L'articolo è incentrato sul ruolo del benessere digitale nel contesto dello smart working. Partendo dall'analisi dei cambiamenti delle routine di lavoro quotidiane a seguito della pandemia COVID-19, l'autore pone in primo piano i rischi di un'era in cui le tecnologie digitali pervadono ogni aspetto dalla vita quotidiana e in cui il lavoro, come le tecnologie, diventa onnipresente, flessibile, intelligente. Stati di connettività costante (Kolb et al., 2012) e di telepressione (Barber e Santuzzi, 2015) diventano la prova evidente di un uso poco consapevole delle tecnologie. Generando burnout, l'uso improprio della tecnologia accresce i livelli di stress e mette a rischio il work-life balance, risultando deleterio per la concentrazione e la creatività, ma anche controproducente, nel medio e lungo termine, per la produttività, la soddisfazione sul lavoro, l'impegno organizzativo. La consapevolezza dei rischi insiti in uno stato di iper-connettività e la necessità di porre in essere delle adeguate contromisure pone in primo piano il tema del "benessere digitale" (o "digital wellbeing"). Nell'articolo il concetto viene analizzato in maniera critica, a partire da quelli più generico di "benessere " e di "benessere nel luogo di lavoro"; successivamente, vengono discussi i fattori che influenzano il benessere digitale quali caratteristiche individuali; proprietà della tecnologia e condizioni di contesto. Infine, viene messo in primo piano il ruolo dei manager e delle organizzazioni nel favorire la transizione da una cultura della connettività ormai dilagante, ad una più equilibrata cultura del benessere digitale.
Smart working e uso consapevole delle tecnologie: quale ruolo per il benessere digitale?
Luisa Errichiello
2021
Abstract
L'articolo è incentrato sul ruolo del benessere digitale nel contesto dello smart working. Partendo dall'analisi dei cambiamenti delle routine di lavoro quotidiane a seguito della pandemia COVID-19, l'autore pone in primo piano i rischi di un'era in cui le tecnologie digitali pervadono ogni aspetto dalla vita quotidiana e in cui il lavoro, come le tecnologie, diventa onnipresente, flessibile, intelligente. Stati di connettività costante (Kolb et al., 2012) e di telepressione (Barber e Santuzzi, 2015) diventano la prova evidente di un uso poco consapevole delle tecnologie. Generando burnout, l'uso improprio della tecnologia accresce i livelli di stress e mette a rischio il work-life balance, risultando deleterio per la concentrazione e la creatività, ma anche controproducente, nel medio e lungo termine, per la produttività, la soddisfazione sul lavoro, l'impegno organizzativo. La consapevolezza dei rischi insiti in uno stato di iper-connettività e la necessità di porre in essere delle adeguate contromisure pone in primo piano il tema del "benessere digitale" (o "digital wellbeing"). Nell'articolo il concetto viene analizzato in maniera critica, a partire da quelli più generico di "benessere " e di "benessere nel luogo di lavoro"; successivamente, vengono discussi i fattori che influenzano il benessere digitale quali caratteristiche individuali; proprietà della tecnologia e condizioni di contesto. Infine, viene messo in primo piano il ruolo dei manager e delle organizzazioni nel favorire la transizione da una cultura della connettività ormai dilagante, ad una più equilibrata cultura del benessere digitale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


