Per la prima volta l’Unità Formazione e Welfare nella costruzione del Piano triennale ha deciso di integrare l’analisi quantitativa della formazione erogata e del fabbisogno rilevato con lo studio del punto di vista di un gruppo di stakeholders su questi temi. Di conseguenza, questo Piano triennale, che si riferisce al 2019, contiene elementi di natura quantitativa e qualitativa. Nel 2019 sono stati realizzati 87 corsi, il 26% in più rispetto a quelli messi a disposizione nell’anno precedente; di questi, 50 sono stati programmati e messi in campo dall’Unità Formazione e Welfare, 37 eventi, invece, sono stati realizzati in collaborazione con altri attori. Complessivamente sono state messe a disposizione del personale del CNR 555 ore di formazione (pari a 51.110 ore fruite); la durata media di un evento formativo è stata di 6 ore. La formazione ha avuto un costo di 39.620,97 euro. Nel 2019 rispetto al 2018 sono diminuiti il costo della formazione pro capite (del 13,5%) e il costo orario (del 23,5%). Agli eventi formativi hanno partecipato 3.683 corsisti che hanno prodotto complessivamente 9.256 partecipazioni, un valore maggiore del 57% rispetto all’anno precedente. La costruzione del profilo del corsista “tipo” è un’informazione che ha particolare rilevanza per la progettazione, realizzazione e valutazione delle attività di formazione. Il profilo emerso è quello di una donna, che ha un’età compresa tra i 46 e i 55 anni, partecipa con obiettivi inerenti l’aggiornamento o l’affermazione professionale, nel 90% dei casi ha un contratto a tempo indeterminato e un profilo tecnico o amministrativo. Ai 51 corsi di formazione trasversale, con contenuti classificati in 10 aree, hanno partecipato 4.899 persone; mentre ai 36 corsi di formazione obbligatoria, inerenti temi ricondotti a 5 aree, hanno partecipato 4.357 persone. L’area che nel 2019 include il maggior numero di partecipazioni è quella Programmi Europei e sostegno alla ricerca (65% di tutte le partecipazioni alla formazione trasversale). Il 62% della formazione erogata (31.443 ore) è stata fruita via streaming; il 38% (19.140 ore), invece, è stata fruita in aula. Tecnici e amministrativi sono i principali fruitori della formazione in aula e via streaming. Tra i partecipanti la novità sono i ricercatori che, in un solo anno, passano dal 21% al 35% delle partecipazioni in aula e dal 12% al 30% in streaming. Rispetto al fabbisogno formativo, complessivamente, le strutture del CNR hanno espresso 3.855 esigenze formative, confermando un trend caratterizzato da una graduale diminuzione dei valori in esame. La SAC ha prodotto 285 richieste formative mentre i Dipartimenti ne hanno elaborate 3.570, pari rispettivamente al 7% ed al 93% di tutte le esigenze rilevate. Queste differenze si riducono moltissimo prendendo in esame il numero medio di esigenze pro capite: 0,48 per la SAC e 0,44 per i Dipartimenti. Il DSFTM è il Dipartimento che esprime il numero maggiore di esigenze formative (22%), il DSU è quello che ne esprime meno (7%). Gli amministrativi formulano mediamente il maggior numero di richieste pro capite (3,4), seguiti dai tecnologi (2,1 richieste pro capite), dai tecnici e dai ricercatori (con 1,7 richieste pro capite). Le finalità principali della formazione sono essenzialmente due finalità: Aggiornamento di competenze (52,2%) considerato rilevante soprattutto dai ricercatori e tecnici e Ampliamento di competenze (45,3%) privilegiato principalmente i tecnologi e gli amministrativi. Tra le modalità di formazione individuate, l’e-learning è la più richiesta (21,7%), seguita dal web seminar (20,6%) e dal corso in aula (20,5%). Le persone che operano nella Rete scientifica individuano un range più ampio di metodologie didattiche, anche innovative, rispetto a quelle della SAC che privilegiano la formazione in aula. I contenuti delle esigenze formative sono stati ricondotti a 6 macroaree: Gestionale (863 esigenze); Attività trasversali (860); Scientifiche (783); Supporto alla ricerca (505); Giuridica (430), Sicurezza (414). Ponendo a confronto le informazioni rilevate nel 2020 con quelle del 2019 emergono solo dei cambiamenti di modesta entità. La realizzazione dello studio esplorativo e qualitativo ha coinvolto un campione di convenienza, formato complessivamente da 17 persone che lavoravano nel CNR e che hanno partecipato alla realizzazione di 7 interviste e a 2 focus group. Secondo le persone intervistate la formazione è la risorsa più importante, sia nella promozione del cambiamento desiderato e pianificato nelle prassi lavorative, sia nel fronteggiare i mutamenti prodotti da cause esterne, prima fra tutte l’attuale pandemia in corso. In generale la formazione erogata si è mostrata adattiva al contesto di eccezionale gravità che il mondo intero si è trovato a fronteggiare; ha dato la possibilità, di ottimizzare e “dare un senso” al tempo trascorso in smart working anche per chi aveva difficoltà nello svolgere a casa le proprie mansioni. Secondo le persone intervistate “Per poter cambiare il gioco della squadra prima deve cambiare il punto di vista dell’allenatore”. Di conseguenza la formazione è centrale per lo sviluppo di nuove strategie di governance ideate dai vertici dell’Ente. Non tutti i profili professionali hanno le stesse esigenze formative, queste differiscono per i contenuti, per la metodologia o gli strumenti adottati dalla formazione, ma anche per le ricadute che questa ha o meno sullo sviluppo delle carriere dei diversi profili. Le diversità maggiori riguardano da un lato i ricercatori/tecnologi e dall’altro i tecnici e gli amministrativi a cui si rivolge in primo luogo la formazione trasversale erogata dall’Unità Formazione e Welfare. Le persone intervistate mettono in luce questa separazione, ma parlano anche di possibili soluzioni per superarla. La formazione è importante anche per il suo essere occasione di incontro e confronto tra i corsisti e i docenti e soprattutto tra pari. Partecipando ad un evento formativo si conoscono nuovi colleghi o si rafforzano relazioni e si possono creare comunità di pratica al cui interno i corsisti possono continuare ad approfondire le loro conoscenze e a confrontarsi. Indipendentemente dal contesto in cui avviene la formazione, questa viene percepita come una strategia per promuovere il benessere organizzativo perché ritenuta in grado di migliorare la qualità dell’ambiente di lavoro. In conclusione, è emerso che la Formazione ha una funzione fondamentale per il CNR, per non perdere il ruolo strategico che ha assunto nel corso degli anni dovrebbe continuare ad individuare nuovi obiettivi, valorizzando il coinvolgimento dei diversi stakeholder. Sicuramente l’introduzione di attività di ricerca – azione nella costruzione dei Piani della formazione possono essere adatte a questo scopo.
Piano Triennale della Formazione 2021-2023
Rissotto, A.
Primo
Relatore interno
2021
Abstract
Per la prima volta l’Unità Formazione e Welfare nella costruzione del Piano triennale ha deciso di integrare l’analisi quantitativa della formazione erogata e del fabbisogno rilevato con lo studio del punto di vista di un gruppo di stakeholders su questi temi. Di conseguenza, questo Piano triennale, che si riferisce al 2019, contiene elementi di natura quantitativa e qualitativa. Nel 2019 sono stati realizzati 87 corsi, il 26% in più rispetto a quelli messi a disposizione nell’anno precedente; di questi, 50 sono stati programmati e messi in campo dall’Unità Formazione e Welfare, 37 eventi, invece, sono stati realizzati in collaborazione con altri attori. Complessivamente sono state messe a disposizione del personale del CNR 555 ore di formazione (pari a 51.110 ore fruite); la durata media di un evento formativo è stata di 6 ore. La formazione ha avuto un costo di 39.620,97 euro. Nel 2019 rispetto al 2018 sono diminuiti il costo della formazione pro capite (del 13,5%) e il costo orario (del 23,5%). Agli eventi formativi hanno partecipato 3.683 corsisti che hanno prodotto complessivamente 9.256 partecipazioni, un valore maggiore del 57% rispetto all’anno precedente. La costruzione del profilo del corsista “tipo” è un’informazione che ha particolare rilevanza per la progettazione, realizzazione e valutazione delle attività di formazione. Il profilo emerso è quello di una donna, che ha un’età compresa tra i 46 e i 55 anni, partecipa con obiettivi inerenti l’aggiornamento o l’affermazione professionale, nel 90% dei casi ha un contratto a tempo indeterminato e un profilo tecnico o amministrativo. Ai 51 corsi di formazione trasversale, con contenuti classificati in 10 aree, hanno partecipato 4.899 persone; mentre ai 36 corsi di formazione obbligatoria, inerenti temi ricondotti a 5 aree, hanno partecipato 4.357 persone. L’area che nel 2019 include il maggior numero di partecipazioni è quella Programmi Europei e sostegno alla ricerca (65% di tutte le partecipazioni alla formazione trasversale). Il 62% della formazione erogata (31.443 ore) è stata fruita via streaming; il 38% (19.140 ore), invece, è stata fruita in aula. Tecnici e amministrativi sono i principali fruitori della formazione in aula e via streaming. Tra i partecipanti la novità sono i ricercatori che, in un solo anno, passano dal 21% al 35% delle partecipazioni in aula e dal 12% al 30% in streaming. Rispetto al fabbisogno formativo, complessivamente, le strutture del CNR hanno espresso 3.855 esigenze formative, confermando un trend caratterizzato da una graduale diminuzione dei valori in esame. La SAC ha prodotto 285 richieste formative mentre i Dipartimenti ne hanno elaborate 3.570, pari rispettivamente al 7% ed al 93% di tutte le esigenze rilevate. Queste differenze si riducono moltissimo prendendo in esame il numero medio di esigenze pro capite: 0,48 per la SAC e 0,44 per i Dipartimenti. Il DSFTM è il Dipartimento che esprime il numero maggiore di esigenze formative (22%), il DSU è quello che ne esprime meno (7%). Gli amministrativi formulano mediamente il maggior numero di richieste pro capite (3,4), seguiti dai tecnologi (2,1 richieste pro capite), dai tecnici e dai ricercatori (con 1,7 richieste pro capite). Le finalità principali della formazione sono essenzialmente due finalità: Aggiornamento di competenze (52,2%) considerato rilevante soprattutto dai ricercatori e tecnici e Ampliamento di competenze (45,3%) privilegiato principalmente i tecnologi e gli amministrativi. Tra le modalità di formazione individuate, l’e-learning è la più richiesta (21,7%), seguita dal web seminar (20,6%) e dal corso in aula (20,5%). Le persone che operano nella Rete scientifica individuano un range più ampio di metodologie didattiche, anche innovative, rispetto a quelle della SAC che privilegiano la formazione in aula. I contenuti delle esigenze formative sono stati ricondotti a 6 macroaree: Gestionale (863 esigenze); Attività trasversali (860); Scientifiche (783); Supporto alla ricerca (505); Giuridica (430), Sicurezza (414). Ponendo a confronto le informazioni rilevate nel 2020 con quelle del 2019 emergono solo dei cambiamenti di modesta entità. La realizzazione dello studio esplorativo e qualitativo ha coinvolto un campione di convenienza, formato complessivamente da 17 persone che lavoravano nel CNR e che hanno partecipato alla realizzazione di 7 interviste e a 2 focus group. Secondo le persone intervistate la formazione è la risorsa più importante, sia nella promozione del cambiamento desiderato e pianificato nelle prassi lavorative, sia nel fronteggiare i mutamenti prodotti da cause esterne, prima fra tutte l’attuale pandemia in corso. In generale la formazione erogata si è mostrata adattiva al contesto di eccezionale gravità che il mondo intero si è trovato a fronteggiare; ha dato la possibilità, di ottimizzare e “dare un senso” al tempo trascorso in smart working anche per chi aveva difficoltà nello svolgere a casa le proprie mansioni. Secondo le persone intervistate “Per poter cambiare il gioco della squadra prima deve cambiare il punto di vista dell’allenatore”. Di conseguenza la formazione è centrale per lo sviluppo di nuove strategie di governance ideate dai vertici dell’Ente. Non tutti i profili professionali hanno le stesse esigenze formative, queste differiscono per i contenuti, per la metodologia o gli strumenti adottati dalla formazione, ma anche per le ricadute che questa ha o meno sullo sviluppo delle carriere dei diversi profili. Le diversità maggiori riguardano da un lato i ricercatori/tecnologi e dall’altro i tecnici e gli amministrativi a cui si rivolge in primo luogo la formazione trasversale erogata dall’Unità Formazione e Welfare. Le persone intervistate mettono in luce questa separazione, ma parlano anche di possibili soluzioni per superarla. La formazione è importante anche per il suo essere occasione di incontro e confronto tra i corsisti e i docenti e soprattutto tra pari. Partecipando ad un evento formativo si conoscono nuovi colleghi o si rafforzano relazioni e si possono creare comunità di pratica al cui interno i corsisti possono continuare ad approfondire le loro conoscenze e a confrontarsi. Indipendentemente dal contesto in cui avviene la formazione, questa viene percepita come una strategia per promuovere il benessere organizzativo perché ritenuta in grado di migliorare la qualità dell’ambiente di lavoro. In conclusione, è emerso che la Formazione ha una funzione fondamentale per il CNR, per non perdere il ruolo strategico che ha assunto nel corso degli anni dovrebbe continuare ad individuare nuovi obiettivi, valorizzando il coinvolgimento dei diversi stakeholder. Sicuramente l’introduzione di attività di ricerca – azione nella costruzione dei Piani della formazione possono essere adatte a questo scopo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


