Quando parliamo di Internet parliamo di qualcosa che riguarda tutti, si tutti anche i paesi più sfortunati. Oltre il 70% degli abitanti del contenente africano non è ancora connesso. Quasi un miliardo di persone sconnesse, in Italia si direbbe fuori dal futuro! Un divide, quello digitale, che rischia di aumentare le diseguaglianze già tristemente note in quel continente. Nel 1992 il CNUCE, istituto del CNR di Pisa che da poco aveva connesso l'Italia ad Internet, si lanciava nell'avventura di portare quella rete in oltre 15 paesi del continente africano: con un finanziamento di circa un milione di dollari del governo Italiano, sotto l'egida dell'UNESCO, si dovevano porre le basi per favorire i primi collegamenti. La nostra missione consisteva nell'acquisire e trasferire attrezzature, nel fornire assistenza tecnica per realizzare le connessioni di rete in numerose università africane e soprattutto nel formare gli amici e colleghi di quei paesi, sia attraverso numerosi corsi per operatori di rete tenuti in loco, sia organizzando la loro partecipazione ai principali incontri internazionali sulle reti. Il progetto si chiamava RINAF (Regional Informatic Networks for Africa), e segnò indubbiamente l'inizio della mia avventura africana, oltre all'entusiasmante impatto con il mondo di Internet.
Chi ha portato Internet in Africa? Prima di una rete di computer bisogna costruire reti di persone; l'Italia l'ha fatto
Lazzaroni A
2016
Abstract
Quando parliamo di Internet parliamo di qualcosa che riguarda tutti, si tutti anche i paesi più sfortunati. Oltre il 70% degli abitanti del contenente africano non è ancora connesso. Quasi un miliardo di persone sconnesse, in Italia si direbbe fuori dal futuro! Un divide, quello digitale, che rischia di aumentare le diseguaglianze già tristemente note in quel continente. Nel 1992 il CNUCE, istituto del CNR di Pisa che da poco aveva connesso l'Italia ad Internet, si lanciava nell'avventura di portare quella rete in oltre 15 paesi del continente africano: con un finanziamento di circa un milione di dollari del governo Italiano, sotto l'egida dell'UNESCO, si dovevano porre le basi per favorire i primi collegamenti. La nostra missione consisteva nell'acquisire e trasferire attrezzature, nel fornire assistenza tecnica per realizzare le connessioni di rete in numerose università africane e soprattutto nel formare gli amici e colleghi di quei paesi, sia attraverso numerosi corsi per operatori di rete tenuti in loco, sia organizzando la loro partecipazione ai principali incontri internazionali sulle reti. Il progetto si chiamava RINAF (Regional Informatic Networks for Africa), e segnò indubbiamente l'inizio della mia avventura africana, oltre all'entusiasmante impatto con il mondo di Internet.| File | Dimensione | Formato | |
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