Il sistema gestionale proposto nel PGL predisposto dal Co.Ge.P.A. "Castellammare del Golfo e Palermo Ovest" trova fondamento nella istituzionalizzazione di un dialogo privilegiato fra l'autorità di gestione amministrativa pubblica, gli organismi di ricerca e il Consorzio promotore del PGL. La distribuzione di competenze e responsabilità fra l'autorità amministrativa pubblica e la comunità interessata, la cui estensione, si ricorda, è determinata in funzione degli obiettivi e dei fattori interni ed esterni esistenti nell'area, configura di conseguenza un modello di "cogestione" dove per cogestione si intende un accordo in cui Autorità di Gestione, comunità locale e gli altri attori del sistema interessati condividono la responsabilità e la gestione di un'area di pesca costiera. Tali accordi implicano un trasferimento di competenze, e dunque di diritti, dall'autorità pubblica in favore delle comunità locali. In particolare, a seguito della approvazione del PGL da parte dell'autorità pubblica di gestione e delle misure in esse contenute, l'autorità di controllo competente recepisce le regole di gestione condivise dagli operatori ed emana un'ordinanza che obbliga gli aventi diritto ad esercitare la pesca secondo dette regole e controlla che esse siano osservate. Tale approccio, diverso da quello che promuove l'introduzione di quote, individuali o collettive, trasferibili o meno, tiene conto del fatto che l'area di interesse insiste in contesti produttivi artigianali costieri, caratterizzati da forte multispecificità delle risorse, stagionalità e diversificazione delle attrezzature per la cattura. Come è evidente in queste circostanze è impossibile adottare strategie di gestione associate con l'introduzione di diritti di proprietà sulle catture, cioè di quote di pescato, ma è possibile stabilire delle regole di gestione condivise dagli attori del sistema in modo che essi stessi possano dar vita ad una organizzazione dello sfruttamento in grado di tutelare meglio le risorse e aumentare la rendita che da queste promana. In altre parole, la sostenibilità biologica, sociale ed economica dell'area in questione rappresenta l'obiettivo del presente piano di gestione locale il cui conseguimento è favorito dall'attribuzione di un "potere di gestione" in favore degli stessi attori del sistema e delle loro future generazioni. L'esercizio di tale diritto d'uso territoriale, che è ovviamente condiviso con gli altri attori del sistema locale, trova quindi sostanza nella adozione di piani di gestione locali articolati in misure tecniche e gestionali oltre che nella individuazione di misure di sostegno sociale ed economico consentite dalle normative in vigore. Per il corretto funzionamento del PGL il consorzio si avvale del contributo di tutte le componenti più rilevanti del settore pesca che operano nell'area delimitata dal Co.Ge.P.A.: esse sono la ricerca scientifica, l'ufficio territoriale competente per il controllo dell'attività di pesca che ha l'onere di rendere effettive, tramite ordinanza, le misure gestionali proposte e controllarne il rispetto, le Autorità amministrative regionali e locali, i pescatori, le Associazioni di categoria, eventuali rappresentanti dei FLAG e delle Aree Marine Protette, le associazioni ambientaliste e altri portatori di interesse legittimi che interagiscono con il Co.Ge.P.A. L'attuazione del piano di gestione locale richiede, infatti, un meccanismo di governance basato su una strategia di gestione centrata su un sistema integrato di monitoraggio, controllo e sorveglianza delle attività in mare, ma anche di sostegno socio economico per favorire e compensare l'attuazione di misure tecniche restrittive dell'attività di pesca. Fra queste, le misure che favoriscono l'integrazione del reddito e la diversificazione delle attività, rappresentano strumenti di intervento prioritario.

PIANO DI GESTIONE LOCALE DELL'UNITA' GESTIONALE DI PALERMO OVEST E ISOLA DI USTICA

Michele Gristina
2016

Abstract

Il sistema gestionale proposto nel PGL predisposto dal Co.Ge.P.A. "Castellammare del Golfo e Palermo Ovest" trova fondamento nella istituzionalizzazione di un dialogo privilegiato fra l'autorità di gestione amministrativa pubblica, gli organismi di ricerca e il Consorzio promotore del PGL. La distribuzione di competenze e responsabilità fra l'autorità amministrativa pubblica e la comunità interessata, la cui estensione, si ricorda, è determinata in funzione degli obiettivi e dei fattori interni ed esterni esistenti nell'area, configura di conseguenza un modello di "cogestione" dove per cogestione si intende un accordo in cui Autorità di Gestione, comunità locale e gli altri attori del sistema interessati condividono la responsabilità e la gestione di un'area di pesca costiera. Tali accordi implicano un trasferimento di competenze, e dunque di diritti, dall'autorità pubblica in favore delle comunità locali. In particolare, a seguito della approvazione del PGL da parte dell'autorità pubblica di gestione e delle misure in esse contenute, l'autorità di controllo competente recepisce le regole di gestione condivise dagli operatori ed emana un'ordinanza che obbliga gli aventi diritto ad esercitare la pesca secondo dette regole e controlla che esse siano osservate. Tale approccio, diverso da quello che promuove l'introduzione di quote, individuali o collettive, trasferibili o meno, tiene conto del fatto che l'area di interesse insiste in contesti produttivi artigianali costieri, caratterizzati da forte multispecificità delle risorse, stagionalità e diversificazione delle attrezzature per la cattura. Come è evidente in queste circostanze è impossibile adottare strategie di gestione associate con l'introduzione di diritti di proprietà sulle catture, cioè di quote di pescato, ma è possibile stabilire delle regole di gestione condivise dagli attori del sistema in modo che essi stessi possano dar vita ad una organizzazione dello sfruttamento in grado di tutelare meglio le risorse e aumentare la rendita che da queste promana. In altre parole, la sostenibilità biologica, sociale ed economica dell'area in questione rappresenta l'obiettivo del presente piano di gestione locale il cui conseguimento è favorito dall'attribuzione di un "potere di gestione" in favore degli stessi attori del sistema e delle loro future generazioni. L'esercizio di tale diritto d'uso territoriale, che è ovviamente condiviso con gli altri attori del sistema locale, trova quindi sostanza nella adozione di piani di gestione locali articolati in misure tecniche e gestionali oltre che nella individuazione di misure di sostegno sociale ed economico consentite dalle normative in vigore. Per il corretto funzionamento del PGL il consorzio si avvale del contributo di tutte le componenti più rilevanti del settore pesca che operano nell'area delimitata dal Co.Ge.P.A.: esse sono la ricerca scientifica, l'ufficio territoriale competente per il controllo dell'attività di pesca che ha l'onere di rendere effettive, tramite ordinanza, le misure gestionali proposte e controllarne il rispetto, le Autorità amministrative regionali e locali, i pescatori, le Associazioni di categoria, eventuali rappresentanti dei FLAG e delle Aree Marine Protette, le associazioni ambientaliste e altri portatori di interesse legittimi che interagiscono con il Co.Ge.P.A. L'attuazione del piano di gestione locale richiede, infatti, un meccanismo di governance basato su una strategia di gestione centrata su un sistema integrato di monitoraggio, controllo e sorveglianza delle attività in mare, ma anche di sostegno socio economico per favorire e compensare l'attuazione di misure tecniche restrittive dell'attività di pesca. Fra queste, le misure che favoriscono l'integrazione del reddito e la diversificazione delle attività, rappresentano strumenti di intervento prioritario.
2016
Rapporto finale di progetto
Artisanal fishery
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/353307
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