Nelle moderne pratiche di uso del suolo le attività agricole e selvicolturali vengono prevalentemente gestite in modo mutualmente esclusivo. Non era così fino a non molti decenni fa: ad esempio, in tutto il bacino del Mediterraneo per millenni hanno avuto estensione molto ampia i sistemi agrosilvopastorali, principalmente con alberi di querce. In Italia, la consociazione tra alberi forestali, seminativi, colture orticole, prati, pascoli, alberi da frutto, olivi e vite hanno dato luogo a veri e propri paesaggi agricoli arborati, di particolare qualità anche estetica (si pensi ai dipinti dei Macchiaioli toscani del XIX secolo dove alberi, boschetti, campi e prati appaiono sempre strettamente interconnessi). Soprattutto a partire dal secondo dopoguerra del secolo scorso, la rapida e capillare diffusione dell'agricoltura intensiva, basata sulla meccanizzazione e sulla chimica di sintesi, ha cambiato i paradigmi delle attività agricole, con una significativa semplificazione degli agroecosistemi verso forme monocolturali. Peraltro, alcune aree geografiche ancora conservano importanti sistemi agroforestali: ad esempio, il Piemonte con intercolture di mais, soia o grano tra i pioppi, l'Alto Adige con il pascolo tra i larici e la Sardegna con quello nelle sugherete, l'Umbria con i seminativi tra gli olivi e la Campania con le associazioni di colture orticole e noceti da frutto e da legno. Questi esempi evidenziano come la coltivazione di alberi forestali e da frutto, seminativi e animali domestici sulla stessa superficie sia una opzione di uso del suolo concretamente percorribile anche in un moderno contesto di gestione: a essi si ispira la moderna agroforestazione, basata sull'inserimento/mantenimento di basse densità di alberi forestali nonché di filari arborei e arbustivi nell'ambito dei sistemi agricoli. Molti imprenditori sono interessati a una simile modalità di uso del territorio: le principali motivazioni sono il mantenimento della fertilità dei suoli, la riduzione degli apporti energetici, il rinforzo della lotta biologica, la diversificazione dei prodotti. In linea di principio, i sistemi agroforestali determinano un più efficiente uso delle risorse naturali rispetto a quelli monocolturali: nonostante ciò, le prassi della moderna agroforestazione sono ancora relativamente poco valorizzate su larga scala. Alla luce di ciò, questa monografia vuole offrire un aggiornato riferimento conoscitivo e di analisi sul tema, in forma di linee guida, a supporto degli imprenditori agricoli, dei tecnici professionisti e dei soggetti tecnico-istituzionali competenti per il settore.

Agroforestazione in Italia: una opportunità per le aziende agrarie

Francesca Camilli;Anita Maienza;Pierluigi Paris;Francesca Ugolini;Fabrizio Ungaro;
2023

Abstract

Nelle moderne pratiche di uso del suolo le attività agricole e selvicolturali vengono prevalentemente gestite in modo mutualmente esclusivo. Non era così fino a non molti decenni fa: ad esempio, in tutto il bacino del Mediterraneo per millenni hanno avuto estensione molto ampia i sistemi agrosilvopastorali, principalmente con alberi di querce. In Italia, la consociazione tra alberi forestali, seminativi, colture orticole, prati, pascoli, alberi da frutto, olivi e vite hanno dato luogo a veri e propri paesaggi agricoli arborati, di particolare qualità anche estetica (si pensi ai dipinti dei Macchiaioli toscani del XIX secolo dove alberi, boschetti, campi e prati appaiono sempre strettamente interconnessi). Soprattutto a partire dal secondo dopoguerra del secolo scorso, la rapida e capillare diffusione dell'agricoltura intensiva, basata sulla meccanizzazione e sulla chimica di sintesi, ha cambiato i paradigmi delle attività agricole, con una significativa semplificazione degli agroecosistemi verso forme monocolturali. Peraltro, alcune aree geografiche ancora conservano importanti sistemi agroforestali: ad esempio, il Piemonte con intercolture di mais, soia o grano tra i pioppi, l'Alto Adige con il pascolo tra i larici e la Sardegna con quello nelle sugherete, l'Umbria con i seminativi tra gli olivi e la Campania con le associazioni di colture orticole e noceti da frutto e da legno. Questi esempi evidenziano come la coltivazione di alberi forestali e da frutto, seminativi e animali domestici sulla stessa superficie sia una opzione di uso del suolo concretamente percorribile anche in un moderno contesto di gestione: a essi si ispira la moderna agroforestazione, basata sull'inserimento/mantenimento di basse densità di alberi forestali nonché di filari arborei e arbustivi nell'ambito dei sistemi agricoli. Molti imprenditori sono interessati a una simile modalità di uso del territorio: le principali motivazioni sono il mantenimento della fertilità dei suoli, la riduzione degli apporti energetici, il rinforzo della lotta biologica, la diversificazione dei prodotti. In linea di principio, i sistemi agroforestali determinano un più efficiente uso delle risorse naturali rispetto a quelli monocolturali: nonostante ciò, le prassi della moderna agroforestazione sono ancora relativamente poco valorizzate su larga scala. Alla luce di ciò, questa monografia vuole offrire un aggiornato riferimento conoscitivo e di analisi sul tema, in forma di linee guida, a supporto degli imprenditori agricoli, dei tecnici professionisti e dei soggetti tecnico-istituzionali competenti per il settore.
2023
Istituto per il Sistema Produzione Animale in Ambiente Mediterraneo - ISPAAM
Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi Terrestri - IRET
Istituto per la BioEconomia - IBE
9788833852690
Agroforestry
Agroecolgy
Silvoarable systems
Silvopastoral systems
Trees Outside Forest
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/450921
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