Il suolo è riconosciuto dalla Strategia Tematica per la Protezione del Suolo (COM 2006/231) come una risorsa sostanzialmente non rinnovabile e dal D.lgs 152/06 come matrice ambientale al pari dell'aria e dell'acqua; esso svolge numerose funzioni essenziali per le attività umane dalle quali discendono servizi ecosistemici fondamentali per l'umanità (Calzolari et al, 2016), la Legge Regionale 24/2017 dell'Emilia-Romagna facendo propria questa concezione identifica il suolo come "bene comune e risorsa non rinnovabile che esplica funzioni e produce servizi ecosistemici" (art.1 comma2, lettera a). La Direttiva CEE n.278/86 "Protezione dell'ambiente, in particolare del suolo, nell'utilizzazione dei fanghi di depurazione in agricoltura" recepita con il D.lgs.99/92 ora modificato dalla Legge 130/2018 prevede che le Regioni stabiliscano condizioni per l'utilizzo in agricoltura dei diversi tipi di fanghi in relazione alla loro composizione, alle caratteristiche dei suoli, alle tipologie di colture praticate e alle modalità di trattamento. Il quadro normativo regionale (D.G.R. 2773/2004 e s.m.) riprende questo principio facendo riferimento alla cartografia dei suoli della Regione Emilia-Romagna come strumento per individuare superfici omogenee su cui effettuare lo spandimento. Sulla base di queste indicazioni normative il Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione EmiliaRomagna, nello svolgimento delle proprie funzioni istituzionali ha avviato già dal 2004 una serie di studi in collaborazione con Enti di Ricerca (inizialmente finanziati dall'Assessorato Agricoltura nell'ambito del progetto "Valutazione di caratteri del suolo in rapporto all'utilizzazione degli effluenti e alle modalità di conduzione dei terreni e monitoraggio degli spandimenti protratti nel medio periodo") per l'identificazione del contenuto di fondo naturale e naturale-antropico riassunti nelle rispettive cartografie a scala 1:250.000: la "Carta del Fondo naturale" e la "Carta del Fondo naturale-antropico" consultabili e scaricabili dai siti web del Servizio e dai portali regionali. La presente edizione della Carta del Fondo naturale-antropico costituisce l'aggiornamento della edizione 2013 e mantiene l'obiettivo di fornire lo stato di qualità ambientale ed intrinseca dei suoli agricoli come strumento per una corretta pianificazione territoriale che, come tale, deve mirare ad un uso sostenibile di questa risorsa. Il contenuto di fondo naturale-antropico qui considerato è relativo all'orizzonte lavorato dei suoli agricoli e pertanto rappresenta la somma tra il contenuto naturale (legato a fenomeni geologici e pedologici) e quello dovuto a fonti diffuse di origine antropica (background content ISO 19258:2005).

Carta del fondo naturale-antropico di As, Cd, Cu, Cr, Ni, Pb, Sn, V, Zn della pianura emiliano-romagnola a scala 1:250.000 (seconda edizione 2019)

Fabrizio Ungaro;
2019

Abstract

Il suolo è riconosciuto dalla Strategia Tematica per la Protezione del Suolo (COM 2006/231) come una risorsa sostanzialmente non rinnovabile e dal D.lgs 152/06 come matrice ambientale al pari dell'aria e dell'acqua; esso svolge numerose funzioni essenziali per le attività umane dalle quali discendono servizi ecosistemici fondamentali per l'umanità (Calzolari et al, 2016), la Legge Regionale 24/2017 dell'Emilia-Romagna facendo propria questa concezione identifica il suolo come "bene comune e risorsa non rinnovabile che esplica funzioni e produce servizi ecosistemici" (art.1 comma2, lettera a). La Direttiva CEE n.278/86 "Protezione dell'ambiente, in particolare del suolo, nell'utilizzazione dei fanghi di depurazione in agricoltura" recepita con il D.lgs.99/92 ora modificato dalla Legge 130/2018 prevede che le Regioni stabiliscano condizioni per l'utilizzo in agricoltura dei diversi tipi di fanghi in relazione alla loro composizione, alle caratteristiche dei suoli, alle tipologie di colture praticate e alle modalità di trattamento. Il quadro normativo regionale (D.G.R. 2773/2004 e s.m.) riprende questo principio facendo riferimento alla cartografia dei suoli della Regione Emilia-Romagna come strumento per individuare superfici omogenee su cui effettuare lo spandimento. Sulla base di queste indicazioni normative il Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione EmiliaRomagna, nello svolgimento delle proprie funzioni istituzionali ha avviato già dal 2004 una serie di studi in collaborazione con Enti di Ricerca (inizialmente finanziati dall'Assessorato Agricoltura nell'ambito del progetto "Valutazione di caratteri del suolo in rapporto all'utilizzazione degli effluenti e alle modalità di conduzione dei terreni e monitoraggio degli spandimenti protratti nel medio periodo") per l'identificazione del contenuto di fondo naturale e naturale-antropico riassunti nelle rispettive cartografie a scala 1:250.000: la "Carta del Fondo naturale" e la "Carta del Fondo naturale-antropico" consultabili e scaricabili dai siti web del Servizio e dai portali regionali. La presente edizione della Carta del Fondo naturale-antropico costituisce l'aggiornamento della edizione 2013 e mantiene l'obiettivo di fornire lo stato di qualità ambientale ed intrinseca dei suoli agricoli come strumento per una corretta pianificazione territoriale che, come tale, deve mirare ad un uso sostenibile di questa risorsa. Il contenuto di fondo naturale-antropico qui considerato è relativo all'orizzonte lavorato dei suoli agricoli e pertanto rappresenta la somma tra il contenuto naturale (legato a fenomeni geologici e pedologici) e quello dovuto a fonti diffuse di origine antropica (background content ISO 19258:2005).
2019
Istituto per la BioEconomia - IBE
Suolo
metalli pesanti
fondo naturale-antropico
Emilia-Romagna
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/362770
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