Si riconosce la necessità di individuare il rischio di liquefazione sismica in un territorio, in particolare quando il sottosuolo è costituiti da orizzonti sabbiosi saturi, al fine di garantire la sicurezza di edifici e infrastrutture. È quindi fondamentale eseguire studi e ricerche approfondite sulla geologia e sulla stratigrafia locali. La liquefazione si manifesta durante un evento sismico e comporta la perdita rapida della resistenza al taglio di un terreno, generalmente a grana grossa saturo non coesivo, a causa dell'aumento di pressione interstiziale, con conseguente perdita della capacità portante del terreno stesso. Con riferimento alla meccanica del fenomeno, in caso di forti scosse sismiche, si assiste a movimenti avanti e indietro del suolo, per effetto delle sollecitazioni di taglio ad andamento ciclico irregolare, indotte dalla propagazione verso l'alto delle onde sismiche S (secondarie) provenienti dalle formazioni più rigide sottostanti. A seguito di una serie di scosse ripetute gli aumenti di pressione interstiziale potranno accumularsi, interessando un importante volume di terreno e causando l'azzeramento delle tensioni efficaci. Risulta importante avere contezza della stratigrafia del sottosuolo, disponendo cioè di ordine, successione, età, e litologia delle formazioni rocciose e dei rapporti laterali e verticali. Nelle zone caratterizzate da notevoli depositi di sedimenti fluviali quali limo, argille e sabbie (ad esempio pianure alluvionali e piane costiere) non consolidati e saturi di acqua per la presenza di falde acquifere superficiali, a seguito di eventi sismici, si può verificare con buona probabilità la liquefazione del suolo. In Puglia, l'evento sismico più significativo è stato il terremoto nel 1743 che si verificò con maggior violenza nel territorio di Nardò, in provincia di Lecce. In questa occasione si verificarono danni ricollegabili agli effetti della liquefazione. La zona neretina è infatti caratterizzata dalla presenza di sabbie limose con livelli più cementati, dello spessore di 4-5 m, passanti in profondità alle Argille sub-appennine, alla Calcarenite di Gravina e ai calcari cretacei. Si può concludere che per lavorare in sicurezza è di fondamentale importanza conoscere la geologia locale al fine di valutare la predisposizione alla liquefazione. Sarà quindi importante valutare il rischio di liquefazione puntualmente, così da assumere le opportune misure preventive.
Liquefazione di orizzonti sabbiosi per scuotimento sismico / Potenza, G laureando; Fidelibus, C relatore; Delle Rose, M relatore. - (2021 Jun 10).
Liquefazione di orizzonti sabbiosi per scuotimento sismico
2021
Abstract
Si riconosce la necessità di individuare il rischio di liquefazione sismica in un territorio, in particolare quando il sottosuolo è costituiti da orizzonti sabbiosi saturi, al fine di garantire la sicurezza di edifici e infrastrutture. È quindi fondamentale eseguire studi e ricerche approfondite sulla geologia e sulla stratigrafia locali. La liquefazione si manifesta durante un evento sismico e comporta la perdita rapida della resistenza al taglio di un terreno, generalmente a grana grossa saturo non coesivo, a causa dell'aumento di pressione interstiziale, con conseguente perdita della capacità portante del terreno stesso. Con riferimento alla meccanica del fenomeno, in caso di forti scosse sismiche, si assiste a movimenti avanti e indietro del suolo, per effetto delle sollecitazioni di taglio ad andamento ciclico irregolare, indotte dalla propagazione verso l'alto delle onde sismiche S (secondarie) provenienti dalle formazioni più rigide sottostanti. A seguito di una serie di scosse ripetute gli aumenti di pressione interstiziale potranno accumularsi, interessando un importante volume di terreno e causando l'azzeramento delle tensioni efficaci. Risulta importante avere contezza della stratigrafia del sottosuolo, disponendo cioè di ordine, successione, età, e litologia delle formazioni rocciose e dei rapporti laterali e verticali. Nelle zone caratterizzate da notevoli depositi di sedimenti fluviali quali limo, argille e sabbie (ad esempio pianure alluvionali e piane costiere) non consolidati e saturi di acqua per la presenza di falde acquifere superficiali, a seguito di eventi sismici, si può verificare con buona probabilità la liquefazione del suolo. In Puglia, l'evento sismico più significativo è stato il terremoto nel 1743 che si verificò con maggior violenza nel territorio di Nardò, in provincia di Lecce. In questa occasione si verificarono danni ricollegabili agli effetti della liquefazione. La zona neretina è infatti caratterizzata dalla presenza di sabbie limose con livelli più cementati, dello spessore di 4-5 m, passanti in profondità alle Argille sub-appennine, alla Calcarenite di Gravina e ai calcari cretacei. Si può concludere che per lavorare in sicurezza è di fondamentale importanza conoscere la geologia locale al fine di valutare la predisposizione alla liquefazione. Sarà quindi importante valutare il rischio di liquefazione puntualmente, così da assumere le opportune misure preventive.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.