Nell'ambito di un progetto di ricerca volto a chiarire il ruolo dell'infezione ricorrente da herpes simplex virus-1 (HSV-1) nella patogenesi della malattia di Alzheimer (AD), in questo studio, utilizzando modelli sperimentali di infezione in vitro e in vivo, sono stati caratterizzati gli effetti di infezioni da HSV-1 sulla iperfosforilazione della proteina CRMP2, che è nota svolgere un'azione simile a quella della proteina Tau, ovvero assicura il corretto assetto del citoscheletro neuronale e come Tau è iperfosforilata in tessuti cerebrali di pazienti AD. Inoltre è stato studiato l'esito della downregolazione di CRMP2 sulla replicazione virale .I risultati ottenuti indicano che i livelli di fosforilazione della proteina, che è capace di associarsi e stabilizzare i microtubuli se presente nella sua forma nativa (full lenght e non iperfosforilata), sono ridotti nei lisati delle cellule neuronali e gliali infettate dal virus rispetto a quelle di controllo. Tali risultati sono stati confermati anche nel modello murino di infezione ricorrente da HSV-1 ed in particolare nei tessuti cerebrali degli animali sottoposti a molteplici riattivazioni del virus nel corso della loro vita, suggerendo che la funzione biologica di CRMP2 sia preservata durante la replicazione virale nel cervello. Poiché HSV-1 è un virus neurotropo e necessita di un corretto assemblaggio dei microtubuli sia per raggiungere il corpo cellulare dei neuroni, dove può iniziare il proprio ciclo replicativo o stabilire un'infezione latente, che per raggiungere la membrana ed essere rilasciato dalla cellula infettata, è ragionevole ipotizzare che il virus preservi per questo fine la funzione di CRMP2. A supporto di questa ipotesi, i risultati degli esperimenti di silencing hanno mostrato una diminuzione della sintesi di proteine virali in cellule Neuro2A in cui è stata indotta una downregolazione dell'espressione di CRMP2. Complessivamente questi studi hanno rilevato un ruolo "protettivo" del virus HSV-1 su CRMP2 nelle cellule del sistema nervoso centrale che conferisce al virus una più facile capacità neuroinvasiva, ma contestualmente ne aumenta il potenziale neurodegenerativo, supportando dunque il suo ruolo nella patogenesi di AD.
EFFETTI DELL'INFEZIONE DA HERPES SIMPLEX VIRUS-1 SULLA PROTEINA CRMP2 IN CELLULE DEL SISTEMA NERVOSO CENTRALE / LETIZIA POTENZA, Maria; DE CHIARA, Giovanna; TERESA PALAMARA, Anna. - (2019).
EFFETTI DELL'INFEZIONE DA HERPES SIMPLEX VIRUS-1 SULLA PROTEINA CRMP2 IN CELLULE DEL SISTEMA NERVOSO CENTRALE
GIOVANNA DE CHIARA;
2019
Abstract
Nell'ambito di un progetto di ricerca volto a chiarire il ruolo dell'infezione ricorrente da herpes simplex virus-1 (HSV-1) nella patogenesi della malattia di Alzheimer (AD), in questo studio, utilizzando modelli sperimentali di infezione in vitro e in vivo, sono stati caratterizzati gli effetti di infezioni da HSV-1 sulla iperfosforilazione della proteina CRMP2, che è nota svolgere un'azione simile a quella della proteina Tau, ovvero assicura il corretto assetto del citoscheletro neuronale e come Tau è iperfosforilata in tessuti cerebrali di pazienti AD. Inoltre è stato studiato l'esito della downregolazione di CRMP2 sulla replicazione virale .I risultati ottenuti indicano che i livelli di fosforilazione della proteina, che è capace di associarsi e stabilizzare i microtubuli se presente nella sua forma nativa (full lenght e non iperfosforilata), sono ridotti nei lisati delle cellule neuronali e gliali infettate dal virus rispetto a quelle di controllo. Tali risultati sono stati confermati anche nel modello murino di infezione ricorrente da HSV-1 ed in particolare nei tessuti cerebrali degli animali sottoposti a molteplici riattivazioni del virus nel corso della loro vita, suggerendo che la funzione biologica di CRMP2 sia preservata durante la replicazione virale nel cervello. Poiché HSV-1 è un virus neurotropo e necessita di un corretto assemblaggio dei microtubuli sia per raggiungere il corpo cellulare dei neuroni, dove può iniziare il proprio ciclo replicativo o stabilire un'infezione latente, che per raggiungere la membrana ed essere rilasciato dalla cellula infettata, è ragionevole ipotizzare che il virus preservi per questo fine la funzione di CRMP2. A supporto di questa ipotesi, i risultati degli esperimenti di silencing hanno mostrato una diminuzione della sintesi di proteine virali in cellule Neuro2A in cui è stata indotta una downregolazione dell'espressione di CRMP2. Complessivamente questi studi hanno rilevato un ruolo "protettivo" del virus HSV-1 su CRMP2 nelle cellule del sistema nervoso centrale che conferisce al virus una più facile capacità neuroinvasiva, ma contestualmente ne aumenta il potenziale neurodegenerativo, supportando dunque il suo ruolo nella patogenesi di AD.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.