Analisi critica delle proposte del M5S per affrontare il fenomeno migratorio.

Analisi critica delle proposte del M5S per affrontare il fenomeno migratorio. Noto con piacere due cose: almeno nelle parole degli esperti consultati per preparare le proposte, la vulgata dei migranti a cui vengono dati 35 euro al giorno per stare in comodi alberghi viene finalmente sbugiardata, così come quella giornalistica che presenta i flussi migratori come movimenti dalle dimensioni bibliche. Queste sono due novità importanti per fornire delle informazioni di base corrette, sulle quali poi elaborare delle analisi. Ma veniamo alle proposte, che sono: Vie legali di accesso, Ricolllocamento obbligatorio, Commissioni territoriali Cooperazione internazionale. Partendo dalla Cooperazione Internazionale, forse quest'aspetto sarebbe dovuto essere il fulcro da cui partire per affrontare il fenomeno delle migrazioni. Invece, di tutte e quattro le proposte, questa sulla cooperazione internazionale mi sembra la più carente. Non solo manca un'analisi più completa e articolata circa i motivi che spingono i migranti a lasciare il proprio paese, ma soprattutto manca una presentazione degli interventi da proporre in alternativa a quelli finora proposti dagli attori internazionali per modificare lo status quo dei paesi interessati e proporre uno sviluppo dal basso. Vie legali d'accesso: Qui si propone di istituire una sorta di nuovo visto, il visto per l'asilo da richiedere nelle ambasciate dei paesi nei quali il rifugiato intende recarsi (siano queste nel suo paese di origine o nei paesi di transito). L'idea del "visto asilo" indica scarsa conoscenza di chi siano davvero i rifugiati e richiedenti asilo: Come si sa la procedura per la domanda di asilo è una procedura prevista dalle leggi internazionali che prevede, obbligatoriamente, un'audizione della persona alla presenza di un interprete che serve a valutare la fondatezza o l'infondatezza della domanda. Anche nel caso del visto per asilo si dovrebbe quindi seguire una modalità simile, ma questo necessariamente comporterebbe che le ambasciate (o là dove queste non ci sono, i consolati) debbano dotarsi di nuovo personale altamente qualificato che sia in grado di valutare se il richiedente abbia i requisiti previsti per ottenere l'asilo. Commissioni territoriali: È indubbio che il problema dei tempi impiegati dalle commissioni per accertare lo status di rifugiato/richiedente asilo siano fondamentali e che non si possano aspettare 18 mesi per avere un verdetto. Individuare i meccanismi che impediscono alle commissioni di svolgere il loro lavoro in tempi simili a quelli svolti dalle stesse commissioni negli altri paesi europei (che sono di 6 mesi) e quindi porvi rimedio è di fondamentale importanza. Tuttavia la proposta indicata presenta alcuni punti non chiari e contraddittori. Per poter svolgere correttamente il proprio lavoro nelle commissioni occorre che gli addetti abbiano "specifiche competenze giuridiche specialistiche, sul diritto dell'Unione Europea, sul diritto nazionale, sull'evoluzione giurisprudenziale delle corti europee. Servono competenze sociologiche, geopolitiche aggiornate, storiche dei Paesi di terzi, antropologiche e geografiche". Competenze queste che difficilmente giovani laureati posseggono e che difficilmente si potrebbero maturare in un corso di formazione di breve durata. Quindi proporre questo vuol dire sapere già che gli effetti di un intervento di questo tipo non si vedranno nel breve periodo ma nel medio e lungo e quindi in sostanza non si da una risposta al problema contingente. Ricollocamento obbligatorio: Si tratta della redistribuzione obbligatoria delle quote dei richiedenti asilo tra tutti i paesi dell'Unione. Questa proposta mi sembra la più centrata, non solo pone l'accento sul fatto che una comunità di 500 milioni di abitanti non avrebbe nessun problema ad accogliere i richiedenti asilo, ma anche sottolinea la necessità di avere un Europa più unita che si faccia carico delle proprie responsabilità e impegni presi tra gli Stati membri senza scaricare su i paesi di primo approdo il problema degli sbarchi e trasferire sui paesi di origine e di transito l'onere e la responsabilità del controllo dei migranti in cambio di aiuti economici (spesso a quegli stesi governi che con le loro politiche economiche e sociali sono all'origine dei fenomeni migratori). Il corollario di questa proposta è chiaramente la revisione degli accordi di Dublino che probabilmente nell'immediato potrebbe essere una risposta alla crisi degli sbarchi.

DALLE INTENZIONI ALLE CONTRADDIZIONI: IL PROGRAMMA M5S SULL'IMMIGRAZIONE

Bruno Venditto
2017-01-01

Abstract

Analisi critica delle proposte del M5S per affrontare il fenomeno migratorio. Noto con piacere due cose: almeno nelle parole degli esperti consultati per preparare le proposte, la vulgata dei migranti a cui vengono dati 35 euro al giorno per stare in comodi alberghi viene finalmente sbugiardata, così come quella giornalistica che presenta i flussi migratori come movimenti dalle dimensioni bibliche. Queste sono due novità importanti per fornire delle informazioni di base corrette, sulle quali poi elaborare delle analisi. Ma veniamo alle proposte, che sono: Vie legali di accesso, Ricolllocamento obbligatorio, Commissioni territoriali Cooperazione internazionale. Partendo dalla Cooperazione Internazionale, forse quest'aspetto sarebbe dovuto essere il fulcro da cui partire per affrontare il fenomeno delle migrazioni. Invece, di tutte e quattro le proposte, questa sulla cooperazione internazionale mi sembra la più carente. Non solo manca un'analisi più completa e articolata circa i motivi che spingono i migranti a lasciare il proprio paese, ma soprattutto manca una presentazione degli interventi da proporre in alternativa a quelli finora proposti dagli attori internazionali per modificare lo status quo dei paesi interessati e proporre uno sviluppo dal basso. Vie legali d'accesso: Qui si propone di istituire una sorta di nuovo visto, il visto per l'asilo da richiedere nelle ambasciate dei paesi nei quali il rifugiato intende recarsi (siano queste nel suo paese di origine o nei paesi di transito). L'idea del "visto asilo" indica scarsa conoscenza di chi siano davvero i rifugiati e richiedenti asilo: Come si sa la procedura per la domanda di asilo è una procedura prevista dalle leggi internazionali che prevede, obbligatoriamente, un'audizione della persona alla presenza di un interprete che serve a valutare la fondatezza o l'infondatezza della domanda. Anche nel caso del visto per asilo si dovrebbe quindi seguire una modalità simile, ma questo necessariamente comporterebbe che le ambasciate (o là dove queste non ci sono, i consolati) debbano dotarsi di nuovo personale altamente qualificato che sia in grado di valutare se il richiedente abbia i requisiti previsti per ottenere l'asilo. Commissioni territoriali: È indubbio che il problema dei tempi impiegati dalle commissioni per accertare lo status di rifugiato/richiedente asilo siano fondamentali e che non si possano aspettare 18 mesi per avere un verdetto. Individuare i meccanismi che impediscono alle commissioni di svolgere il loro lavoro in tempi simili a quelli svolti dalle stesse commissioni negli altri paesi europei (che sono di 6 mesi) e quindi porvi rimedio è di fondamentale importanza. Tuttavia la proposta indicata presenta alcuni punti non chiari e contraddittori. Per poter svolgere correttamente il proprio lavoro nelle commissioni occorre che gli addetti abbiano "specifiche competenze giuridiche specialistiche, sul diritto dell'Unione Europea, sul diritto nazionale, sull'evoluzione giurisprudenziale delle corti europee. Servono competenze sociologiche, geopolitiche aggiornate, storiche dei Paesi di terzi, antropologiche e geografiche". Competenze queste che difficilmente giovani laureati posseggono e che difficilmente si potrebbero maturare in un corso di formazione di breve durata. Quindi proporre questo vuol dire sapere già che gli effetti di un intervento di questo tipo non si vedranno nel breve periodo ma nel medio e lungo e quindi in sostanza non si da una risposta al problema contingente. Ricollocamento obbligatorio: Si tratta della redistribuzione obbligatoria delle quote dei richiedenti asilo tra tutti i paesi dell'Unione. Questa proposta mi sembra la più centrata, non solo pone l'accento sul fatto che una comunità di 500 milioni di abitanti non avrebbe nessun problema ad accogliere i richiedenti asilo, ma anche sottolinea la necessità di avere un Europa più unita che si faccia carico delle proprie responsabilità e impegni presi tra gli Stati membri senza scaricare su i paesi di primo approdo il problema degli sbarchi e trasferire sui paesi di origine e di transito l'onere e la responsabilità del controllo dei migranti in cambio di aiuti economici (spesso a quegli stesi governi che con le loro politiche economiche e sociali sono all'origine dei fenomeni migratori). Il corollario di questa proposta è chiaramente la revisione degli accordi di Dublino che probabilmente nell'immediato potrebbe essere una risposta alla crisi degli sbarchi.
2017
Istituto di Studi sul Mediterraneo - ISMed
Analisi critica delle proposte del M5S per affrontare il fenomeno migratorio.
Migrazione
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/342696
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