La necessità di esprimere un linguaggio comune e chiaro rende le Chiese romaniche un importante esempio del linguaggio architettonico europeo, esprimendo forme, equilibrio, elementi artistici, che si diffondono in tutto il mondo medievale collegando le questioni di fede e devozione alla struttura sociale attraverso specifiche espressioni architettoniche. Il linguaggio romanico ha assunto caratteristiche specifiche in tutta Europa, modificandosi per aspetti specifici del sito, spesso adeguando le sue linee guida principali a bisogni e materiali locali. In Sardegna, una delle principali ed antiche isole del Mar Mediterraneo, l'introduzione dell'architettura romanica ha trovato la presenza sul territorio sardo di diverse evidenze archeologiche ed architettoniche di insediamenti precedenti e di una risorsa geologica (da utilizzarsi per l'approvvigionamento dei materiali costruttivi) molto variegata, a tratti assai diversa dalle aree in cui questo linguaggio architettonico si era originariamente sviluppato. Pertanto, il libro si propone di focalizzare i rapporti fra il monumento architettonico e il territorio di riferimento, nella prospettiva storica come in quella attuale, attraverso lo studio di casi esemplari rappresentati dalle chiese romaniche edificate in Sardegna nell'età giudicale (dal XI° al XIII° secolo). Scopo generale è stata l'elaborazione ed applicazione di una metodologia di studio dei manufatti architettonici che sappia integrare l'apporto di discipline tradizionalmente d'ambito umanistico (archivistica, epigrafi a, storia dell'architettura, storia dell'arte) con altre di ambito scientifico (geologia, mineralogia, petrografia, petrofisica, geochimica), insieme alle tecnologie di rilievo laser-scan, volta a comprendere su quali connessioni territoriali si fondava la relazione fra la chiesa romanica e il paesaggio circostante. Ciò attraverso un confronto diretto dei dati minero-petrografici-geochimici dei materiali costruttivi; l'attività di ricognizione delle cave di estrazione della pietra consente infatti di precisare quali erano durante l'età giudicale i fattori che sovrintendevano la scelta dei materiali (e quindi delle cave) e come e quanto questi fattori si correlassero con le esigenze di tipo politico, estetico, o, più semplicemente con quelle di tipo pratico.

Architettura Romanica e Territorio

Palomba Marcella;
2018

Abstract

La necessità di esprimere un linguaggio comune e chiaro rende le Chiese romaniche un importante esempio del linguaggio architettonico europeo, esprimendo forme, equilibrio, elementi artistici, che si diffondono in tutto il mondo medievale collegando le questioni di fede e devozione alla struttura sociale attraverso specifiche espressioni architettoniche. Il linguaggio romanico ha assunto caratteristiche specifiche in tutta Europa, modificandosi per aspetti specifici del sito, spesso adeguando le sue linee guida principali a bisogni e materiali locali. In Sardegna, una delle principali ed antiche isole del Mar Mediterraneo, l'introduzione dell'architettura romanica ha trovato la presenza sul territorio sardo di diverse evidenze archeologiche ed architettoniche di insediamenti precedenti e di una risorsa geologica (da utilizzarsi per l'approvvigionamento dei materiali costruttivi) molto variegata, a tratti assai diversa dalle aree in cui questo linguaggio architettonico si era originariamente sviluppato. Pertanto, il libro si propone di focalizzare i rapporti fra il monumento architettonico e il territorio di riferimento, nella prospettiva storica come in quella attuale, attraverso lo studio di casi esemplari rappresentati dalle chiese romaniche edificate in Sardegna nell'età giudicale (dal XI° al XIII° secolo). Scopo generale è stata l'elaborazione ed applicazione di una metodologia di studio dei manufatti architettonici che sappia integrare l'apporto di discipline tradizionalmente d'ambito umanistico (archivistica, epigrafi a, storia dell'architettura, storia dell'arte) con altre di ambito scientifico (geologia, mineralogia, petrografia, petrofisica, geochimica), insieme alle tecnologie di rilievo laser-scan, volta a comprendere su quali connessioni territoriali si fondava la relazione fra la chiesa romanica e il paesaggio circostante. Ciò attraverso un confronto diretto dei dati minero-petrografici-geochimici dei materiali costruttivi; l'attività di ricognizione delle cave di estrazione della pietra consente infatti di precisare quali erano durante l'età giudicale i fattori che sovrintendevano la scelta dei materiali (e quindi delle cave) e come e quanto questi fattori si correlassero con le esigenze di tipo politico, estetico, o, più semplicemente con quelle di tipo pratico.
2018
Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima - ISAC
978 88 9386 079 6
Monumenti e Territorio
Architettura Romanica nel periodo dei Giudicati
Scelta dei materiali costruttivi
Studio dei geomateriali da costruzione e loro degrado
valorizzazione dell'Architettura Romanica della Sardegna
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/393547
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