Il rapporto tecnico è frutto della rielaborazione, e dell’aggiornamento e approfondimento effettuati in itinere, di alcune delle attività di analisi di contesto e di studio condotte preliminarmente nel settore dei Beni e Patrimonio Culturale nell’ambito del Progetto Beni e patrimonio culturale: governare la progettazione (PON “Governance e capacità istituzionale, 2014-2020”), attività fondamentali, propedeutiche alla modellizzazione e alla progettazione vera e propria e finalizzate alla migliore definizione dei requisiti scientifico-culturali, metodologici, organizzativi e tecnico-funzionali. Il documento esamina il contesto politico-istituzionale, le principali linee di indirizzo programmatico e le più importanti strategie di comunicazione adottate a livello internazionale ed europeo riguardo alla governance per il Cultural Heritage, offrendone una lettura critica e disegnandone un quadro complessivo quanto più possibile esauriente. Per superare la frammentazione e le perduranti criticità che affliggono il settore, essa risulta orientata verso un modello partecipativo multilivello e multistakeholder e, più in generale, verso un approccio integrato e sistemico, in cui la diversità e il pluralismo culturali e creativi e il policentrismo dei territori tenta di coniugarsi all’unitarietà di una visione olistica e di un impianto strategico comuni. Vi si individuano chiaramente due tendenze precipue, riconducibili la prima all’UNESCO e alle Nazioni Unite, la seconda all’Unione Europea. La prima direttrice insiste sulla diversità culturale e linguistica, sul pluralismo culturale, sulla varietà delle identità e delle appartenenze – specialmente dei gruppi più isolati e minoritari – e sulla necessità della loro ostinata salvaguardia. Il secondo filone, derivato dal precedente ma sviluppatosi in una direzione sostanzialmente alternativa, punta sulla cultura e sul patrimonio culturale materiale e immateriale come asset essenziale per lo sviluppo economico e sociale, asset tanto più decisivo se combinato con l’abilità di cogliere al meglio le opportunità e le sfide della globalizzazione e dell’innovazione tecnologica. Prevalgono quindi la preoccupazione e l’impegno per la piena valorizzazione in senso economico del potenziale di innovazione della cultura e del patrimonio culturale. La dualità evidenziata fra le due prospettive concorrenti si viene progressivamente risolvendo in un terreno comune in cui le posizioni, dapprima piuttosto distanti, si sono incontrate e variamente innestate, in un processo di crescente ibridazione. Ci si muove cioè concordemente verso una sintesi unitaria nel segno dello sviluppo sostenibile, il solo traguardo capace di riannodare i fili di una trama complessa e variegata e di strutturare e regolare stabilmente la molteplicità di tutte le istanze, tanto dissimili e talora contraddittorie: una sorta di koiné fondata su tre nuclei ad un tempo teorici e pratici, sviluppo sostenibile, sinergie e partnership, comunicazione. Tre parole d’ordine che possono altresì costituire i motivi conduttori e i building blocks di una futura governance per i Beni e il Patrimonio Culturale, simultaneamente globale e locale
La governance per i beni e il patrimonio culturale nell’orizzonte internazionale ed europeo: la cornice politico-istituzionale, le linee programmatiche e le principali strategie di comunicazione e diffusione
Reggiani, Lisa
2020
Abstract
Il rapporto tecnico è frutto della rielaborazione, e dell’aggiornamento e approfondimento effettuati in itinere, di alcune delle attività di analisi di contesto e di studio condotte preliminarmente nel settore dei Beni e Patrimonio Culturale nell’ambito del Progetto Beni e patrimonio culturale: governare la progettazione (PON “Governance e capacità istituzionale, 2014-2020”), attività fondamentali, propedeutiche alla modellizzazione e alla progettazione vera e propria e finalizzate alla migliore definizione dei requisiti scientifico-culturali, metodologici, organizzativi e tecnico-funzionali. Il documento esamina il contesto politico-istituzionale, le principali linee di indirizzo programmatico e le più importanti strategie di comunicazione adottate a livello internazionale ed europeo riguardo alla governance per il Cultural Heritage, offrendone una lettura critica e disegnandone un quadro complessivo quanto più possibile esauriente. Per superare la frammentazione e le perduranti criticità che affliggono il settore, essa risulta orientata verso un modello partecipativo multilivello e multistakeholder e, più in generale, verso un approccio integrato e sistemico, in cui la diversità e il pluralismo culturali e creativi e il policentrismo dei territori tenta di coniugarsi all’unitarietà di una visione olistica e di un impianto strategico comuni. Vi si individuano chiaramente due tendenze precipue, riconducibili la prima all’UNESCO e alle Nazioni Unite, la seconda all’Unione Europea. La prima direttrice insiste sulla diversità culturale e linguistica, sul pluralismo culturale, sulla varietà delle identità e delle appartenenze – specialmente dei gruppi più isolati e minoritari – e sulla necessità della loro ostinata salvaguardia. Il secondo filone, derivato dal precedente ma sviluppatosi in una direzione sostanzialmente alternativa, punta sulla cultura e sul patrimonio culturale materiale e immateriale come asset essenziale per lo sviluppo economico e sociale, asset tanto più decisivo se combinato con l’abilità di cogliere al meglio le opportunità e le sfide della globalizzazione e dell’innovazione tecnologica. Prevalgono quindi la preoccupazione e l’impegno per la piena valorizzazione in senso economico del potenziale di innovazione della cultura e del patrimonio culturale. La dualità evidenziata fra le due prospettive concorrenti si viene progressivamente risolvendo in un terreno comune in cui le posizioni, dapprima piuttosto distanti, si sono incontrate e variamente innestate, in un processo di crescente ibridazione. Ci si muove cioè concordemente verso una sintesi unitaria nel segno dello sviluppo sostenibile, il solo traguardo capace di riannodare i fili di una trama complessa e variegata e di strutturare e regolare stabilmente la molteplicità di tutte le istanze, tanto dissimili e talora contraddittorie: una sorta di koiné fondata su tre nuclei ad un tempo teorici e pratici, sviluppo sostenibile, sinergie e partnership, comunicazione. Tre parole d’ordine che possono altresì costituire i motivi conduttori e i building blocks di una futura governance per i Beni e il Patrimonio Culturale, simultaneamente globale e localeI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


