Il Canale di Sicilia è un'area di particolare interesse per lo studio dei processi di impatto antropico che insistono nel bacino Mediterraneo, ed è un caso studio chiave per la comprensione delle dinamiche di trasferimento e trasporto di contaminanti all'interno del bacino stesso (sia in forma diffusa che localizzata). La presenza dal 1965 di uno dei più grandi petrolchimici d'Europa presente nell'area più settentrionale del canale (città di Gela), gli effetti del traffico marittimo di grande stazza tra i più intensi all'interno del bacino Mediterraneo, gli effetti di contaminazione da parte di diverse piattaforme petrolifere presenti nell'area e soprattutto della più grande piattaforma off-shore del Mediterraneo (Edison, Vega A), oltre all'input di contaminanti dall'area settentrionale dell'Africa, nonché la recente individuazione di numerosi relitti sommersi di diversa origine, rappresentano tutti elementi che rendono l'area del Canale di Sicilia particolarmente rilevante per lo studio dei fenomeni di accumulo, trasferimento e trasformazione di contaminanti organici ed inorganici a livello locale e alla scala di bacino. Lo studio dello stato di salute del Mar Mediterraneo e la conoscenza dei fenomeni di accumulo e trasferimento di contaminanti nel e dall'ambiente marino è una delle indicazioni imperative della Marine Strategy Framework Directive (Direttiva 2008/56EC) e rappresenta un obiettivo strategico per il nostro paese che dalle risorse del mare sensu latu trae ricchezza. Il progetto europeo PERSEUS, recentemente finanziato, si concentra sullo studio dei processi che avvengono nell'area del Canale di Sicilia, e si propone come obiettivo primario, in ottemperanza ai dettami della MSFD, lo studio dei processi di contaminazione e trasferimento di contaminanti di diversa origine nell'ambito del bacino Mediterraneo. Obiettivo principale di questa campagna oceanografica era quello di studiare in dettaglio, a valle dei risultati della precedente campagna oceanografica ANOMCITY_2012 ed a completamento della stessa, i livelli di contaminazione, le modalità di trasferimento e di accumulo di metalli pesanti e composti organici (IPA, PCB, Pesticidi, Diossine, Idrocarburi pesanti) nell'area del Canale di Sicilia, con riferimento particolare a: i) effetti di immissione di inquinanti da parte del petrolchimico di Gela; ii) gli effetti di contaminazione da parte delle piattaforme petrolifere Vega A e Falconara; iii) dei fenomeni di immissione di contaminanti da parte delle industri dislocate sul fronte settentrionale del Maghreb. Inoltre, lo studio specifico di un areale morfologico complesso, quale quello del Seamount Empedocle, fornisce una possibilità unica per comprendere se i fenomeni di emissione idrotermale, di emissioni vulcaniche attive (quali, ad esempio, quelle del noto cono dell'Isola Ferdinandea) e della presenza di prodotti vulcanici al fondo mare, o emissioni di CO2 da sistemi sedimentari (con morfologie tipo pockmarks e mud volcanoes) possono introdurre un'aliquota di "perturbazione chimica" all'interno dell'intero sistema. Il campionamento di matrici differenti (sedimenti, acqua, atmosfera e biota) permette di studiare i meccanismi che stanno all'origine dei fenomeni di impatto antropico, i processi di trasporto e trasferimento nei vari comparti ambientali e in altre aree del bacino. Inoltre, l'analisi di campioni di sedimento prelevato tramite box corer e carote opportunamente datato tramite tecniche radiometriche 210Pb e 137Cs permette di studiare l'evoluzione della contaminazione nel recente passato, con la costruzione di un database storico georiferito dei siti campionati. Particolare attenzione verrà indirizzata anche sui sistemi morfologici dei settori oggetti di studio, al fine di verificare le caratteristiche specifiche e peculiari di ciascun sito rispetto alla distribuzione degli inquinanti, che verranno analizzati anche nel complesso delle unità morfologiche presenti nell'area ed alla possibilità che determinate morfologie (ad es., piattaforme più o meno estese, scarpate con presenza di canyon, etc.) siano in grado di incidere in modo rilevante sulla distribuzione finale degli inquinanti stessi. Lo studio dei sistemi di canyon, che tendono a fungere da raccordo sedimentologico fra la piattaforma e gli ambienti profondi, potrebbe produrre informazioni significative sui modelli di trasporto di sedimento inquinato e redistribuzione in ambiente profondo. In tal senso, la capacità di determinate correnti di produrre un significativo trasporto di masse di sedimento in aree di trasporto massivo (quali le aree dei canyon, sul cui thalweg tipicamente si insinuano correnti di torbida) assume un ruolo fondamentale nella comprensione del meccanismo globale di redistribuzione degli inquinanti nel sotto-sitema in esame (dalla costa al livello di base dell'erosione) e, più in generale, dell'intero sistema mare.

Campagna Oceanografica ANOMCITY_2013. Technical Report. CNR - IAMC , Napoli

Di Martino Gabriella;Passaro;Salvatore;Sprovieri Mario;Oliveri Elvira;Del Core Marianna;Traina Anna;Filardo Dario;Bonsignore Maria;De Luca Biagio;Salvatore
2013

Abstract

Il Canale di Sicilia è un'area di particolare interesse per lo studio dei processi di impatto antropico che insistono nel bacino Mediterraneo, ed è un caso studio chiave per la comprensione delle dinamiche di trasferimento e trasporto di contaminanti all'interno del bacino stesso (sia in forma diffusa che localizzata). La presenza dal 1965 di uno dei più grandi petrolchimici d'Europa presente nell'area più settentrionale del canale (città di Gela), gli effetti del traffico marittimo di grande stazza tra i più intensi all'interno del bacino Mediterraneo, gli effetti di contaminazione da parte di diverse piattaforme petrolifere presenti nell'area e soprattutto della più grande piattaforma off-shore del Mediterraneo (Edison, Vega A), oltre all'input di contaminanti dall'area settentrionale dell'Africa, nonché la recente individuazione di numerosi relitti sommersi di diversa origine, rappresentano tutti elementi che rendono l'area del Canale di Sicilia particolarmente rilevante per lo studio dei fenomeni di accumulo, trasferimento e trasformazione di contaminanti organici ed inorganici a livello locale e alla scala di bacino. Lo studio dello stato di salute del Mar Mediterraneo e la conoscenza dei fenomeni di accumulo e trasferimento di contaminanti nel e dall'ambiente marino è una delle indicazioni imperative della Marine Strategy Framework Directive (Direttiva 2008/56EC) e rappresenta un obiettivo strategico per il nostro paese che dalle risorse del mare sensu latu trae ricchezza. Il progetto europeo PERSEUS, recentemente finanziato, si concentra sullo studio dei processi che avvengono nell'area del Canale di Sicilia, e si propone come obiettivo primario, in ottemperanza ai dettami della MSFD, lo studio dei processi di contaminazione e trasferimento di contaminanti di diversa origine nell'ambito del bacino Mediterraneo. Obiettivo principale di questa campagna oceanografica era quello di studiare in dettaglio, a valle dei risultati della precedente campagna oceanografica ANOMCITY_2012 ed a completamento della stessa, i livelli di contaminazione, le modalità di trasferimento e di accumulo di metalli pesanti e composti organici (IPA, PCB, Pesticidi, Diossine, Idrocarburi pesanti) nell'area del Canale di Sicilia, con riferimento particolare a: i) effetti di immissione di inquinanti da parte del petrolchimico di Gela; ii) gli effetti di contaminazione da parte delle piattaforme petrolifere Vega A e Falconara; iii) dei fenomeni di immissione di contaminanti da parte delle industri dislocate sul fronte settentrionale del Maghreb. Inoltre, lo studio specifico di un areale morfologico complesso, quale quello del Seamount Empedocle, fornisce una possibilità unica per comprendere se i fenomeni di emissione idrotermale, di emissioni vulcaniche attive (quali, ad esempio, quelle del noto cono dell'Isola Ferdinandea) e della presenza di prodotti vulcanici al fondo mare, o emissioni di CO2 da sistemi sedimentari (con morfologie tipo pockmarks e mud volcanoes) possono introdurre un'aliquota di "perturbazione chimica" all'interno dell'intero sistema. Il campionamento di matrici differenti (sedimenti, acqua, atmosfera e biota) permette di studiare i meccanismi che stanno all'origine dei fenomeni di impatto antropico, i processi di trasporto e trasferimento nei vari comparti ambientali e in altre aree del bacino. Inoltre, l'analisi di campioni di sedimento prelevato tramite box corer e carote opportunamente datato tramite tecniche radiometriche 210Pb e 137Cs permette di studiare l'evoluzione della contaminazione nel recente passato, con la costruzione di un database storico georiferito dei siti campionati. Particolare attenzione verrà indirizzata anche sui sistemi morfologici dei settori oggetti di studio, al fine di verificare le caratteristiche specifiche e peculiari di ciascun sito rispetto alla distribuzione degli inquinanti, che verranno analizzati anche nel complesso delle unità morfologiche presenti nell'area ed alla possibilità che determinate morfologie (ad es., piattaforme più o meno estese, scarpate con presenza di canyon, etc.) siano in grado di incidere in modo rilevante sulla distribuzione finale degli inquinanti stessi. Lo studio dei sistemi di canyon, che tendono a fungere da raccordo sedimentologico fra la piattaforma e gli ambienti profondi, potrebbe produrre informazioni significative sui modelli di trasporto di sedimento inquinato e redistribuzione in ambiente profondo. In tal senso, la capacità di determinate correnti di produrre un significativo trasporto di masse di sedimento in aree di trasporto massivo (quali le aree dei canyon, sul cui thalweg tipicamente si insinuano correnti di torbida) assume un ruolo fondamentale nella comprensione del meccanismo globale di redistribuzione degli inquinanti nel sotto-sitema in esame (dalla costa al livello di base dell'erosione) e, più in generale, dell'intero sistema mare.
2013
Istituto per l'Ambiente Marino Costiero - IAMC - Sede Napoli
Mediterraneo
impatto antropico
metalli pesanti
contaminanti organici e inorganici
sedimenti marini
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/320107
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