Questo elaborato nasce dall'idea di trovare un'alternativa a sistemi di sorveglianza di persone che necessitano di assistenza, con mobilità limitata ed arrivare a controllare anche i punti/luoghi in cui le normali videocamere o sensori a collare (visto il rischio dei falsi negativi) non riescono a raggiungere. La perdita dell'udito e dell'equilibrio è un'associazione sempre più rilevante. È esperienza comune che, con l'avanzare dell'età, l'udito vada incontro a un certo grado di peggioramento. La perdita dell'udito rappresenta una delle disabilità più diffuse al mondo: si stima che più del 6% della popolazione globale sia affetta da questo disturbo, soprattutto in età avanzata. Le conseguenze di tale condizione sono molteplici e non trascurabili: riduzione della capacità di comunicazione e interazione con gli altri, peggioramento delle performance nelle attività quotidiane, compromissione anche marcata della qualità della vita. Ma non solo: studi recenti sudcoreani, pubblicati sulla rivista scientifica JAMA - Otolaryngology - Head & Neck Surgery, indicano che alla perdita dell'udito si associa anche un peggioramento dell'equilibrio. Purtroppo, le cellule che compongono l'orecchio interno sono tanto straordinarie quanto fragili: con il tempo accumulano danni e non hanno la capacità di guarirsi né di rigenerarsi. Ecco perché, con l'avanzare dell'età, il nostro udito tende inesorabilmente a peggiorare. L'insieme di questi processi degenerativi porta ad una crescente difficoltà, con gli anni, nel mantenere l'equilibrio: a questo concorrono sia il danno cellulare, sia la compromissione dell'apparato muscolo-scheletrico (che tende ad indebolirsi). Le conseguenze di questa crescente instabilità vanno dalla perdita di autonomia alle temibili cadute, sempre più frequenti con l'età. Oltre a dare una fotografia della situazione attuale, lo studio suggerisce la possibilità di adottare nuove strategie per il disequilibrio. Ad esempio, le tecniche di riabilitazione uditiva usate finora solo nelle persone con compromissione dell'udito, potrebbero avere un ruolo anche nel trattamento dell'instabilità posturale o meglio nel registrare in tempo reale le eventuali cadute e, di conseguenza, poter agire tempestivamente. E' per questo che investire su protesi acustiche dotate di nuove funzionalità potrebbe essere un'alternativa non solo da un punto di vista uditivo ma anche di salute e benessere generale. Ad oggi i portatori di protesi acustiche sono per lo più anziani, persone ormai poco autonome e con difficoltà motorie. Ed è per questo che fornire apparecchi acustici sempre più innovativi può rappresentare per loro una sicurezza. Integrare sensori di caduta che riescano ad inviare notifiche ad un familiare tramite APP su smartphone può essere un modo per aiutare e rassicurare anziani e i rispettivi parenti. Non solo, riducendo dispositivi indossabili (es: sensori a collare) e continuando a portare apparecchi acustici si potrà arrivare anche nei punti ciechi non coperti da videocamere a circuito chiuso ad esempio. Lo scopo di questa tesi è stato valutare ed analizzare sensori di caduta incorporati in protesi acustiche, capirne struttura, funzionamento e verificare se effettivamente possono avere uno sviluppo negli anni a seguire cercando di capire se possono dare beneficio o meno ed essere accettate e utili ad ipoacusici e ai rispettivi familiari. La sperimentazione è stata condotta su un campione (seppur limitato) di 43 soggetti, è stato sottoposto loro un questionario online al fine di evidenziare pro e contro dei possibili apparecchi acustici dotati dei suddetti sensori, controllando la reale utilità che può dare tale tecnologia.

Sensori di caduta ed apparecchi acustici / Valeria Ginanneschi candidataMarco Paterni relatore. - (24/11/2020).

Sensori di caduta ed apparecchi acustici

24/11/2020

Abstract

Questo elaborato nasce dall'idea di trovare un'alternativa a sistemi di sorveglianza di persone che necessitano di assistenza, con mobilità limitata ed arrivare a controllare anche i punti/luoghi in cui le normali videocamere o sensori a collare (visto il rischio dei falsi negativi) non riescono a raggiungere. La perdita dell'udito e dell'equilibrio è un'associazione sempre più rilevante. È esperienza comune che, con l'avanzare dell'età, l'udito vada incontro a un certo grado di peggioramento. La perdita dell'udito rappresenta una delle disabilità più diffuse al mondo: si stima che più del 6% della popolazione globale sia affetta da questo disturbo, soprattutto in età avanzata. Le conseguenze di tale condizione sono molteplici e non trascurabili: riduzione della capacità di comunicazione e interazione con gli altri, peggioramento delle performance nelle attività quotidiane, compromissione anche marcata della qualità della vita. Ma non solo: studi recenti sudcoreani, pubblicati sulla rivista scientifica JAMA - Otolaryngology - Head & Neck Surgery, indicano che alla perdita dell'udito si associa anche un peggioramento dell'equilibrio. Purtroppo, le cellule che compongono l'orecchio interno sono tanto straordinarie quanto fragili: con il tempo accumulano danni e non hanno la capacità di guarirsi né di rigenerarsi. Ecco perché, con l'avanzare dell'età, il nostro udito tende inesorabilmente a peggiorare. L'insieme di questi processi degenerativi porta ad una crescente difficoltà, con gli anni, nel mantenere l'equilibrio: a questo concorrono sia il danno cellulare, sia la compromissione dell'apparato muscolo-scheletrico (che tende ad indebolirsi). Le conseguenze di questa crescente instabilità vanno dalla perdita di autonomia alle temibili cadute, sempre più frequenti con l'età. Oltre a dare una fotografia della situazione attuale, lo studio suggerisce la possibilità di adottare nuove strategie per il disequilibrio. Ad esempio, le tecniche di riabilitazione uditiva usate finora solo nelle persone con compromissione dell'udito, potrebbero avere un ruolo anche nel trattamento dell'instabilità posturale o meglio nel registrare in tempo reale le eventuali cadute e, di conseguenza, poter agire tempestivamente. E' per questo che investire su protesi acustiche dotate di nuove funzionalità potrebbe essere un'alternativa non solo da un punto di vista uditivo ma anche di salute e benessere generale. Ad oggi i portatori di protesi acustiche sono per lo più anziani, persone ormai poco autonome e con difficoltà motorie. Ed è per questo che fornire apparecchi acustici sempre più innovativi può rappresentare per loro una sicurezza. Integrare sensori di caduta che riescano ad inviare notifiche ad un familiare tramite APP su smartphone può essere un modo per aiutare e rassicurare anziani e i rispettivi parenti. Non solo, riducendo dispositivi indossabili (es: sensori a collare) e continuando a portare apparecchi acustici si potrà arrivare anche nei punti ciechi non coperti da videocamere a circuito chiuso ad esempio. Lo scopo di questa tesi è stato valutare ed analizzare sensori di caduta incorporati in protesi acustiche, capirne struttura, funzionamento e verificare se effettivamente possono avere uno sviluppo negli anni a seguire cercando di capire se possono dare beneficio o meno ed essere accettate e utili ad ipoacusici e ai rispettivi familiari. La sperimentazione è stata condotta su un campione (seppur limitato) di 43 soggetti, è stato sottoposto loro un questionario online al fine di evidenziare pro e contro dei possibili apparecchi acustici dotati dei suddetti sensori, controllando la reale utilità che può dare tale tecnologia.
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Altro
ipoacusia
apparecchio acustico
sensori
cadute
Marco paterni
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/461648
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