Sono passati 42 anni dal disastroso terremoto che, il 23 novembre 1980, colpì la Campania centrale e la Basilicata centro-settentrionale con una scossa di magnitudo 6.9, costando la vita a quasi tremila persone e costringendone oltre 200mila a lasciare la propria casa. Erano le 19.34 del 23 novembre 1980 quando la terra cominciò a tremare. A una prima scossa di magnitudo di 6.9 e un valore sulla scala Mercalli pari al nono grado, ne seguirono altre due, anch'esse con magnitudo attorno al 6.4-6.6: come se, in meno di un minuto, tre terremoti, tutti più forti di quello dell'Aquila, avessero colpito l'area, con epicentro tra le province di Salerno e Potenza. Abbiamo voluto ripercorre quei fatti con Sabina Porfido, geologo della SIGEA, (Società Italiana di Geologia Ambientale) e ricercatrice del CNR
Con la geologa Sabina Porfido di SIGEA una riflessione a 42 anni dal disastroso terremoto del 23 novembre 1980
Sabina Porfido;
2022
Abstract
Sono passati 42 anni dal disastroso terremoto che, il 23 novembre 1980, colpì la Campania centrale e la Basilicata centro-settentrionale con una scossa di magnitudo 6.9, costando la vita a quasi tremila persone e costringendone oltre 200mila a lasciare la propria casa. Erano le 19.34 del 23 novembre 1980 quando la terra cominciò a tremare. A una prima scossa di magnitudo di 6.9 e un valore sulla scala Mercalli pari al nono grado, ne seguirono altre due, anch'esse con magnitudo attorno al 6.4-6.6: come se, in meno di un minuto, tre terremoti, tutti più forti di quello dell'Aquila, avessero colpito l'area, con epicentro tra le province di Salerno e Potenza. Abbiamo voluto ripercorre quei fatti con Sabina Porfido, geologo della SIGEA, (Società Italiana di Geologia Ambientale) e ricercatrice del CNRI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.