Viviamo in un mondo complesso, un mondo nel quale siamo costantemente bombardati da stimoli provenienti dall'ambiente nel quale siamo immersi. I nostri sistemi sensoriali funzionano in maniera tale da consentirci di utilizzare inconsciamente ed automaticamente tutte le informazioni che riusciamo a raccogliere e organizzarle in modo da costruire il mondo che ci circonda come un insieme di oggetti ed eventi con un significato. Tra tutte queste informazioni ci sono naturalmente quelle sonore. I suoni sono il risultato di attività generate dall'uomo, dalla natura e dalle macchine e sono espressione di qualcosa che sta accadendo attorno a noi. E' stato dimostrato che la funzione principale dell'avere due orecchie è quella di risolvere la relazione spaziale tra noi stessi ed i suoni attorno a noi, dunque l'udito spaziale è una capacità strettamente dipendente dalla binauralità. Per questo è ragionevole attendersi che qualsiasi alterazione patologica di tale condizione determini un impoverimento della capacità di localizzazione sonora.Il presente elaborato di tesi si propone di analizzare in maniera approfondita proprio questo argomento, ossia se in caso di ipoacusia la protesizzazione possa aiutare a recuperare le alterate capacità di organizzazione spaziale dei suoni, e se si, quali accorgimenti è necessario adottare per ottenere un risultato ottimale.Nel primo capitolo si richiama l'anatomia funzionale del sistema uditivo, compresa la via uditiva centrale e la sua funzione di elaborazione e integrazione delle informazioni necessarie alla localizzazione sonora. Il secondo capitolo tratta nel dettaglio i meccanismi che nell'uomo consentono la discriminazione spaziale dei suoni. Il terzo capitolo prende in esame le ipoacusie, con particolare riferimento alla presbiacusia, come causa di deficit dell'udito spaziale e i vantaggi complessivi della protesizzazione bilaterale. Il quarto capitolo é incentrato sulle protesi acustiche digitali e si parlerà del microfono, in tutti i suoi aspetti, come componente fondamentale nel ripristino dei segnali di localizzazione; verranno poi esposti i principali protocolli di comunicazione disponibili a livello delle protesi acustiche e le relative problematiche tecniche. Infine, mettendo insieme tutte queste informazioni. L''ultimo capitolo affronta i limiti e i principi per una corretta protesizzazione binaurale al fine di ripristinare i segnali di localizzazione, sia attraverso l'uso di due protesi indipendenti che con l'uso di apparecchi acustici con possibilità di sincronizzazione wireless.
Tesi di laurea triennale "Localizzazione spaziale nelle protesi binaurali" / Alberto Macerata relatore, ; Marco Paterni relatore, ; Francesca Izzo candidata,. - (2017 Nov 14).
Tesi di laurea triennale "Localizzazione spaziale nelle protesi binaurali"
2017
Abstract
Viviamo in un mondo complesso, un mondo nel quale siamo costantemente bombardati da stimoli provenienti dall'ambiente nel quale siamo immersi. I nostri sistemi sensoriali funzionano in maniera tale da consentirci di utilizzare inconsciamente ed automaticamente tutte le informazioni che riusciamo a raccogliere e organizzarle in modo da costruire il mondo che ci circonda come un insieme di oggetti ed eventi con un significato. Tra tutte queste informazioni ci sono naturalmente quelle sonore. I suoni sono il risultato di attività generate dall'uomo, dalla natura e dalle macchine e sono espressione di qualcosa che sta accadendo attorno a noi. E' stato dimostrato che la funzione principale dell'avere due orecchie è quella di risolvere la relazione spaziale tra noi stessi ed i suoni attorno a noi, dunque l'udito spaziale è una capacità strettamente dipendente dalla binauralità. Per questo è ragionevole attendersi che qualsiasi alterazione patologica di tale condizione determini un impoverimento della capacità di localizzazione sonora.Il presente elaborato di tesi si propone di analizzare in maniera approfondita proprio questo argomento, ossia se in caso di ipoacusia la protesizzazione possa aiutare a recuperare le alterate capacità di organizzazione spaziale dei suoni, e se si, quali accorgimenti è necessario adottare per ottenere un risultato ottimale.Nel primo capitolo si richiama l'anatomia funzionale del sistema uditivo, compresa la via uditiva centrale e la sua funzione di elaborazione e integrazione delle informazioni necessarie alla localizzazione sonora. Il secondo capitolo tratta nel dettaglio i meccanismi che nell'uomo consentono la discriminazione spaziale dei suoni. Il terzo capitolo prende in esame le ipoacusie, con particolare riferimento alla presbiacusia, come causa di deficit dell'udito spaziale e i vantaggi complessivi della protesizzazione bilaterale. Il quarto capitolo é incentrato sulle protesi acustiche digitali e si parlerà del microfono, in tutti i suoi aspetti, come componente fondamentale nel ripristino dei segnali di localizzazione; verranno poi esposti i principali protocolli di comunicazione disponibili a livello delle protesi acustiche e le relative problematiche tecniche. Infine, mettendo insieme tutte queste informazioni. L''ultimo capitolo affronta i limiti e i principi per una corretta protesizzazione binaurale al fine di ripristinare i segnali di localizzazione, sia attraverso l'uso di due protesi indipendenti che con l'uso di apparecchi acustici con possibilità di sincronizzazione wireless.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


