In un mondo sempre più globalizzato, gli abiti sono il frutto di un lungo processo produttivo dove origine delle materie prime, luoghi di lavorazione e consumo diventano più lontani tra loro. Così le scelte delle imprese e dei consumatori hanno ricadute economiche, ambientali, sociali ed etiche sempre più complesse e difficili da controllare da parte del singolo attore socioeconomico. In questo panorama, sta lentamente avvenendo quanto si è già verificato per il cibo: si fa strada una nuova sensibilità per cui bello e buono, estetica ed etica sono concetti conciliabili, necessari e strategici per il futuro della moda e del nostro pianeta. Il libro presenta un caso di innovazione nel campo della Filiera Tessile e Abbigliamento (T&A): l'utilizzo di lana rustica italiana, scarto dell'allevamento ovino, per la produzione di capi di sartoria e maglieria. Questa materia prima, a cui il settore laniero non è attualmente interessato perché piuttosto ruvida e pesante, è al centro di numerosi progetti di recupero e valorizzazione. Tra questi, il Progetto Filiera Tessile Sostenibile (FTS) del Consiglio Nazionale delle Ricerche che ha permesso la realizzazione della ricerca. Questo lavoro descrive l'analisi economica condotta sui casi di impiego di lana rustica per il T&A operativi in Italia, in particolare la filiera toscana realizzata nell'ambito del Progetto FTS. Poiché si tratta di filiere ancora in costruzione, i costi, i modelli organizzativi, le scelte manageriali sono ancora poco esplorati, così come l'interesse dei consumatori, la loro percezione del valore dei capi in lana rustica, le strategie di design e marketing. Gli abiti di lana italiana contengono diversi attributi di sostenibilità. Al tempo stesso, malgrado i notevoli miglioramenti tecnici, sono ancora lontani dai capi in lana che ci siamo abituati a indossare negli ultimi decenni: sempre più morbidi e leggeri, complici anche ambienti interni più riscaldati. Il libro ci aiuta a capire che un cambio di paradigma è possibile. Il tessile sostenibile può essere veicolo di progresso e innovazione, tutela dell'ambiente, sviluppo per l'allevamento ovino, valorizzazione del territorio e delle sue risorse, sostegno del mestiere artigiano e piena soddisfazione del consumatore finale. È necessario continuare a investire in ricerca e innovazione, sensibilizzare i consumatori e sostenere quelle imprese coraggiose che si cimentano nella sfida di trasformare la lana da rifiuto in valore.

Economia del tessile sostenibile: la lana italiana

Elena Pagliarino;Monica Cariola;
2016

Abstract

In un mondo sempre più globalizzato, gli abiti sono il frutto di un lungo processo produttivo dove origine delle materie prime, luoghi di lavorazione e consumo diventano più lontani tra loro. Così le scelte delle imprese e dei consumatori hanno ricadute economiche, ambientali, sociali ed etiche sempre più complesse e difficili da controllare da parte del singolo attore socioeconomico. In questo panorama, sta lentamente avvenendo quanto si è già verificato per il cibo: si fa strada una nuova sensibilità per cui bello e buono, estetica ed etica sono concetti conciliabili, necessari e strategici per il futuro della moda e del nostro pianeta. Il libro presenta un caso di innovazione nel campo della Filiera Tessile e Abbigliamento (T&A): l'utilizzo di lana rustica italiana, scarto dell'allevamento ovino, per la produzione di capi di sartoria e maglieria. Questa materia prima, a cui il settore laniero non è attualmente interessato perché piuttosto ruvida e pesante, è al centro di numerosi progetti di recupero e valorizzazione. Tra questi, il Progetto Filiera Tessile Sostenibile (FTS) del Consiglio Nazionale delle Ricerche che ha permesso la realizzazione della ricerca. Questo lavoro descrive l'analisi economica condotta sui casi di impiego di lana rustica per il T&A operativi in Italia, in particolare la filiera toscana realizzata nell'ambito del Progetto FTS. Poiché si tratta di filiere ancora in costruzione, i costi, i modelli organizzativi, le scelte manageriali sono ancora poco esplorati, così come l'interesse dei consumatori, la loro percezione del valore dei capi in lana rustica, le strategie di design e marketing. Gli abiti di lana italiana contengono diversi attributi di sostenibilità. Al tempo stesso, malgrado i notevoli miglioramenti tecnici, sono ancora lontani dai capi in lana che ci siamo abituati a indossare negli ultimi decenni: sempre più morbidi e leggeri, complici anche ambienti interni più riscaldati. Il libro ci aiuta a capire che un cambio di paradigma è possibile. Il tessile sostenibile può essere veicolo di progresso e innovazione, tutela dell'ambiente, sviluppo per l'allevamento ovino, valorizzazione del territorio e delle sue risorse, sostegno del mestiere artigiano e piena soddisfazione del consumatore finale. È necessario continuare a investire in ricerca e innovazione, sensibilizzare i consumatori e sostenere quelle imprese coraggiose che si cimentano nella sfida di trasformare la lana da rifiuto in valore.
2016
Istituto di Ricerca sulla Crescita Economica Sostenibile - IRCrES
978-88-917-1424-4
lana
tessile
sostenibilità
economia circolare
usi alternativi
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/316125
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