Guglielmo Bechi (1791-1852), architetto di origini toscane, per consuetudine di vita svolse prevalentemente nel sud Italia la sua attività accademica e professionale. Per oltre trent’anni l’architetto-archeologo, segretario del Real Istituto di Belle Arti, fu impegnato in una costante attività di studio nel sito di Pompei di cui, nel 1851, all’apice della sua carriera professionale, assunse la direzione. L’osservazione ravvicinata delle antichità diseppellite nel sito archeologico, ispirò profondamente la sua produzione professionale che risulta in sintonia con quella crescente voga decorativa ottocentesca neopompeiana, ampiamente diffusa in Europa, segnata da nuovi approcci nell’evocazione delle memorie vesuviane. Nei progetti decorativi da lui curati, l’ampia conoscenza della pittura murale pompeiana è palese sia quando ne fa un uso diretto e fedele, sia quando coscientemente devia dai modelli vesuviani inserendo elementi stilistici nuovi. Nel volume, suddiviso in tre capitoli, lo studio sul Bechi prende corpo attraverso la rilettura delle opere realizzate a Napoli per conto di aristocratici committenti, tra queste viene approfondito il caso di palazzo San Teodoro (1826-30), opera prima dell’architetto, che assunse un valore paradigmatico rispetto tutta la successiva produzione. Inoltre, nel volume, sulla basa di materiale documentario è iconografico si è inteso ricostruire il rapporto del Bechi con l’antico, il personale contributo alla diffusione nella prima metà dell’Ottocento del gusto neopompeiano in Campania, riconnettendo al contempo la figura dell’architetto ad una più ampia cultura europea.
Guglielmo Bechi a Napoli e il Palazzo San Teodoro. Storia, architettura, motivi decorativi e restauri.
Barbara Bertoli
2023
Abstract
Guglielmo Bechi (1791-1852), architetto di origini toscane, per consuetudine di vita svolse prevalentemente nel sud Italia la sua attività accademica e professionale. Per oltre trent’anni l’architetto-archeologo, segretario del Real Istituto di Belle Arti, fu impegnato in una costante attività di studio nel sito di Pompei di cui, nel 1851, all’apice della sua carriera professionale, assunse la direzione. L’osservazione ravvicinata delle antichità diseppellite nel sito archeologico, ispirò profondamente la sua produzione professionale che risulta in sintonia con quella crescente voga decorativa ottocentesca neopompeiana, ampiamente diffusa in Europa, segnata da nuovi approcci nell’evocazione delle memorie vesuviane. Nei progetti decorativi da lui curati, l’ampia conoscenza della pittura murale pompeiana è palese sia quando ne fa un uso diretto e fedele, sia quando coscientemente devia dai modelli vesuviani inserendo elementi stilistici nuovi. Nel volume, suddiviso in tre capitoli, lo studio sul Bechi prende corpo attraverso la rilettura delle opere realizzate a Napoli per conto di aristocratici committenti, tra queste viene approfondito il caso di palazzo San Teodoro (1826-30), opera prima dell’architetto, che assunse un valore paradigmatico rispetto tutta la successiva produzione. Inoltre, nel volume, sulla basa di materiale documentario è iconografico si è inteso ricostruire il rapporto del Bechi con l’antico, il personale contributo alla diffusione nella prima metà dell’Ottocento del gusto neopompeiano in Campania, riconnettendo al contempo la figura dell’architetto ad una più ampia cultura europea.| File | Dimensione | Formato | |
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