Abusi, scuse, travisamenti e manipolazioni della storia della Shoah si possono riscontrare a tutti i livelli della società. Si tratta di un fenomeno tutt'altro che marginale: se ne possono trovare esempi nei governi che cercano di minimizzare la loro responsabilità storica, nei teorici della cospirazione che accusano gli ebrei di esagerare le loro sofferenze a scopo di lucro e negli utenti online che fanno uso di immagini e linguaggio associati alla Shoah per scopi politici, ideologici o commerciali che non hanno legami con la sua storia. Indipendentemente dalla sua forma, la distorsione della Shoah e i suoi potenziali effetti diretti o indiretti - antisemitismo, negazione della Shoah, miti cospirativi e nazionalismo estremo - hanno una dimensione e una rilevanza internazionale e pertanto richiedono una risposta internazionale. Per quanto riguarda i social media, se da un lato la loro ascesa ha permesso a individui e gruppi di connettersi a livello globale e di avere accesso istantaneo a informazioni e conoscenze, dall'altro hanno consentito l'esponenziale diffusione e la divulgazione di contenuti carichi d'odio, tra cui l'antisemitismo e la negazione e distorsione della Shoah. Il presente rapporto intende fornire ai musei e ai memoriali della Shoah una serie di linee guida e raccomandazioni per contrastare il fenomeno della distorsione della Shoah sui canali dei social media. Poiché queste istituzioni si configurano come pilastri sempre più importanti contro la distorsione della Shoah, esse non solo hanno molteplici opportunità di salvaguardare la documentazione storica ma hanno anche bisogno di aiuto per affrontare le sfide poste da coloro che distorcono la verità. In quest'ottica, il rapporto evidenzia diverse azioni che i memoriali e i musei della Shoah possono intraprendere per contribuire a ridurre l'impatto delle diverse forme di distorsione della Shoah sui social media. A differenza della negazione della Shoah, cioè il tentativo di cancellare la Shoah dalla storia, la distorsione della Shoah giustifica, minimizza o travisa la Shoah in una varietà di modi utilizzando vari mezzi di comunicazione non sempre facilmente identificabili. Mentre vi è un ampio consenso sul fatto che la negazione della Shoah sia alimentata dall'antisemitismo, la distorsione della Shoah è considerata una forma di antisemitismo secondario o una manipolazione della storia della Shoah e della sua memoria per vari scopi. Sebbene la narrazione storica irresponsabile e abusiva possa riguardare qualsiasi evento storico, oggi il numero di mutazioni e distorsioni della storia della Shoah sta crescendo e sta progressivamente assumendo diverse forme dilaganti. Poiché non esistono misure uniche e generali contro tutte le forme di distorsione, dovranno essere attuate diverse azioni specifiche a seconda del contesto geografico o sociale.

Affrontare la distorsione della Shoah sui social media. Linee guida e raccomandazioni

Manca Stefania;
2022

Abstract

Abusi, scuse, travisamenti e manipolazioni della storia della Shoah si possono riscontrare a tutti i livelli della società. Si tratta di un fenomeno tutt'altro che marginale: se ne possono trovare esempi nei governi che cercano di minimizzare la loro responsabilità storica, nei teorici della cospirazione che accusano gli ebrei di esagerare le loro sofferenze a scopo di lucro e negli utenti online che fanno uso di immagini e linguaggio associati alla Shoah per scopi politici, ideologici o commerciali che non hanno legami con la sua storia. Indipendentemente dalla sua forma, la distorsione della Shoah e i suoi potenziali effetti diretti o indiretti - antisemitismo, negazione della Shoah, miti cospirativi e nazionalismo estremo - hanno una dimensione e una rilevanza internazionale e pertanto richiedono una risposta internazionale. Per quanto riguarda i social media, se da un lato la loro ascesa ha permesso a individui e gruppi di connettersi a livello globale e di avere accesso istantaneo a informazioni e conoscenze, dall'altro hanno consentito l'esponenziale diffusione e la divulgazione di contenuti carichi d'odio, tra cui l'antisemitismo e la negazione e distorsione della Shoah. Il presente rapporto intende fornire ai musei e ai memoriali della Shoah una serie di linee guida e raccomandazioni per contrastare il fenomeno della distorsione della Shoah sui canali dei social media. Poiché queste istituzioni si configurano come pilastri sempre più importanti contro la distorsione della Shoah, esse non solo hanno molteplici opportunità di salvaguardare la documentazione storica ma hanno anche bisogno di aiuto per affrontare le sfide poste da coloro che distorcono la verità. In quest'ottica, il rapporto evidenzia diverse azioni che i memoriali e i musei della Shoah possono intraprendere per contribuire a ridurre l'impatto delle diverse forme di distorsione della Shoah sui social media. A differenza della negazione della Shoah, cioè il tentativo di cancellare la Shoah dalla storia, la distorsione della Shoah giustifica, minimizza o travisa la Shoah in una varietà di modi utilizzando vari mezzi di comunicazione non sempre facilmente identificabili. Mentre vi è un ampio consenso sul fatto che la negazione della Shoah sia alimentata dall'antisemitismo, la distorsione della Shoah è considerata una forma di antisemitismo secondario o una manipolazione della storia della Shoah e della sua memoria per vari scopi. Sebbene la narrazione storica irresponsabile e abusiva possa riguardare qualsiasi evento storico, oggi il numero di mutazioni e distorsioni della storia della Shoah sta crescendo e sta progressivamente assumendo diverse forme dilaganti. Poiché non esistono misure uniche e generali contro tutte le forme di distorsione, dovranno essere attuate diverse azioni specifiche a seconda del contesto geografico o sociale.
2022
Istituto per le Tecnologie Didattiche - ITD - Sede Genova
Holocaust distortion
Holocaust museums
social media
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