L'analisi proposta dagli autori è particolarmente interessante per la Sardegna in quanto l'Isola, con circa 2000 km di coste comprese le isole minori, è la regione italiana con il maggiore perimetro costiero; le coste sono per lo più alte e a falesia (circa il 76 %). Le coste della Sardegna sono ben diverse da quelle della Penisola. L'unico litorale ampio e sicuro è quello di Cagliari, tutti gli altri sono: o archi sabbiosi con dune e stagni pa-lustri (un tempo malarici), o approdi chiusi da barriere montuose, o approdi rocciosi e ino-spitali, o piccoli porti naturali esposti al vento di Maestrale. Il primato di inviolabilità spetta alla costa orientale: una sorta di bastione ostile che intimorisce i naviganti e che solamente nella sua parte settentrionale si frastaglia in mille insenature e si frantuma in mille isolotti pericolosi a causa degli scogli sommersi. Certamente questa tipologia di costa, poco attrattiva, non ha favorito l'insediamento della popolazione isolana che si è progressivamente concentrata verso l'interno. Ciò ha, per contro, favorito l'insediamento di popolazioni allogene che si sono fermate, quando possibile, sulle coste proprio per non incontrare i barbari indigeni. È grazie a questi stranieri che sulle coste sarde si sviluppa l'unica forma di vita civile, urbana, ne sono esempio le antiche città : ?Olbia nella costa nord-orientale; ?Turris Libisonis (l'odierna Porto Torres-SS) in quella settentrionale; ?Tharros (OR), Còrnus (OR), nella costa occidentale; ?Neàpolis (VS), Sùlcis (CI), Bithia (CA), Nora (CA), Kàrales (l'odierna Cagliari ), nella costa sud-occidentale. In età medioevale e moderna fra le sette città regie cinque erano costiere: Ca-gliari (regia dal 1327), l'unica "finestra sul mondo" grazie al suo porto e ai quartieri com-merciali, Castelsardo (SS, dal 1448) città-fortezza, Oristano (dal 1479) nata in conseguen-za allo spopolamento di Thàrros, Bosa (OR, dal 1499) città agricola alla foce del fiume Temo, Alghero (SS, dal 1501) singolare città fortezza; e due erano non costiere, sia pure molto prossime alla costa: Iglesias (CI, dal 1327) l'antica Villa Ecclesiarum e Sassari (dal 1331) nata in conseguenza allo spopolamento di Turris. Recentemente alcuni lavori hanno considerato i più importanti monumenti ar-cheologici dell'Isola localizzati lungo la costa in funzione della variazione della linea di ri-va; da questa prima ricognizione appare evidente che l'alterazione non è stata uniforme in tutto il perimetro costiero dell'Isola ma, in alcuni tratti, il ruolo dei movimenti isostatici è stato determinante nell'accentuare il fenomeno in senso positivo o negativo. La risalita eustatica sarebbe la causa della sommersione di numerosi siti archeo-logici e oscillerebbe tra 0,74 e 1,7 mm/anno per il periodo compreso tra quello romano e l'attuale. Lavori successivi portano a concludere che la risalita eustatica abbia avuto, me-diamente, un'ampiezza massima di 0,50 m negli ultimi duemila anni per il Mediterraneo occidentale, mentre per quello orientale i dati rimangono ancora contrastanti. Il modesto numero di resti archeologici presenti lungo il litorale orientale dell'Isola e la distribuzione dei singoli siti lungo le coste paiono confortare l'ipotesi che la Sardegna sia stata luogo d'approdo e di insediamento soprattutto lungo le fasce costiere occidentali, settentrionali e meridionali a seguito della situazione geomorfologica, che connotava l'Isola. Infatti, lungo queste fasce costiere insistevano le più importanti pianure e le più importanti foci fluviali della Sardegna. Un limite evidente per una più precisa valutazione dell'indagine è legato alla difficoltà di reperire, per i monumenti archeologici, lavori che riferiscano con esattezza un'attribuzione cronologica al monumento stesso; in tal modo le poche testimonianze presenti in tutto il litorale della Sardegna non hanno consentito di affrontare con sufficiente precisione l'arretramento o la scomparsa di tratti di litorale. Tuttavia appare evidente la differenza della velocità di arretramento che determina situazioni di particolare dissesto in alcuni siti archeologici nelle spiagge dell'Isola. Dopo questo brevissimo excursus sulla costa sarda è necessario "entrare in argomento" dando qualche indicazione sulla costa della provincia di Sassari. Il territorio provinciale (vedi figura 1.1 a pag. 69), che si estende su una superficie di circa 4 300 km2, è in gran parte collinare ma con vaste aree pianeggianti, principalmente concentrate a nord ovest, nella Nurra. La linea di costa si estende per oltre 300 km, compresi i perimetri delle piccolissime isole minori e dell'isola dell'Asinara, nell'estremo nord ovest del territorio. La costa occidentale è prevalentemente alta e rocciosa ad esclusione del tratto compreso tra la città di Alghero e il promontorio di Capo Caccia. A nord, la costa del Golfo dell'Asinara è invece in gran parte bassa e caratterizzata da lunghi litorali sabbiosi. Tutto il territorio provinciale presenta caratteristiche geomorfologiche di grande interesse, che rendono il paesaggio straordinariamente vario. Per quanto riguarda la costa possiamo citare i due parchi: -Parco Nazionale dell'Asinara, che ricade interamente nel territorio di Porto Torres, il quale comprende l'isola dell'Asinara e una fascia marina di rispetto (vedi figura pagina seguente); -Parco Naturale Regionale di Porto Conte, nel Comune di Alghero, che inizia a sud-est con lo stagno di Calich e prosegue verso la costa, includendo il rilievo del Monte Doglia, fino all'ampia insenatura di Porto Conte, protetto dai promontori di Punta Giglio e di Capo Caccia (vedi figura pagina seguente); e le due aree marine protette: -Area Marina Protetta Isola dell'Asinara, che ricade interamente all'interno dell'omonimo parco nazionale; -Area Marina Protetta di Capo Caccia / Isola Piana, adiacente al parco regionale di Porto Conte. Lungo il territorio costiero e nell'immediato entroterra vi sono numerosi Siti di Importanza Comunitaria (SIC): -isola dell'Asinara, Isola Piana, e Capo Caccia-Punta Giglio, inclusi all'interno delle due aree parco; -le coste e le isolette del nord-ovest e gli stagni di Pilo e di Casaraccio (nel territorio di Sassari e di Stintino); -lo stagno e il ginepreto di Platamona (nei comuni di Porto Torres, Sassari e Sorso); -il lago di Baratz e Porto Ferro (nel territorio di Sassari e di Alghero); -la zona costiera e l'entroterra tra Capo Marraggiu e Punta Tangone (nei comuni di Villanova Monteleone, Alghero, Padria e Monteleone Rocca Doria) -parte del territorio di Valledoria, incluso nel sistema ambientale delle Foci del Coghinas. Notevoli, per quantità e qualità, sono i beni archeologici e cul-turali presenti diffusamente in tutta la provincia, comprese le zone interne. I siti archeologici e architettonici di interesse sono oltre 65, mentre del patrimonio costituito da chiese parrocchiali, basiliche e cattedrali oltre 35 di questi monumenti sono stati censiti dall'Assessorato Regio-nale alla Cultura. Numerosi e di pregevole valore sono anche gli insediamenti nuragici, i castelli e i palazzi storici.

La costa della provincia di Sassari

Fabrizio Benincasa;Claudio Conese;Matteo De Vincenzi;Gianni Fasano;Alessandro Materassi
2015

Abstract

L'analisi proposta dagli autori è particolarmente interessante per la Sardegna in quanto l'Isola, con circa 2000 km di coste comprese le isole minori, è la regione italiana con il maggiore perimetro costiero; le coste sono per lo più alte e a falesia (circa il 76 %). Le coste della Sardegna sono ben diverse da quelle della Penisola. L'unico litorale ampio e sicuro è quello di Cagliari, tutti gli altri sono: o archi sabbiosi con dune e stagni pa-lustri (un tempo malarici), o approdi chiusi da barriere montuose, o approdi rocciosi e ino-spitali, o piccoli porti naturali esposti al vento di Maestrale. Il primato di inviolabilità spetta alla costa orientale: una sorta di bastione ostile che intimorisce i naviganti e che solamente nella sua parte settentrionale si frastaglia in mille insenature e si frantuma in mille isolotti pericolosi a causa degli scogli sommersi. Certamente questa tipologia di costa, poco attrattiva, non ha favorito l'insediamento della popolazione isolana che si è progressivamente concentrata verso l'interno. Ciò ha, per contro, favorito l'insediamento di popolazioni allogene che si sono fermate, quando possibile, sulle coste proprio per non incontrare i barbari indigeni. È grazie a questi stranieri che sulle coste sarde si sviluppa l'unica forma di vita civile, urbana, ne sono esempio le antiche città : ?Olbia nella costa nord-orientale; ?Turris Libisonis (l'odierna Porto Torres-SS) in quella settentrionale; ?Tharros (OR), Còrnus (OR), nella costa occidentale; ?Neàpolis (VS), Sùlcis (CI), Bithia (CA), Nora (CA), Kàrales (l'odierna Cagliari ), nella costa sud-occidentale. In età medioevale e moderna fra le sette città regie cinque erano costiere: Ca-gliari (regia dal 1327), l'unica "finestra sul mondo" grazie al suo porto e ai quartieri com-merciali, Castelsardo (SS, dal 1448) città-fortezza, Oristano (dal 1479) nata in conseguen-za allo spopolamento di Thàrros, Bosa (OR, dal 1499) città agricola alla foce del fiume Temo, Alghero (SS, dal 1501) singolare città fortezza; e due erano non costiere, sia pure molto prossime alla costa: Iglesias (CI, dal 1327) l'antica Villa Ecclesiarum e Sassari (dal 1331) nata in conseguenza allo spopolamento di Turris. Recentemente alcuni lavori hanno considerato i più importanti monumenti ar-cheologici dell'Isola localizzati lungo la costa in funzione della variazione della linea di ri-va; da questa prima ricognizione appare evidente che l'alterazione non è stata uniforme in tutto il perimetro costiero dell'Isola ma, in alcuni tratti, il ruolo dei movimenti isostatici è stato determinante nell'accentuare il fenomeno in senso positivo o negativo. La risalita eustatica sarebbe la causa della sommersione di numerosi siti archeo-logici e oscillerebbe tra 0,74 e 1,7 mm/anno per il periodo compreso tra quello romano e l'attuale. Lavori successivi portano a concludere che la risalita eustatica abbia avuto, me-diamente, un'ampiezza massima di 0,50 m negli ultimi duemila anni per il Mediterraneo occidentale, mentre per quello orientale i dati rimangono ancora contrastanti. Il modesto numero di resti archeologici presenti lungo il litorale orientale dell'Isola e la distribuzione dei singoli siti lungo le coste paiono confortare l'ipotesi che la Sardegna sia stata luogo d'approdo e di insediamento soprattutto lungo le fasce costiere occidentali, settentrionali e meridionali a seguito della situazione geomorfologica, che connotava l'Isola. Infatti, lungo queste fasce costiere insistevano le più importanti pianure e le più importanti foci fluviali della Sardegna. Un limite evidente per una più precisa valutazione dell'indagine è legato alla difficoltà di reperire, per i monumenti archeologici, lavori che riferiscano con esattezza un'attribuzione cronologica al monumento stesso; in tal modo le poche testimonianze presenti in tutto il litorale della Sardegna non hanno consentito di affrontare con sufficiente precisione l'arretramento o la scomparsa di tratti di litorale. Tuttavia appare evidente la differenza della velocità di arretramento che determina situazioni di particolare dissesto in alcuni siti archeologici nelle spiagge dell'Isola. Dopo questo brevissimo excursus sulla costa sarda è necessario "entrare in argomento" dando qualche indicazione sulla costa della provincia di Sassari. Il territorio provinciale (vedi figura 1.1 a pag. 69), che si estende su una superficie di circa 4 300 km2, è in gran parte collinare ma con vaste aree pianeggianti, principalmente concentrate a nord ovest, nella Nurra. La linea di costa si estende per oltre 300 km, compresi i perimetri delle piccolissime isole minori e dell'isola dell'Asinara, nell'estremo nord ovest del territorio. La costa occidentale è prevalentemente alta e rocciosa ad esclusione del tratto compreso tra la città di Alghero e il promontorio di Capo Caccia. A nord, la costa del Golfo dell'Asinara è invece in gran parte bassa e caratterizzata da lunghi litorali sabbiosi. Tutto il territorio provinciale presenta caratteristiche geomorfologiche di grande interesse, che rendono il paesaggio straordinariamente vario. Per quanto riguarda la costa possiamo citare i due parchi: -Parco Nazionale dell'Asinara, che ricade interamente nel territorio di Porto Torres, il quale comprende l'isola dell'Asinara e una fascia marina di rispetto (vedi figura pagina seguente); -Parco Naturale Regionale di Porto Conte, nel Comune di Alghero, che inizia a sud-est con lo stagno di Calich e prosegue verso la costa, includendo il rilievo del Monte Doglia, fino all'ampia insenatura di Porto Conte, protetto dai promontori di Punta Giglio e di Capo Caccia (vedi figura pagina seguente); e le due aree marine protette: -Area Marina Protetta Isola dell'Asinara, che ricade interamente all'interno dell'omonimo parco nazionale; -Area Marina Protetta di Capo Caccia / Isola Piana, adiacente al parco regionale di Porto Conte. Lungo il territorio costiero e nell'immediato entroterra vi sono numerosi Siti di Importanza Comunitaria (SIC): -isola dell'Asinara, Isola Piana, e Capo Caccia-Punta Giglio, inclusi all'interno delle due aree parco; -le coste e le isolette del nord-ovest e gli stagni di Pilo e di Casaraccio (nel territorio di Sassari e di Stintino); -lo stagno e il ginepreto di Platamona (nei comuni di Porto Torres, Sassari e Sorso); -il lago di Baratz e Porto Ferro (nel territorio di Sassari e di Alghero); -la zona costiera e l'entroterra tra Capo Marraggiu e Punta Tangone (nei comuni di Villanova Monteleone, Alghero, Padria e Monteleone Rocca Doria) -parte del territorio di Valledoria, incluso nel sistema ambientale delle Foci del Coghinas. Notevoli, per quantità e qualità, sono i beni archeologici e cul-turali presenti diffusamente in tutta la provincia, comprese le zone interne. I siti archeologici e architettonici di interesse sono oltre 65, mentre del patrimonio costituito da chiese parrocchiali, basiliche e cattedrali oltre 35 di questi monumenti sono stati censiti dall'Assessorato Regio-nale alla Cultura. Numerosi e di pregevole valore sono anche gli insediamenti nuragici, i castelli e i palazzi storici.
2015
Istituto di Biometeorologia - IBIMET - Sede Firenze
978-88-95597-25-6
Costa
Monitoraggio
litorale
grotte
gestione integrata
telerilevamento
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/337124
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