La sostenibilità ambientale dei nostri territori è molto legata alla capacità delle Amministrazioni di implementare buone pratiche di utilizzo delle risorse (energetiche, idriche, superficie agricola) al fine di rendere meno energivore le attività sviluppate. L'attuale crescita, per definirsi sostenibile, non può prescindere dall'essere al contempo declinata in economica, sociale e ambientale. Tre ambiti che devono viaggiare insieme intersecandosi e mutuandosi tra di loro. Con riferimento alla Green Economy, in un report pubblicato dall'UNEP nel 2012 sono stati discussi e introdotti i principi chiave di orientamento a cui i policy maker devono necessariamente fare riferimento, tra questi la resilienza, intesa come capacità di reagire alla crisi economica e ambientale, valorizzando le risorse locali dei diversi contesti territoriali e l'uso efficiente delle risorse e dell'energia da fonti rinnovabili. Nell'ambito delle norme vigenti a livello nazionale e regionale sono stati varati nell'ultimo biennio diversi strumenti di programmazione, indice di un consapevole approccio integrato rivolto al superamento della dipendenza dalle fonti fossili verso un'apertura all'utilizzo delle fonti rinnovabili. Ricordiamo la Strategia Energetica Nazionale (SEN), approvata dal MiSE in concerto con il MATTM con Decreto 8 marzo 2013, che pone tra gli obiettivi principali il superamento degli obiettivi ambientali definiti dal pacchetto europeo Clima Energia 2020. Tra i diversi ambiti su cui intervenire, i consumi energetici immobiliari della Pubblica Amministrazione (PA) rappresentano una quota importante dei consumi energetici nazionali (Energy Efficiency Report 2015: Energy Strategy Group del Politecnico di Milano): 20-30 TWh elettrici (circa l'8% del totale nazionale) e 60-70 TWh termici (circa il 10% del totale nazionale). Parliamo di uno stock complessivo di immobili nell'ordine delle 530.000 unità (di cui in particolare circa 52.000 riferite a scuole e 38.000 a uffici), per una bolletta che è di circa 6 miliardi di euro l'anno. Il Progetto AdR ZeroEmission, presentato dall'Istituto sull'Inquinamento Atmosferico del CNR nell'ambito del Premio Innovazione 2013 del CNR, si inserisce in questo quadro innestando un contributo al dibattito sulla sostenibilità, mediante la progettazione di un modello di calcolo dell'impronta ambientale sui processi dell'Area della Ricerca CNR Roma1. Nel progetto gli autori hanno successivamente proposto un insieme di soluzioni efficienti, sia dal punto di vista dei consumi energetici che di performance tecnologiche, finalizzate a mitigare le attuali emissioni di gas serra e a compensare le emissioni residue.

Progetto apr zero emissioni

Francesco Petracchini;Lucia Paciucci;David Greco;Simone Berti
2015

Abstract

La sostenibilità ambientale dei nostri territori è molto legata alla capacità delle Amministrazioni di implementare buone pratiche di utilizzo delle risorse (energetiche, idriche, superficie agricola) al fine di rendere meno energivore le attività sviluppate. L'attuale crescita, per definirsi sostenibile, non può prescindere dall'essere al contempo declinata in economica, sociale e ambientale. Tre ambiti che devono viaggiare insieme intersecandosi e mutuandosi tra di loro. Con riferimento alla Green Economy, in un report pubblicato dall'UNEP nel 2012 sono stati discussi e introdotti i principi chiave di orientamento a cui i policy maker devono necessariamente fare riferimento, tra questi la resilienza, intesa come capacità di reagire alla crisi economica e ambientale, valorizzando le risorse locali dei diversi contesti territoriali e l'uso efficiente delle risorse e dell'energia da fonti rinnovabili. Nell'ambito delle norme vigenti a livello nazionale e regionale sono stati varati nell'ultimo biennio diversi strumenti di programmazione, indice di un consapevole approccio integrato rivolto al superamento della dipendenza dalle fonti fossili verso un'apertura all'utilizzo delle fonti rinnovabili. Ricordiamo la Strategia Energetica Nazionale (SEN), approvata dal MiSE in concerto con il MATTM con Decreto 8 marzo 2013, che pone tra gli obiettivi principali il superamento degli obiettivi ambientali definiti dal pacchetto europeo Clima Energia 2020. Tra i diversi ambiti su cui intervenire, i consumi energetici immobiliari della Pubblica Amministrazione (PA) rappresentano una quota importante dei consumi energetici nazionali (Energy Efficiency Report 2015: Energy Strategy Group del Politecnico di Milano): 20-30 TWh elettrici (circa l'8% del totale nazionale) e 60-70 TWh termici (circa il 10% del totale nazionale). Parliamo di uno stock complessivo di immobili nell'ordine delle 530.000 unità (di cui in particolare circa 52.000 riferite a scuole e 38.000 a uffici), per una bolletta che è di circa 6 miliardi di euro l'anno. Il Progetto AdR ZeroEmission, presentato dall'Istituto sull'Inquinamento Atmosferico del CNR nell'ambito del Premio Innovazione 2013 del CNR, si inserisce in questo quadro innestando un contributo al dibattito sulla sostenibilità, mediante la progettazione di un modello di calcolo dell'impronta ambientale sui processi dell'Area della Ricerca CNR Roma1. Nel progetto gli autori hanno successivamente proposto un insieme di soluzioni efficienti, sia dal punto di vista dei consumi energetici che di performance tecnologiche, finalizzate a mitigare le attuali emissioni di gas serra e a compensare le emissioni residue.
2015
Rapporto intermedio di progetto
carbon footprint
efficienza energetica
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/354824
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