Come molte discipline mediche, in Occidente la Neurologia affonda le sue radici nel Corpus Hippocraticum e, come predetto da Ippocrate (480-390 a.C.), [...] il resto nel futuro sarà scoperto [...]. Inizia così una lenta evoluzione che parte da Aulo Cornelio Celso (I secolo d.C.), all'inizio dell'Era Cristiana e, passando per Claudio Galeno (129 - 201) prima, ed Avicenna (980 - 1037) insieme a Costantino Africano (1010 ca. - 1087) poi, si arriva, dopo Paracelso (1493 - 1541), all'opera "Il Saggiatore" di Galileo Galilei (1564 - 1642) la quale pone le basi del metodo scientifico su tutto il sapere. Così, il medico diventa meno filosofo e più osservatore. Relativamente a quella parte anatomica che prenderà il nome di Sistema Nervoso, Andrea Vesalio (1514 - 1564), in pieno Rinascimento, osserva le fibre dei nervi nella carne bollita e due secoli più avanti Felice Fontana (1730 - 1805) distingue gli assoni sensoriali e motori e, dopo la identificazione del nucleo e del nucleolo della cellula nervosa, Robert Remak (1815 - 1865), nel 1838, stabilisce che da quest'ultima prendono origine le fibre nervose. Successivamente, nel 1839, Theodor Schwann (1810 - 1881) descrive la guaina mielinica. Una chiara rappresentazione della cellula nervosa che Wilhelm Waldeyer Hartz (1836 - 1921) denomina "neurone" (dal greco neuron, termine con cui la scuola ippocratica indica i nervi ma anche i tendini, i legamenti, le vene, i dotti deferenti), è data da Otto Deiters (1834 - 1863) il quale distingue il corpo cellulare, i processi protoplasmatici (dendriti) e il cilindrasse (assone). Fatta chiarezza sui componenti del neurone, Joseph von Gerlach (1820 - 1896) sostiene e con lui, poi, una parte della comunità scientifica, che questa cellula è l'elemento di una rete protoplasmatica. Un'idea ancora più chiara di quella che è la rete nervosa è fornita da Camillo Golgi (1843 - 1926), fautore della teoria "reticolarista" che vede nella sostanza grigia del sistema nervoso una rete costituita da neurofibrille intrecciate ed interconnesse. A questa concezione isto-neurologica si oppone Santiago Ramòn y Cajal (1852 - 1934) con la sua teoria "neuronista", secondo la quale i neuroni sono uniti per contiguità e non per continuità. Il fermento scientifico moderno prosegue con gli anni tra i secoli XIX e XX segnando i primi passi della nascente Neurologia che vive una forte separazione di pensiero tra la neonata scuola dei "Somatici" (che vedono la malattia psichica come effetto di causa organica) e quella degli "Psichici" (che vedono la psiche come base dei disturbi mentali). In questo clima lavora Alois Alzheimer, [...] il medico dei pazzi con il microscopio [...], come amano definirlo, scherzosamente, i suoi colleghi. Da fervente assertore dei "Somatici", le malattie psichiche da lui studiate diventano malattie del cervello, tanto da vederlo, insieme a Franz Nissl (1860 - 1919), iniziatore degli studi della patologia istologica della corteccia cerebrale. Nell'ambito di tale linea di ricerca rientra il suo interesse per la demenza senile, iniziato nel 1901 con la visita e successiva intervista alla paziente Auguste D.. Il 9 aprile 1906, informato della morte di quest'ultima, chiede alle Autorità di mettergli a disposizione il cervello per lo studio istologico, condotto in collaborazione con Gaetano Perusini (1879 - 1915) e Francesco Bonfiglio (1883 - 1966). La sua ipotesi sulla organicità della demenza senile é esatta! Si tratta infatti di atrofia della corteccia cerebrale. Il risultato clinico ed anatomo-patologico è presentato alla XXXVII Riunione degli Psichiatri della Germania Meridionale, a Tubinga, nel novembre 1906. Alzheimer ottiene gratificazione di questo alto risultato scientifico quando il suo maestro, Emil Kraepelin (1888 - 1964), portando a compimento nel 1910 il manuale "Psichiatria Generale e Psichiatria Clinica", oltre a ringraziarlo nella prefazione, amplia il VII capitolo "Pazzia senile e presenile", con il paragrafo "Sclerosi cerebrale senile o malattia di Alzheimer". Questa è la prima volta che la malattia è denominata "di Alzheimer". A quell'infelice "esercito di pazzi" già liberato dalla contenzione con catene da Jean-Philippe Pinel (1745 - 1826) nel 1792 in Francia, Alzheimer in Germania, all'inizio del XX secolo, applica la terapia "non costrittiva" caratterizzata, tra l'altro, dal dialogo col paziente. Così scrive di Alzheimer il suo Maestro Emil Kraepelin, [...] un assistente abile e preoccupato paternamente [con una] [...] concezione disinteressata del suo difficile compito [...]. Queste pagine che raccolgono brevemente la vita, gli studi, l'attività scientifica e professionale di Alois Alzheimer, intendono essere omaggio a quell'illustre medico impegnato nella Psichiatria che nel tardo Ottocento contribuì a creare le basi della Neurologia contemporanea. Gli Autori

Alois Alzheimer

Anna Piro;Antonio Tagarelli
2016

Abstract

Come molte discipline mediche, in Occidente la Neurologia affonda le sue radici nel Corpus Hippocraticum e, come predetto da Ippocrate (480-390 a.C.), [...] il resto nel futuro sarà scoperto [...]. Inizia così una lenta evoluzione che parte da Aulo Cornelio Celso (I secolo d.C.), all'inizio dell'Era Cristiana e, passando per Claudio Galeno (129 - 201) prima, ed Avicenna (980 - 1037) insieme a Costantino Africano (1010 ca. - 1087) poi, si arriva, dopo Paracelso (1493 - 1541), all'opera "Il Saggiatore" di Galileo Galilei (1564 - 1642) la quale pone le basi del metodo scientifico su tutto il sapere. Così, il medico diventa meno filosofo e più osservatore. Relativamente a quella parte anatomica che prenderà il nome di Sistema Nervoso, Andrea Vesalio (1514 - 1564), in pieno Rinascimento, osserva le fibre dei nervi nella carne bollita e due secoli più avanti Felice Fontana (1730 - 1805) distingue gli assoni sensoriali e motori e, dopo la identificazione del nucleo e del nucleolo della cellula nervosa, Robert Remak (1815 - 1865), nel 1838, stabilisce che da quest'ultima prendono origine le fibre nervose. Successivamente, nel 1839, Theodor Schwann (1810 - 1881) descrive la guaina mielinica. Una chiara rappresentazione della cellula nervosa che Wilhelm Waldeyer Hartz (1836 - 1921) denomina "neurone" (dal greco neuron, termine con cui la scuola ippocratica indica i nervi ma anche i tendini, i legamenti, le vene, i dotti deferenti), è data da Otto Deiters (1834 - 1863) il quale distingue il corpo cellulare, i processi protoplasmatici (dendriti) e il cilindrasse (assone). Fatta chiarezza sui componenti del neurone, Joseph von Gerlach (1820 - 1896) sostiene e con lui, poi, una parte della comunità scientifica, che questa cellula è l'elemento di una rete protoplasmatica. Un'idea ancora più chiara di quella che è la rete nervosa è fornita da Camillo Golgi (1843 - 1926), fautore della teoria "reticolarista" che vede nella sostanza grigia del sistema nervoso una rete costituita da neurofibrille intrecciate ed interconnesse. A questa concezione isto-neurologica si oppone Santiago Ramòn y Cajal (1852 - 1934) con la sua teoria "neuronista", secondo la quale i neuroni sono uniti per contiguità e non per continuità. Il fermento scientifico moderno prosegue con gli anni tra i secoli XIX e XX segnando i primi passi della nascente Neurologia che vive una forte separazione di pensiero tra la neonata scuola dei "Somatici" (che vedono la malattia psichica come effetto di causa organica) e quella degli "Psichici" (che vedono la psiche come base dei disturbi mentali). In questo clima lavora Alois Alzheimer, [...] il medico dei pazzi con il microscopio [...], come amano definirlo, scherzosamente, i suoi colleghi. Da fervente assertore dei "Somatici", le malattie psichiche da lui studiate diventano malattie del cervello, tanto da vederlo, insieme a Franz Nissl (1860 - 1919), iniziatore degli studi della patologia istologica della corteccia cerebrale. Nell'ambito di tale linea di ricerca rientra il suo interesse per la demenza senile, iniziato nel 1901 con la visita e successiva intervista alla paziente Auguste D.. Il 9 aprile 1906, informato della morte di quest'ultima, chiede alle Autorità di mettergli a disposizione il cervello per lo studio istologico, condotto in collaborazione con Gaetano Perusini (1879 - 1915) e Francesco Bonfiglio (1883 - 1966). La sua ipotesi sulla organicità della demenza senile é esatta! Si tratta infatti di atrofia della corteccia cerebrale. Il risultato clinico ed anatomo-patologico è presentato alla XXXVII Riunione degli Psichiatri della Germania Meridionale, a Tubinga, nel novembre 1906. Alzheimer ottiene gratificazione di questo alto risultato scientifico quando il suo maestro, Emil Kraepelin (1888 - 1964), portando a compimento nel 1910 il manuale "Psichiatria Generale e Psichiatria Clinica", oltre a ringraziarlo nella prefazione, amplia il VII capitolo "Pazzia senile e presenile", con il paragrafo "Sclerosi cerebrale senile o malattia di Alzheimer". Questa è la prima volta che la malattia è denominata "di Alzheimer". A quell'infelice "esercito di pazzi" già liberato dalla contenzione con catene da Jean-Philippe Pinel (1745 - 1826) nel 1792 in Francia, Alzheimer in Germania, all'inizio del XX secolo, applica la terapia "non costrittiva" caratterizzata, tra l'altro, dal dialogo col paziente. Così scrive di Alzheimer il suo Maestro Emil Kraepelin, [...] un assistente abile e preoccupato paternamente [con una] [...] concezione disinteressata del suo difficile compito [...]. Queste pagine che raccolgono brevemente la vita, gli studi, l'attività scientifica e professionale di Alois Alzheimer, intendono essere omaggio a quell'illustre medico impegnato nella Psichiatria che nel tardo Ottocento contribuì a creare le basi della Neurologia contemporanea. Gli Autori
2016
978-88-940990-1-0
alois alzheimer
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/324048
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