The book is a result of the project "Famine and Feast in Piedmont popular literature. Cultural and territorial promotion", funded by Fondazione CRT and directed by IRCrES, the Research Institute on Sustainable Economic Growth of the National Research Council of Italy with the collaboration of ISRAL - Centro di cultura popolare "Giuseppe Ferraro". The book gathers fifty-five poems by Giovanni Rapetti set in a lost rural world that is a little peasant community on the banks of Tanaro, between the two wars. The cycle of the seasons gives people the rhythm of their lives. Their hard work to get safe basic foodstuff (bread, wine, cornmeal mush...) dominates the set where scenes of every lives are carried out with emotional participation and realism.

Questo volume nasce all'interno del progetto di ricerca Fame e abbondanza nella narrazione popolare in Piemonte. Pratiche di valorizzazione del patrimonio culturale, finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Torino (CRT) e realizzato dall'Istituto di ricerca sulla crescita economica sostenibile del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IRCrES-CNR), in collaborazione con l'Istituto per la storia della resistenza e della società contemporanea di Alessandria (ISRAL) - Centro di cultura popolare "Giuseppe Ferraro". Con queste cinquantacinque poesie, Giovanni Rapetti traccia vividi bozzetti di un mondo rurale e perduto, collocabile grosso modo fra le due guerre, in una piccola comunità contadina sulle sponde del Tanaro. Nel sempre uguale giro delle stagioni, tra le fatiche e i giorni di chi lavora duramente per procacciarsi gli alimenti base (il pane, il vino, la polenta...), si snodano scene di vita quotidiana, ritratte con realismo partecipe. Sapori, profumi, abitudini alimentari, tradizioni popolari raccontano, senza retorica e con epica intensità, una fame insaziabile e una povertà dignitosa che aguzzano la creatività. Così, alla abituale penuria di viveri, la 'crivella' o crivìala, si sapeva in qualche modo sopperire con le non frequenti ma estrose ribòte, bisbocce carnevalesche tra amici, riscatto di un mondo popolare che non si arrende.

Fame e Abbondanza in cinquantacinque poesie di Giovanni Rapetti

Antonella Emina;
2016

Abstract

The book is a result of the project "Famine and Feast in Piedmont popular literature. Cultural and territorial promotion", funded by Fondazione CRT and directed by IRCrES, the Research Institute on Sustainable Economic Growth of the National Research Council of Italy with the collaboration of ISRAL - Centro di cultura popolare "Giuseppe Ferraro". The book gathers fifty-five poems by Giovanni Rapetti set in a lost rural world that is a little peasant community on the banks of Tanaro, between the two wars. The cycle of the seasons gives people the rhythm of their lives. Their hard work to get safe basic foodstuff (bread, wine, cornmeal mush...) dominates the set where scenes of every lives are carried out with emotional participation and realism.
2016
Istituto di Ricerca sulla Crescita Economica Sostenibile - IRCrES
978-88-981-9311-0
Questo volume nasce all'interno del progetto di ricerca Fame e abbondanza nella narrazione popolare in Piemonte. Pratiche di valorizzazione del patrimonio culturale, finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Torino (CRT) e realizzato dall'Istituto di ricerca sulla crescita economica sostenibile del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IRCrES-CNR), in collaborazione con l'Istituto per la storia della resistenza e della società contemporanea di Alessandria (ISRAL) - Centro di cultura popolare "Giuseppe Ferraro". Con queste cinquantacinque poesie, Giovanni Rapetti traccia vividi bozzetti di un mondo rurale e perduto, collocabile grosso modo fra le due guerre, in una piccola comunità contadina sulle sponde del Tanaro. Nel sempre uguale giro delle stagioni, tra le fatiche e i giorni di chi lavora duramente per procacciarsi gli alimenti base (il pane, il vino, la polenta...), si snodano scene di vita quotidiana, ritratte con realismo partecipe. Sapori, profumi, abitudini alimentari, tradizioni popolari raccontano, senza retorica e con epica intensità, una fame insaziabile e una povertà dignitosa che aguzzano la creatività. Così, alla abituale penuria di viveri, la 'crivella' o crivìala, si sapeva in qualche modo sopperire con le non frequenti ma estrose ribòte, bisbocce carnevalesche tra amici, riscatto di un mondo popolare che non si arrende.
Giovanni Rapetti
poesia piemontese
cultura popolare
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/346802
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