espresso una domanda di innovazione che ha trovato o sta trovando una sua risposta attraverso attività in-house o mediante progetti commissionati a centri di ricerca. Il lavoro si conclude con un'analisi sulle best practice e con un focus su quali siano i trend dell'innovazione relativamente alle filiere analizzate. Allo scopo è stata utilizzata una matrice per mettere in luce i risultati di tale ricerca, evidenziando in particolar modo quale sia il ruolo dei partenariati pubblico privato (PPP) come strumento alternativo per favorire i processi innovativi delle aziende agroalimentari europee ed italiane.

Analisi delle Best Practices

Fabio Magnotti;Daniela de Gregorio;Marcella De Martino
2014

Abstract

Obiettivo di questo rapporto è quello di esplorare i principali avanzamenti tecnologici all'interno di alcune filiere, segnatamente del vino, della pasta, dell'olio e del latte e dei suoi derivati, proponendo l'analisi di una serie di aziende agroalimentari italiane ed europee che hanno implementato con successo differenti innovazioni tecnologiche. L'analisi è tesa ad individuare i fattori che hanno contribuito al processo di innovazione e che possono rappresentare dei sentieri percorribili da altre imprese nel processo di riorganizzazione aziendale. Il presente rapporto è strutturato come segue: il primo capitolo, di carattere teorico, esplora il concetto d'innovazione e le sue varie classificazioni riconosciute in letteratura. In particolare, il lavoro fa riferimento alla classificazione descritta nel Manuele di Oslo (2005) dall'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECD) e dall'Eurostat, che suddivide le innovazioni in quattro tipologie: prodotto, processo, organizzative e di marketing. La scelta di utilizzare questa classificazione è stata dettata dalla possibilità di poter mettere a confronto i dati macroeconomici derivanti dall'Istat, che adotta questa tipologia di classificazione, con le tendenze emerse dall'analisi desk sull'innovazione delle imprese agroalimentari presenti nel capitolo quattro dello studio. Il secondo capitolo fornisce alcuni dati strutturali del settore agroalimentare italiano, e offre un'analisi dell'innovazione a livello macroeconomico attraverso l'analisi degli investimenti in ricerca e sviluppo realizzati dalle aziende del settore nel periodo 2008-2010. Nello specifico viene analizzato il peso economico del comparto agroalimentare in Italia, costituito da un tessuto industriale prevalentemente frammentato, in cui il valore aggiunto lungo le filiere viene assorbito in gran parte dalla Grande Distribuzione Organizzata (GDO). Questo contesto comporta, per le aziende di piccole dimensione, margini di profitto ridotti e, conseguentemente, limitate risorse economiche da investire in innovazioni. Il terzo capitolo analizza le principali politiche di ricerca nazionali a favore del sistema agroalimentare italiano, con particolare attenzione alle realtà dei distretti ad alta tecnologia e dei laboratori pubblico privato presenti nel nostro paese, quali incubatori di progetti innovativi per il comparto. I distretti ad alta tecnologia rappresentano un modello di innovazione promosso dall'Unione europea in quanto adotta una struttura di governance pubblico privata che garantisce l'integrazione e l'interazione continua tra imprese, università/centri di ricerca ed amministrazioni, e facilita l'incontro fra domanda e offerta di ricerca su progetti specifici per accrescere la competitività delle imprese del territorio. A seguito di una preliminare attività di descrizione della struttura delle filiere, il quarto capitolo offre un panoramica delle principali best practice italiane e europee. In particolare, vengono analizzati, attraverso un analisi desk, i cambiamenti aziendali che le imprese hanno realizzato in seguito all'implementazione ed adozione di specifiche innovazioni tecnologiche. La scelta delle best practice è stata presa considerando le esperienze più significative che hanno permesso di ottenere migliori risultati in termini di performance aziendali, relativamente all'introduzione di innovazioni emergenti o derivanti da altri settori. Dall'analisi dei quarantacinque casi analizzati, di cui quattordici appartenenti alla filiera vitivinicola, dieci a quella olivicola, dieci alla filiera della pasta e undici alla lattiero-casearia, risulta che le imprese hanno già espresso una domanda di innovazione che ha trovato o sta trovando una sua risposta attraverso attività in-house o mediante progetti commissionati a centri di ricerca. Il lavoro si conclude con un'analisi sulle best practice e con un focus su quali siano i trend dell'innovazione relativamente alle filiere analizzate. Allo scopo è stata utilizzata una matrice per mettere in luce i risultati di tale ricerca, evidenziando in particolar modo quale sia il ruolo dei partenariati pubblico privato (PPP) come strumento alternativo per favorire i processi innovativi delle aziende agroalimentari europee ed italiane.
2014
Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo - IRISS
innovazione; best practice; agroalimentare; ICT
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/308924
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