Tra gli scopi della "PROPOSTA TECNICO-ECONOMICA PER STUDI DI CARATTERE AMBIENTALE VOLTI A VALUTARE LE DINAMICHE E GLI EFFETTI AMBIENTALI DEI SEDIMENTI MARINI PROVENIENTI DA ESCAVI PORTUALI" è compresa la quantificazione delle "variazioni dei flussi di sostanze disciolte naturali e/o di origine antropica, come i nutrienti e i metalli pesanti, eventualmente indotte dai lavori di escavo, al fine di valutare la loro influenza sul chimismo della colonna d'acqua e sulle biocenosi delle aree marine interessate". Tali indagini sono necessarie sia per una migliore definizione degli impatti ambientali, sia per stabilire eventuali misure di mitigazione da inserire nelle fasi operative di dragaggio e sversamento. La proposta di studio prevede la quantificazione dei flussi bentici in tre diversi tempi davanti alla Banchina 26 nel porto di Ancona: prima dell'esecuzione dei lavori di dragaggio (fase ante-operam), durante l'esecuzione dei lavori di dragaggio (fase di escavo) e dopo la fine dei lavori di dragaggio (fase post-operam). Le misure dovevano essere eseguite nell'area interessata dal dragaggio commissionato dall'Autorità Portuale di Ancona Da questo confronto, si potranno individuare e quantificare le variazioni dei flussi di sostanze disciolte naturali e/o antropiche. Con la presente relazione sono presentati i risultati della seconda fase d'indagine (fase di escavo). Tale fase dell'indagine è servita per quantificare i flussi bentici di sostanze disciolte rilasciate o assorbite dal fondale in condizioni 'alterate' vale dire immediatamente dopo l'azione del dragaggio (circa dodici ore dopo l'interruzione dell'attività di rimozione dei sedimenti superficiali nel punto di misura). I flussi bentici misurati in fase di escavo sono stati qui confrontati con i flussi misurati durante la fase ante-operam (prima dell'escavo) e saranno successivamente confrontati con i flussi misurati al termine delle operazioni di dragaggio (entro sei mese). Lo scopo finale è di valutare le eventuali alterazioni indotte nella colonna d'acqua dal fondale del bacino interessato dal dragaggio. Da questo confronto, si potranno individuare e quantificare le variazioni dei flussi di sostanze disciolte naturali e/o antropiche, come i nutrienti e i metalli pesanti, e valutare la loro influenza sul chimismo della colonna d'acqua e sulle biocenosi dell'area portuale interessata al dragaggio. L'approccio sopra descritto è giustificato dal fatto che i sedimenti marini, ricevendo il particolato, organico e inorganico, autoctono e alloctono, naturale e di origine antropica, sono sede di intensi processi biogeochimici e di attività biologica nei primi centimetri; questi processi, detti di diagenesi precoce, modificano profondamente le proprietà fisiche e chimiche dei sedimenti superficiali. I processi di diagenesi precoce danno origine a dei flussi di sostanze disciolte, da e verso il sedimento, detti flussi bentici. I flussi bentici possono essere, sia in qualità sia in intensità, naturali o condizionati da stress antropici e possono influenzare il chimismo e l'ecologia della colonna d'acqua sovrastante, in particolare alle basse profondità. Misurare le variazioni dei flussi bentici all'interfaccia acqua-sedimento è di primaria importanza nel caso di interventi antropici che modificano sostanzialmente il fondale marino, sia a seguito della rimozione sia dello scarico di sedimenti. In particolare, il dragaggio dei fondali marini causa l'affioramento di sedimenti caratterizzati da proprietà chimico-fisiche molto diverse rispetto a quelle dei sedimenti superficiali presenti nei fondali indisturbati, ciò può portare al rilascio di sostanze naturali che possono essere potenzialmente pericolose per l'ambiente, come i metalli pesanti, il metano, l'anidride carbonica e l'acido solfidrico, oppure al rapido assorbimento, da parte del fondale, di ossigeno dalla colonna d'acqua, che può provocare eventi di anossia e crisi distrofiche. L'importanza di un'indagine riguardante le alterazioni dei flussi bentici in aree portuali è testimoniata da una notevole bibliografia internazionale (Klinkhammer e Bender, 1981; Chen et al., 1997; Fichet et al., 1999; Apitz et al., 2008; Hammerschmidt et al., 2008; Benoit et al., 2009) e, a livello italiano, anche dall'attività condotta nel 2013 nell'area portuale di Trieste dall'OGS di Trieste e dall'ISMAR di Ancona che per la prima volta ha valutato gli effetti della movimentazione di sedimenti marini portuali mediante la misura dei flussi bentici (F. Spagnoli, dati non pubblicati).
Studi di carattere ambientale volti a valutare le dinamiche e gli effetti ambientali dei sedimenti marini provenienti da escavi portuali. valutazione degli effetti del dragaggio sui sedimenti marini. Fase operativa. Luglio 2015. Rapporto tecnico. Istituto di Scienze Marine del CNR, sede di Ancona
Spagnoli F;Patrizia Giordano;
2015
Abstract
Tra gli scopi della "PROPOSTA TECNICO-ECONOMICA PER STUDI DI CARATTERE AMBIENTALE VOLTI A VALUTARE LE DINAMICHE E GLI EFFETTI AMBIENTALI DEI SEDIMENTI MARINI PROVENIENTI DA ESCAVI PORTUALI" è compresa la quantificazione delle "variazioni dei flussi di sostanze disciolte naturali e/o di origine antropica, come i nutrienti e i metalli pesanti, eventualmente indotte dai lavori di escavo, al fine di valutare la loro influenza sul chimismo della colonna d'acqua e sulle biocenosi delle aree marine interessate". Tali indagini sono necessarie sia per una migliore definizione degli impatti ambientali, sia per stabilire eventuali misure di mitigazione da inserire nelle fasi operative di dragaggio e sversamento. La proposta di studio prevede la quantificazione dei flussi bentici in tre diversi tempi davanti alla Banchina 26 nel porto di Ancona: prima dell'esecuzione dei lavori di dragaggio (fase ante-operam), durante l'esecuzione dei lavori di dragaggio (fase di escavo) e dopo la fine dei lavori di dragaggio (fase post-operam). Le misure dovevano essere eseguite nell'area interessata dal dragaggio commissionato dall'Autorità Portuale di Ancona Da questo confronto, si potranno individuare e quantificare le variazioni dei flussi di sostanze disciolte naturali e/o antropiche. Con la presente relazione sono presentati i risultati della seconda fase d'indagine (fase di escavo). Tale fase dell'indagine è servita per quantificare i flussi bentici di sostanze disciolte rilasciate o assorbite dal fondale in condizioni 'alterate' vale dire immediatamente dopo l'azione del dragaggio (circa dodici ore dopo l'interruzione dell'attività di rimozione dei sedimenti superficiali nel punto di misura). I flussi bentici misurati in fase di escavo sono stati qui confrontati con i flussi misurati durante la fase ante-operam (prima dell'escavo) e saranno successivamente confrontati con i flussi misurati al termine delle operazioni di dragaggio (entro sei mese). Lo scopo finale è di valutare le eventuali alterazioni indotte nella colonna d'acqua dal fondale del bacino interessato dal dragaggio. Da questo confronto, si potranno individuare e quantificare le variazioni dei flussi di sostanze disciolte naturali e/o antropiche, come i nutrienti e i metalli pesanti, e valutare la loro influenza sul chimismo della colonna d'acqua e sulle biocenosi dell'area portuale interessata al dragaggio. L'approccio sopra descritto è giustificato dal fatto che i sedimenti marini, ricevendo il particolato, organico e inorganico, autoctono e alloctono, naturale e di origine antropica, sono sede di intensi processi biogeochimici e di attività biologica nei primi centimetri; questi processi, detti di diagenesi precoce, modificano profondamente le proprietà fisiche e chimiche dei sedimenti superficiali. I processi di diagenesi precoce danno origine a dei flussi di sostanze disciolte, da e verso il sedimento, detti flussi bentici. I flussi bentici possono essere, sia in qualità sia in intensità, naturali o condizionati da stress antropici e possono influenzare il chimismo e l'ecologia della colonna d'acqua sovrastante, in particolare alle basse profondità. Misurare le variazioni dei flussi bentici all'interfaccia acqua-sedimento è di primaria importanza nel caso di interventi antropici che modificano sostanzialmente il fondale marino, sia a seguito della rimozione sia dello scarico di sedimenti. In particolare, il dragaggio dei fondali marini causa l'affioramento di sedimenti caratterizzati da proprietà chimico-fisiche molto diverse rispetto a quelle dei sedimenti superficiali presenti nei fondali indisturbati, ciò può portare al rilascio di sostanze naturali che possono essere potenzialmente pericolose per l'ambiente, come i metalli pesanti, il metano, l'anidride carbonica e l'acido solfidrico, oppure al rapido assorbimento, da parte del fondale, di ossigeno dalla colonna d'acqua, che può provocare eventi di anossia e crisi distrofiche. L'importanza di un'indagine riguardante le alterazioni dei flussi bentici in aree portuali è testimoniata da una notevole bibliografia internazionale (Klinkhammer e Bender, 1981; Chen et al., 1997; Fichet et al., 1999; Apitz et al., 2008; Hammerschmidt et al., 2008; Benoit et al., 2009) e, a livello italiano, anche dall'attività condotta nel 2013 nell'area portuale di Trieste dall'OGS di Trieste e dall'ISMAR di Ancona che per la prima volta ha valutato gli effetti della movimentazione di sedimenti marini portuali mediante la misura dei flussi bentici (F. Spagnoli, dati non pubblicati).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


