Sempre più spesso le azioni di trasferimento tecnologico, per essere efficaci, necessitano di un livello di conoscenza (delle tematiche, delle competenze, dei risultati - passati e futuri -, delle prospettive) che ne facilitino l'avvio, che ne favoriscano gli sviluppi, che ne motivino la partecipazione e le scelte. Trovare il partner, in particolare quello giusto (e nei tempi, modi e costi "ragionevoli"), costituisce il primo obiettivo per il successo del trasferimento. Molti intermediari giustificano la propria esistenza nell'offrire opportunità di matching, nell'indicare chi, nel trasmettere l'informazione, senza ulteriori specificazioni o giustificazioni. Tuttavia il problema non è certamente nuovo. Repertori e illustrazioni formalizzate dei "contenuti" e della "capacità di ricerca" delle strutture pubbliche sono ormai prodotte da molti anni e rappresentano in molti casi il primo punto di contatto. Accanto a questi strumenti - che soffrono di una serie di criticità quali il linguaggio non condiviso, la necessità di aggiornamenti, la taratura sul versante dell'offerta piuttosto che su quello della domanda, che ne deprimono fortemente un uso generalizzato in particolare da parte di quella "utenza" (si pensi alle PMI) meno avvezza a un rapporto continuativo con ricerca e innovazione - si sono sviluppati più recentemente strumenti interattivi che basano il loro successo attorno a due caratteristiche. Da una parte, fanno ricorso all'insieme delle conoscenze associabili alle azioni di trasferimento e valorizzazione, a partire dal pregresso ma che comprendono anche collegamenti tra domini ed applicazioni non testati precedentemente. Conoscenze per lo più contenute in data base non espressamente pensati per lo scopo della valorizzazione, spesso di natura amministrativa e gestionale e che, come tali, se consentono uno stabile aggiornamento, implicano però la necessità di formalizzare regole di dialogo tra le informazioni contenute e una chiara gestione dei dati mancanti o incoerenti. Dall'altra la possibilità offerte da "motori di ricerca" che, oltre a saper estrarre le informazioni ritenute utili, sono in grado di far tesoro dei percorsi di apprendimento e di trasferire quanto appreso alle future attività a cui vengono applicati. La combinazione di questi elementi si presenta quanto mai stimolante in quanto, oltre a costituire un approccio flessibile e dinamico rispetto alle domande di interlocutori esterni, fornisce anche il supporto, in un approccio di business intelligence, a una miglior gestione manageriale delle risorse interne. Il presente Rapporto Tecnico fa il punto sull'esperienza CNR, che corrisponde in pieno al percorso qui ricostruito: una pluridecennale esperienza di "rendicontazione" (chi e dove siamo, cosa facciamo); una copertura a tutto campo di attività, tematiche, capacità, competenze ma un ancora insufficiente utilizzo delle potenzialità; una nuova volontà di rapportarsi all'esterno dotandosi delle strutture e degli strumenti opportuni. Il Rapporto delinea perciò gli elementi concettuali che motivano le scelte, contestualizzandoli anche rispetto alle difficoltà da affrontare, e si conclude con dei suggerimenti sugli sviluppi futuri.

Come evolve la ricerca dei partner: nuovi strumenti per rendere visibile e fruibile la "mappatura delle competenze CNR"

Basile Maria Carmela;Stilo Alessandra Maria
2016

Abstract

Sempre più spesso le azioni di trasferimento tecnologico, per essere efficaci, necessitano di un livello di conoscenza (delle tematiche, delle competenze, dei risultati - passati e futuri -, delle prospettive) che ne facilitino l'avvio, che ne favoriscano gli sviluppi, che ne motivino la partecipazione e le scelte. Trovare il partner, in particolare quello giusto (e nei tempi, modi e costi "ragionevoli"), costituisce il primo obiettivo per il successo del trasferimento. Molti intermediari giustificano la propria esistenza nell'offrire opportunità di matching, nell'indicare chi, nel trasmettere l'informazione, senza ulteriori specificazioni o giustificazioni. Tuttavia il problema non è certamente nuovo. Repertori e illustrazioni formalizzate dei "contenuti" e della "capacità di ricerca" delle strutture pubbliche sono ormai prodotte da molti anni e rappresentano in molti casi il primo punto di contatto. Accanto a questi strumenti - che soffrono di una serie di criticità quali il linguaggio non condiviso, la necessità di aggiornamenti, la taratura sul versante dell'offerta piuttosto che su quello della domanda, che ne deprimono fortemente un uso generalizzato in particolare da parte di quella "utenza" (si pensi alle PMI) meno avvezza a un rapporto continuativo con ricerca e innovazione - si sono sviluppati più recentemente strumenti interattivi che basano il loro successo attorno a due caratteristiche. Da una parte, fanno ricorso all'insieme delle conoscenze associabili alle azioni di trasferimento e valorizzazione, a partire dal pregresso ma che comprendono anche collegamenti tra domini ed applicazioni non testati precedentemente. Conoscenze per lo più contenute in data base non espressamente pensati per lo scopo della valorizzazione, spesso di natura amministrativa e gestionale e che, come tali, se consentono uno stabile aggiornamento, implicano però la necessità di formalizzare regole di dialogo tra le informazioni contenute e una chiara gestione dei dati mancanti o incoerenti. Dall'altra la possibilità offerte da "motori di ricerca" che, oltre a saper estrarre le informazioni ritenute utili, sono in grado di far tesoro dei percorsi di apprendimento e di trasferire quanto appreso alle future attività a cui vengono applicati. La combinazione di questi elementi si presenta quanto mai stimolante in quanto, oltre a costituire un approccio flessibile e dinamico rispetto alle domande di interlocutori esterni, fornisce anche il supporto, in un approccio di business intelligence, a una miglior gestione manageriale delle risorse interne. Il presente Rapporto Tecnico fa il punto sull'esperienza CNR, che corrisponde in pieno al percorso qui ricostruito: una pluridecennale esperienza di "rendicontazione" (chi e dove siamo, cosa facciamo); una copertura a tutto campo di attività, tematiche, capacità, competenze ma un ancora insufficiente utilizzo delle potenzialità; una nuova volontà di rapportarsi all'esterno dotandosi delle strutture e degli strumenti opportuni. Il Rapporto delinea perciò gli elementi concettuali che motivano le scelte, contestualizzandoli anche rispetto alle difficoltà da affrontare, e si conclude con dei suggerimenti sugli sviluppi futuri.
2016
ASR - Direzione Generale
trasferimento tecnologico
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/368046
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