The pursuit of virtual national interests by Member States, during and after the so-called refugee crisis, risks to undermine the European integration project. The starting point for governments is contradictory: on the one hand, the EU is based on the principle of free movement of persons, and solidarity and respect for human rights. On the other hand, European asylum policy is still based on the idea, reiterated in the Dublin regulations, that the Member State of first entry into the EU must take responsibility for the asylum seeker. Furthermore, there is significant discrepancy between the principles on which the EU is based and the internal and external policy actions it has undertaken. This paper answers to three questions: does the number of asylum seekers prove a refugee crisis? Are EU rules adequate to address the problem? The Dublin Convention increasingly emerges as a highly unrealistic attempt to manage refugee flows. Could alternative regulation reduce intra-European tensions? Finally, the third concerns the passivity with which the EU has seen refugees coming from war zones: to what extent have European countries actually tried to avoid international crises?

La mancanza di solidarietà dimostrata dai governi europei durante le crisi dei rifugiati iniziata nel 2015 ha minato fondamentalmente il progetto di integrazione europea. Il punto di partenza dei governi era certamente contraddittorio: da un lato, l'UE si basa sul principio della libera circolazione delle persone e sui principi di solidarietà tra stati membri e rispetto dei diritti umani. D'altro canto, la politica europea sui rifugiati si basa ancora sull'idea, ribadita nei vari regolamenti di Dublino, secondo cui lo Stato membro che dovrebbe assumersi la responsabilità primaria di ogni richiedente asilo è quello di primo ingresso nell'UE. Inoltre, c'è significativa discrepanza tra i principi su cui si fonda l'UE e le azioni di politica interna ed esterna che essa ha intrapreso. Piuttosto che affrontare questi problemi, riscrivendo i regolamenti e modificando le politiche in atto, i governi dell'UE hanno preferito scaricarsi le responsabilità tra loro, o addirittura verso Paesi terzi. Questo paper affronta tre temi. Il primo concerne i flussi: il numero di arrivi e di richiedenti asilo in asilo giustifica la definizione di crisi dei rifugiati? Il secondo riguarda, invece, la gestione: le regole dell'UE sono adeguate ad affrontare questi numeri? La Convenzione di Dublino emerge sempre più come un tentativo altamente irrealistico di gestire i flussi di rifugiati. Una regolamentazione alternativa potrebbe ridurre le tensioni intra-europee? Il terzo, infine, riguarda la passività con cui l'UE ha visto arrivare rifugiati da zone di guerra: in che misura i Paesi europei hanno effettivamente cercato di evitare crisi internazionali? Il problema dei flussi di rifugiati avrebbe dovuto essere affrontato rafforzando una politica estera comune dell'UE, in grado di contenere i flussi alla fonte, soprattutto dalle aree, come la Siria, l'Afghanistan, l'Iraq e l'Eritrea, che hanno generato un numero importante di rifugiati.

Rifugiati nell'Unione Europea: mancanza di solidarietà, distruzione di speranze

Archibugi D;Cellini M;Vitiello M
2019

Abstract

The pursuit of virtual national interests by Member States, during and after the so-called refugee crisis, risks to undermine the European integration project. The starting point for governments is contradictory: on the one hand, the EU is based on the principle of free movement of persons, and solidarity and respect for human rights. On the other hand, European asylum policy is still based on the idea, reiterated in the Dublin regulations, that the Member State of first entry into the EU must take responsibility for the asylum seeker. Furthermore, there is significant discrepancy between the principles on which the EU is based and the internal and external policy actions it has undertaken. This paper answers to three questions: does the number of asylum seekers prove a refugee crisis? Are EU rules adequate to address the problem? The Dublin Convention increasingly emerges as a highly unrealistic attempt to manage refugee flows. Could alternative regulation reduce intra-European tensions? Finally, the third concerns the passivity with which the EU has seen refugees coming from war zones: to what extent have European countries actually tried to avoid international crises?
2019
Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali - IRPPS
La mancanza di solidarietà dimostrata dai governi europei durante le crisi dei rifugiati iniziata nel 2015 ha minato fondamentalmente il progetto di integrazione europea. Il punto di partenza dei governi era certamente contraddittorio: da un lato, l'UE si basa sul principio della libera circolazione delle persone e sui principi di solidarietà tra stati membri e rispetto dei diritti umani. D'altro canto, la politica europea sui rifugiati si basa ancora sull'idea, ribadita nei vari regolamenti di Dublino, secondo cui lo Stato membro che dovrebbe assumersi la responsabilità primaria di ogni richiedente asilo è quello di primo ingresso nell'UE. Inoltre, c'è significativa discrepanza tra i principi su cui si fonda l'UE e le azioni di politica interna ed esterna che essa ha intrapreso. Piuttosto che affrontare questi problemi, riscrivendo i regolamenti e modificando le politiche in atto, i governi dell'UE hanno preferito scaricarsi le responsabilità tra loro, o addirittura verso Paesi terzi. Questo paper affronta tre temi. Il primo concerne i flussi: il numero di arrivi e di richiedenti asilo in asilo giustifica la definizione di crisi dei rifugiati? Il secondo riguarda, invece, la gestione: le regole dell'UE sono adeguate ad affrontare questi numeri? La Convenzione di Dublino emerge sempre più come un tentativo altamente irrealistico di gestire i flussi di rifugiati. Una regolamentazione alternativa potrebbe ridurre le tensioni intra-europee? Il terzo, infine, riguarda la passività con cui l'UE ha visto arrivare rifugiati da zone di guerra: in che misura i Paesi europei hanno effettivamente cercato di evitare crisi internazionali? Il problema dei flussi di rifugiati avrebbe dovuto essere affrontato rafforzando una politica estera comune dell'UE, in grado di contenere i flussi alla fonte, soprattutto dalle aree, come la Siria, l'Afghanistan, l'Iraq e l'Eritrea, che hanno generato un numero importante di rifugiati.
Rifugiati Richiedenti Asilo
Sistema di Dublino
Crisi Europea dei Rifugiati
Politiche Europee d'Asilo
CEAS
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Descrizione: Rifugiati nell'Unione Europea: mancanza di solidarietà, distruzione di speranze
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/389203
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