Le caratteristiche geologiche del tratto di costa di Torre Squillace (Lecce) sono risultate particolarmente interessanti per indagare le conseguenze delle dinamiche costiere. Assume rilevanza scientifica la presenza diffusa di blocchi lapidei, anche imponenti, sui quali è stato condotto uno studio finalizzato, dunque, a comprendere questi fenomeni, supportando le evidenze rilevate con le più accreditate teorie scientifiche in materia. Al fine di inquadrare lo scenario in esame, si è partiti dall'analisi dei dati storici disponibili riguardanti la propagazione del moto ondoso di quel tratto di costa registrati dalla boa di Crotone, facente parte della Rete Ondametrica Nazionale. Inoltre, è stata presa in considerazione la velocità del flusso (dislodging flow velocity, ud), che genera lo spostamento dei blocchi e costituisce un'ulteriore variabile nell'analisi condotta. Si è giunti all'assunzione del valore dell'altezza significativa dell'onda Hs pari a 6.3 m. Mediante equazioni idrodinamiche si sono ottenuti valori dell'altezza dell'onda in mare aperto vicini se non inferiori a Hs con alta probabilità di accadimento. Tale condizione consente di ricondurre la causa che ha originato lo spostamento dei blocchi rilevati, ad onde "estreme" compatibile con il moto ondoso caratteristico del clima meteomarino locale, escludendo, pertanto, come causa del medesimo fenomeno l'energia associata ad un evento eccezionale non meteorico, quale è uno tsunami.
Sulle condizioni predisponenti la dislocazione di blocchi durante mareggiate / Rossetti, E laureanda; Fidelibus, C relatore; Delle Rose, M correlatore; Orlanducci, L correlatore. - (2019).
Sulle condizioni predisponenti la dislocazione di blocchi durante mareggiate
2019
Abstract
Le caratteristiche geologiche del tratto di costa di Torre Squillace (Lecce) sono risultate particolarmente interessanti per indagare le conseguenze delle dinamiche costiere. Assume rilevanza scientifica la presenza diffusa di blocchi lapidei, anche imponenti, sui quali è stato condotto uno studio finalizzato, dunque, a comprendere questi fenomeni, supportando le evidenze rilevate con le più accreditate teorie scientifiche in materia. Al fine di inquadrare lo scenario in esame, si è partiti dall'analisi dei dati storici disponibili riguardanti la propagazione del moto ondoso di quel tratto di costa registrati dalla boa di Crotone, facente parte della Rete Ondametrica Nazionale. Inoltre, è stata presa in considerazione la velocità del flusso (dislodging flow velocity, ud), che genera lo spostamento dei blocchi e costituisce un'ulteriore variabile nell'analisi condotta. Si è giunti all'assunzione del valore dell'altezza significativa dell'onda Hs pari a 6.3 m. Mediante equazioni idrodinamiche si sono ottenuti valori dell'altezza dell'onda in mare aperto vicini se non inferiori a Hs con alta probabilità di accadimento. Tale condizione consente di ricondurre la causa che ha originato lo spostamento dei blocchi rilevati, ad onde "estreme" compatibile con il moto ondoso caratteristico del clima meteomarino locale, escludendo, pertanto, come causa del medesimo fenomeno l'energia associata ad un evento eccezionale non meteorico, quale è uno tsunami.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


