La comunicazione pubblica viene spesso considerata la causa e, nello stesso tempo, il rimedio di molti mali, in particolare di quello che affligge da diversi anni la comunità scientifica e la sua relazione con la società, tra tagli ai finanziamenti e crisi di fiducia nella scienza. Secondo un'opinione diffusa, se gli scienziati spiegassero meglio le loro attività, i risultati e l'utilità delle loro ricerche, i cittadini sarebbero maggiormente disposti ad accettare le innovazioni tecnoscientifiche da loro proposte. Con una comunicazione efficace anche la società e la politica ricorrerebbero più frequentemente alla scienza nelle loro decisioni. Ma quanto il sistema attuale di costruzione delle carriere scientifiche, che riconosce quasi esclusivamente le pubblicazioni su riviste con alto 'impact factor' (secondo un meccanismo noto come 'publish or perish'), aiuta gli scienziati a dedicarsi ad attività di comunicazione? Che spazio ha nel loro percorso professionale l'impegno verso attori diversi dal mondo scientifico, che necessita di risorse, energie e competenze supplementari rispetto alla loro attività di ricerca? E quanto fattori come l'estrema specializzazione disciplinare, il linguaggio complicato ed incomprensibile ai più e la stessa auto-percezione degli scienziati, che spesso considerano il proprio lavoro come un'attività immune da condizionamenti sociali e politici, incidono a formare questo quadro di 'incomunicabilità'?
Conciliare la carriera scientifica e l'impegno in attività di comunicazione: è possibile?
Alba L'Astorina
2018
Abstract
La comunicazione pubblica viene spesso considerata la causa e, nello stesso tempo, il rimedio di molti mali, in particolare di quello che affligge da diversi anni la comunità scientifica e la sua relazione con la società, tra tagli ai finanziamenti e crisi di fiducia nella scienza. Secondo un'opinione diffusa, se gli scienziati spiegassero meglio le loro attività, i risultati e l'utilità delle loro ricerche, i cittadini sarebbero maggiormente disposti ad accettare le innovazioni tecnoscientifiche da loro proposte. Con una comunicazione efficace anche la società e la politica ricorrerebbero più frequentemente alla scienza nelle loro decisioni. Ma quanto il sistema attuale di costruzione delle carriere scientifiche, che riconosce quasi esclusivamente le pubblicazioni su riviste con alto 'impact factor' (secondo un meccanismo noto come 'publish or perish'), aiuta gli scienziati a dedicarsi ad attività di comunicazione? Che spazio ha nel loro percorso professionale l'impegno verso attori diversi dal mondo scientifico, che necessita di risorse, energie e competenze supplementari rispetto alla loro attività di ricerca? E quanto fattori come l'estrema specializzazione disciplinare, il linguaggio complicato ed incomprensibile ai più e la stessa auto-percezione degli scienziati, che spesso considerano il proprio lavoro come un'attività immune da condizionamenti sociali e politici, incidono a formare questo quadro di 'incomunicabilità'?I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


