L'ipoacusia, più comunemente definita con il termine generico di "sordità", è una delle patologie più diffuse all'interno della popolazione. Epidemiologicamente, essa risulta interessare, con vari gradi di severità, circa il 10% della popolazione mondiale, ossia 700 milioni di persone. La distribuzione all'interno della popolazione generale non è uniforme, in quanto, sebbene sia riscontrata anche in età pediatrica, essa è una patologia che tende a interessare una quota sempre maggiore di persone con l'avanzare dell'età; se infatti solamente 3 neonati su 1000 soffrono di problematiche correlate all'udito, la percentuale si innalza fino al 40% nelle persone al di sopra dei 75 anni di età. Le cause di questa patologia risultano molto variegate, e possono essere determinate sia dalla genetica dell'individuo che dalle possibili interazioni ambientali di quest'ultimo, ossia l'esposizione ad agenti lesivi, durante il corso della vita, che possano determinare un danno a livello del sistema uditivo. La sordità, in base all'eziologia e alla sede del danno, può presentare differenti trattamenti risolutivi, di tipo chirurgico e medico, tuttavia, nonostante i progressi della medicina, in molti casi l'unica tipologia di trattamento efficace è quella protesica, che consiste nell'utilizzo di un apparecchio acustico; tale ausilio uditivo, opportunamente regolato in base alla perdita ed alle necessità del paziente, è di importanza fondamentale, odiernamente, per riuscire ad eliminare o circoscrivere le difficoltà degli ipoacusici, mediante la rimozione degli ostacoli comunicativi che sono costretti ad affrontare, garantendo ad essi una qualità di vita, per quanto possibile, normale. Lo scopo di questo lavoro di tesi è quello di illustrare come i recenti progressi tecnologici possono essere d'aiuto nel fitting audioprotesico, e, nello specifico, constatata la progressiva introduzione di sistemi di intelligenza artificiale all'interno degli ausili audioprotesici, come questi possano essere utilizzati nel favorire la processazione dei segnali sonori di tipo non verbale negli apparecchi acustici, con l'obiettivo di garantire una migliore qualità di ascolto e una maggiore capacità di percepire una più vasta gamma di stimoli sonori alle persone affette da difficoltà uditive. Inoltre, per poter ottenere un quadro maggiormente esaustivo e chiaro delle necessità uditive delle persone che soffrono di ipoacusia, abbiamo provveduto a sottoporre un questionario ad un campione di pazienti portatori di apparecchi acustici, i cui risultati possono essere inoltre utili per il fine di orientare i futuri sviluppi tecnologici, allineandoli a quelle che sono le reali richieste del pubblico che usufruisce di supporti uditivi

Apparecchi acustici e processazione dei segnali non verbali / Alex Dinelli candidatoMarco Paterni relatore,. - (20/04/2021).

Apparecchi acustici e processazione dei segnali non verbali

20/04/2021

Abstract

L'ipoacusia, più comunemente definita con il termine generico di "sordità", è una delle patologie più diffuse all'interno della popolazione. Epidemiologicamente, essa risulta interessare, con vari gradi di severità, circa il 10% della popolazione mondiale, ossia 700 milioni di persone. La distribuzione all'interno della popolazione generale non è uniforme, in quanto, sebbene sia riscontrata anche in età pediatrica, essa è una patologia che tende a interessare una quota sempre maggiore di persone con l'avanzare dell'età; se infatti solamente 3 neonati su 1000 soffrono di problematiche correlate all'udito, la percentuale si innalza fino al 40% nelle persone al di sopra dei 75 anni di età. Le cause di questa patologia risultano molto variegate, e possono essere determinate sia dalla genetica dell'individuo che dalle possibili interazioni ambientali di quest'ultimo, ossia l'esposizione ad agenti lesivi, durante il corso della vita, che possano determinare un danno a livello del sistema uditivo. La sordità, in base all'eziologia e alla sede del danno, può presentare differenti trattamenti risolutivi, di tipo chirurgico e medico, tuttavia, nonostante i progressi della medicina, in molti casi l'unica tipologia di trattamento efficace è quella protesica, che consiste nell'utilizzo di un apparecchio acustico; tale ausilio uditivo, opportunamente regolato in base alla perdita ed alle necessità del paziente, è di importanza fondamentale, odiernamente, per riuscire ad eliminare o circoscrivere le difficoltà degli ipoacusici, mediante la rimozione degli ostacoli comunicativi che sono costretti ad affrontare, garantendo ad essi una qualità di vita, per quanto possibile, normale. Lo scopo di questo lavoro di tesi è quello di illustrare come i recenti progressi tecnologici possono essere d'aiuto nel fitting audioprotesico, e, nello specifico, constatata la progressiva introduzione di sistemi di intelligenza artificiale all'interno degli ausili audioprotesici, come questi possano essere utilizzati nel favorire la processazione dei segnali sonori di tipo non verbale negli apparecchi acustici, con l'obiettivo di garantire una migliore qualità di ascolto e una maggiore capacità di percepire una più vasta gamma di stimoli sonori alle persone affette da difficoltà uditive. Inoltre, per poter ottenere un quadro maggiormente esaustivo e chiaro delle necessità uditive delle persone che soffrono di ipoacusia, abbiamo provveduto a sottoporre un questionario ad un campione di pazienti portatori di apparecchi acustici, i cui risultati possono essere inoltre utili per il fine di orientare i futuri sviluppi tecnologici, allineandoli a quelle che sono le reali richieste del pubblico che usufruisce di supporti uditivi
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audiologia
autiprotesi
apparecchi acustici
intelligenza artificiale
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Marco Paterni
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/461637
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