La fase storica che va dagli anni cinquanta alla prima metà degli anni ottanta è' un periodo di grandi cambiamenti. Sono gli anni del miracolo economico, l'Italia diventa una grande potenza industriale, e conosce rapide e profonde trasformazioni non solo sul piano politico e istituzionale ma anche sociale e demografico Per quanto riguarda il Mezzogiorno sappiamo che questa è una fase di profondi sconvolgimenti. Le aree montano-collinari si spopolano, le pianure e le coste un tempo disabitate e malariche diventano la sede di realtà urbane, industriali, di agricolture moderne e meccanizzate. Crescono i flussi migratori e crescono le città, in particolare quelle medie che passano da 8 a 14. Ed è inoltre la fase dell'insediamento dei poli di sviluppo grazie alle politiche della Cassa per il Mezzogiorno, di nuclei di industria di base in differenti aree della Puglia e della Sicilia, della Campania e della Sardegna. E' la fase, caratterizzata dai governi di centro-sinistra prima e dal pentapartito poi, una fase caratterizzata da grandi riforme, e che conosce un grande impegno da parte delle istituzioni pubbliche nel tentativo di governare lo sviluppo coordinando la programmazione economica e la pianificazione pubblica soprattutto nel periodo che va dalla fine degli anni cinquanta alla prima metà degli anni settanta. Ed è questo il punto di vista scelto dal fascicolo di "Italia contemporanea" presentato preso l'Aula Convegno dell'ISSM CNR il 29 maggio dedicato a "Le città industriali nel Mezzogiorno" , e che contiene una serie di saggi che analizzano degli effetti delle politiche pubbliche nel tutelare il territorio, l'ambiente, la società, il paesaggio dagli effetti distruttivi della crescita delle città urbano-industriali.

Presentazione del numero 285 della rivista "Italia contemporanea"

Gabriella Corona
2018

Abstract

La fase storica che va dagli anni cinquanta alla prima metà degli anni ottanta è' un periodo di grandi cambiamenti. Sono gli anni del miracolo economico, l'Italia diventa una grande potenza industriale, e conosce rapide e profonde trasformazioni non solo sul piano politico e istituzionale ma anche sociale e demografico Per quanto riguarda il Mezzogiorno sappiamo che questa è una fase di profondi sconvolgimenti. Le aree montano-collinari si spopolano, le pianure e le coste un tempo disabitate e malariche diventano la sede di realtà urbane, industriali, di agricolture moderne e meccanizzate. Crescono i flussi migratori e crescono le città, in particolare quelle medie che passano da 8 a 14. Ed è inoltre la fase dell'insediamento dei poli di sviluppo grazie alle politiche della Cassa per il Mezzogiorno, di nuclei di industria di base in differenti aree della Puglia e della Sicilia, della Campania e della Sardegna. E' la fase, caratterizzata dai governi di centro-sinistra prima e dal pentapartito poi, una fase caratterizzata da grandi riforme, e che conosce un grande impegno da parte delle istituzioni pubbliche nel tentativo di governare lo sviluppo coordinando la programmazione economica e la pianificazione pubblica soprattutto nel periodo che va dalla fine degli anni cinquanta alla prima metà degli anni settanta. Ed è questo il punto di vista scelto dal fascicolo di "Italia contemporanea" presentato preso l'Aula Convegno dell'ISSM CNR il 29 maggio dedicato a "Le città industriali nel Mezzogiorno" , e che contiene una serie di saggi che analizzano degli effetti delle politiche pubbliche nel tutelare il territorio, l'ambiente, la società, il paesaggio dagli effetti distruttivi della crescita delle città urbano-industriali.
2018
Istituto di Studi sul Mediterraneo - ISMed
Storia
Città
Industria
Mezzogiorno
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/348647
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