La motivazione fondamentale che ci ha portato a radunare in questo libro un certo numero di contributi diversi è la volontà di dare un giusto ruolo e una giusta considerazione alla vita e all'attività scientifica di un chimico della seconda metà dell'ottocento, nato in un paese del centro della Basilicata, collaboratore per molti anni di Cannizzaro, promotore della nascita della Facoltà di Ingegneria dell'Università di Napoli. Di questa persona, Francesco Mauro, appunto, si era persa financo la memoria, e si deve alla tenacia dei suoi discendenti, in primo luogo Nicola Masini, se ora cerchiamo di dare a Mauro il posto di cui ha diritto nell'ambito dei chimici italiani. L'intervento suo, insieme a Nadia Masini ed Elena Ruggieri al XIV Convegno di Storia e Fondamenti della Chimica, tenutosi a Rimini nel 2011, ha segnalato alla comunità degli studiosi di storia della chimica questa figura pressoché negletta. È evidente che non è stato sempre così. Da quanto si evince dai contributi che seguono, Mauro fu molto apprezzato come chimico e come persona, dal suo primo mentore, Scacchi, da Cannizzaro, padre-padrone della chimica post-unitaria, dai suoi colleghi romani, dai suoi colleghi napoletani, dal mondo scientifico legato agli studi in chimica inorganica. Non è chiaro come sia stato possibile che l'oblio sia caduto su una persona in fondo tanto apprezzata al suo tempo. Ma questo è quello che è successo e questo libro vuole tentare di dare un contributo per mettere Mauro in una giusta luce. Per questo abbiamo pensato di inserire la figura di Mauro nel fermento che correva nella chimica italiana prima e dopo l'unità dopo la chiamata di Cannizzaro a Palermo. Questo ambiente, che segnerà gli sviluppi successivi della chimica in Italia, è stato delineato nel contributo di Zingales. Colella e Masini, invece, hanno cercato di delineare la vita e le vicende umane ed accademiche che hanno coinvolto Mauro. Un lavoro difficile, questo, che si è scontrato con la difficoltà di reperire informazioni certe. Calascibetta ci porta invece nel mondo romano in cui Cannizzaro, chiamato qui dopo la presa della città, operò per costruire il nuovo centro della chimica del paese. Colella, ancora, ricostruisce l'ambito napoletano in cui Mauro operò fino alla sua prematura morte, probabilmente in seguito ad un incidente di laboratorio. Infine D'Auria ha ricostruito il contributo che Mauro ha dato allo sviluppo delle conoscenze in campo chimico, nei due settori in cui Mauro operò, nel campo cioè della chimica analitica, soprattutto nel campo delle analisi delle acque, e nel settore della chimica inorganica dei derivati fluorurati del molibdeno. Si è tentato anche di far notare che questi studi, apparentemente tipicamente di «base», sono stati i tasselli su cui nel corso degli anni successivi si è molto costruito, fino a sfociare in anni più recenti nelle ricerche nel campo dei poliossimetallati. Nel settore successivo del libro abbiamo raccolto tutti i contributi scritti che Mauro ha prodotto nel corso della sua carriera scientifica. Abbiamo scelto di riscrivere i testi invece di riprodurli anastaticamente, dato che in qualche caso sarebbe stato difficile riprodurre testi rovinati dal tempo e da condizioni di conservazione non sempre ideali. Infine abbiamo raccolto anche quei contributi non firmati da Mauro in prima persona, ma in cui appare evidente, per ammissione stessa degli autori, il contributo fondamentale dato da Mauro per affrontare e risolvere i problemi posti dalle analisi effettuate. Infine ci corre l'obbligo di ringraziare il Comune di Calvello che ha accettato di promuovere questa iniziativa, insieme ad altre con cui cercheremo di coniugare la promozione della figura di Mauro con la promozione della chimica in Basilicata, e con la promozione di quel bel pezzetto di Basilicata che è Calvello. Ci è piaciuto il coraggio mostrato fino ad ora dal Comune e speriamo che questa determinazione ci permetterà di realizzare, nel prossimo futuro tutti gli obiettivi che ci siamo proposti.
Francesco Mauro. Un chimico lucano
Masini N
2014
Abstract
La motivazione fondamentale che ci ha portato a radunare in questo libro un certo numero di contributi diversi è la volontà di dare un giusto ruolo e una giusta considerazione alla vita e all'attività scientifica di un chimico della seconda metà dell'ottocento, nato in un paese del centro della Basilicata, collaboratore per molti anni di Cannizzaro, promotore della nascita della Facoltà di Ingegneria dell'Università di Napoli. Di questa persona, Francesco Mauro, appunto, si era persa financo la memoria, e si deve alla tenacia dei suoi discendenti, in primo luogo Nicola Masini, se ora cerchiamo di dare a Mauro il posto di cui ha diritto nell'ambito dei chimici italiani. L'intervento suo, insieme a Nadia Masini ed Elena Ruggieri al XIV Convegno di Storia e Fondamenti della Chimica, tenutosi a Rimini nel 2011, ha segnalato alla comunità degli studiosi di storia della chimica questa figura pressoché negletta. È evidente che non è stato sempre così. Da quanto si evince dai contributi che seguono, Mauro fu molto apprezzato come chimico e come persona, dal suo primo mentore, Scacchi, da Cannizzaro, padre-padrone della chimica post-unitaria, dai suoi colleghi romani, dai suoi colleghi napoletani, dal mondo scientifico legato agli studi in chimica inorganica. Non è chiaro come sia stato possibile che l'oblio sia caduto su una persona in fondo tanto apprezzata al suo tempo. Ma questo è quello che è successo e questo libro vuole tentare di dare un contributo per mettere Mauro in una giusta luce. Per questo abbiamo pensato di inserire la figura di Mauro nel fermento che correva nella chimica italiana prima e dopo l'unità dopo la chiamata di Cannizzaro a Palermo. Questo ambiente, che segnerà gli sviluppi successivi della chimica in Italia, è stato delineato nel contributo di Zingales. Colella e Masini, invece, hanno cercato di delineare la vita e le vicende umane ed accademiche che hanno coinvolto Mauro. Un lavoro difficile, questo, che si è scontrato con la difficoltà di reperire informazioni certe. Calascibetta ci porta invece nel mondo romano in cui Cannizzaro, chiamato qui dopo la presa della città, operò per costruire il nuovo centro della chimica del paese. Colella, ancora, ricostruisce l'ambito napoletano in cui Mauro operò fino alla sua prematura morte, probabilmente in seguito ad un incidente di laboratorio. Infine D'Auria ha ricostruito il contributo che Mauro ha dato allo sviluppo delle conoscenze in campo chimico, nei due settori in cui Mauro operò, nel campo cioè della chimica analitica, soprattutto nel campo delle analisi delle acque, e nel settore della chimica inorganica dei derivati fluorurati del molibdeno. Si è tentato anche di far notare che questi studi, apparentemente tipicamente di «base», sono stati i tasselli su cui nel corso degli anni successivi si è molto costruito, fino a sfociare in anni più recenti nelle ricerche nel campo dei poliossimetallati. Nel settore successivo del libro abbiamo raccolto tutti i contributi scritti che Mauro ha prodotto nel corso della sua carriera scientifica. Abbiamo scelto di riscrivere i testi invece di riprodurli anastaticamente, dato che in qualche caso sarebbe stato difficile riprodurre testi rovinati dal tempo e da condizioni di conservazione non sempre ideali. Infine abbiamo raccolto anche quei contributi non firmati da Mauro in prima persona, ma in cui appare evidente, per ammissione stessa degli autori, il contributo fondamentale dato da Mauro per affrontare e risolvere i problemi posti dalle analisi effettuate. Infine ci corre l'obbligo di ringraziare il Comune di Calvello che ha accettato di promuovere questa iniziativa, insieme ad altre con cui cercheremo di coniugare la promozione della figura di Mauro con la promozione della chimica in Basilicata, e con la promozione di quel bel pezzetto di Basilicata che è Calvello. Ci è piaciuto il coraggio mostrato fino ad ora dal Comune e speriamo che questa determinazione ci permetterà di realizzare, nel prossimo futuro tutti gli obiettivi che ci siamo proposti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.