Per ridurre il ritardo evitabile è determinante favorire il pronto riconoscimento dei sintomi di esordio dell’ictus attraverso campagne informative sulla popolazione ed il rapido raggiungimento del presidio ospedaliero più appropriato attraverso una efficiente organizzazione in rete del servizio di emergenza territoriale. Quindi in funzione dei criteri clinici e dei tempi di percorrenza può essere indicata una centralizzazione primaria nel centro che oltre alla trombolisi endovenosa effettua anche il trattamento endovascolare (modello mothership) oppure una centralizzazione secondaria dopo che è stata iniziata la trombolisi endovenosa in un centro accreditato solo per questa (modello drip and ship). È inoltre determinante ridurre il ritardo evitabile intraospedaliero garantendo la massima efficienza al processo diagnostico in pronto soccorso attraverso il preallertamento del gruppo multiprofessionale/multidisciplinare di professionisti con formazione specifica (Stroke Team) presente in ogni ospedale accreditato. Il percorso tempo-dipendente utilizzato per l’ictus ischemico risulta vantaggioso anche per i casi non sottoposti a trattamento trombolitico/endovascolare in quanto consente comunque un processo diagnostico e di presa in carico più tempestivo ed appropriato con una favorevole ricaduta sugli esiti e sui costi. In modo analogo ne trae vantaggio anche l’ictus emorragico che ha sintomi di esordio analoghi a quello ischemico e da cui si diversifica nel percorso solo dopo l’esecuzione della TC cranio. Ma gli esiti ed i costi dell’ictus dipendono anche dalla gestione della fase acuta ospedaliera che è raccomandata in aree specifiche di degenza (Stroke Unit/Stroke Area) con il coordinamento dello Stroke Team. Poiché l’ictus comprende un variegato case-mix di pazienti diversi per complessità assistenziale e con differenze nei tempi di stabilizzazione e nella prognosi in base alle caratteristiche eziopatogenetiche e cliniche, è possibile modulare i ricoveri in diverse tipologie di setting di degenza favorendo la flessibilità del sistema a condizione di garantire l’applicazione degli specifici protocolli diagnostico-terapeutici che caratterizzano e qualificano il modello organizzativo della Stroke Unit/Stroke Area. Infatti la diagnosi precoce, favorita dalla 6 RTD anche per i casi che restano esclusi dal trattamento, costituisce il volano che insieme alle competenze specifiche dello Stroke Team può favorire un altrettanto precoce ed appropriato programma di continuità assistenziale individualizzato con conseguente contenimento delle giornate di degenza (media 7/8 giorni) e dei costi. Con tale turnover si stima che circa 50 posti letto/milione di abitanti sia sufficiente ad accogliere tutti casi di ictus acuto incidenti in Toscana. Durante la fase di degenza ha particolare rilevanza la precoce presa in carico riabilitativa con l’attivazione di percorsi mirati al corretto reinserimento domiciliare e sociale del paziente. La reale efficacia di tutti processi che si sono susseguiti nell’intero percorso assistenziale è valutata dagli esiti funzionali dell’ictus dopo tre mesi dal suo esordio che sono espressi attraverso la modified Rankin Scale (mRS).

Linee di indirizzo regionali per le Reti Cliniche Tempo-Dipendenti Rete Ictus

Marzia Baldereschi
Co-primo
;
Michele Emdin;
2021

Abstract

Per ridurre il ritardo evitabile è determinante favorire il pronto riconoscimento dei sintomi di esordio dell’ictus attraverso campagne informative sulla popolazione ed il rapido raggiungimento del presidio ospedaliero più appropriato attraverso una efficiente organizzazione in rete del servizio di emergenza territoriale. Quindi in funzione dei criteri clinici e dei tempi di percorrenza può essere indicata una centralizzazione primaria nel centro che oltre alla trombolisi endovenosa effettua anche il trattamento endovascolare (modello mothership) oppure una centralizzazione secondaria dopo che è stata iniziata la trombolisi endovenosa in un centro accreditato solo per questa (modello drip and ship). È inoltre determinante ridurre il ritardo evitabile intraospedaliero garantendo la massima efficienza al processo diagnostico in pronto soccorso attraverso il preallertamento del gruppo multiprofessionale/multidisciplinare di professionisti con formazione specifica (Stroke Team) presente in ogni ospedale accreditato. Il percorso tempo-dipendente utilizzato per l’ictus ischemico risulta vantaggioso anche per i casi non sottoposti a trattamento trombolitico/endovascolare in quanto consente comunque un processo diagnostico e di presa in carico più tempestivo ed appropriato con una favorevole ricaduta sugli esiti e sui costi. In modo analogo ne trae vantaggio anche l’ictus emorragico che ha sintomi di esordio analoghi a quello ischemico e da cui si diversifica nel percorso solo dopo l’esecuzione della TC cranio. Ma gli esiti ed i costi dell’ictus dipendono anche dalla gestione della fase acuta ospedaliera che è raccomandata in aree specifiche di degenza (Stroke Unit/Stroke Area) con il coordinamento dello Stroke Team. Poiché l’ictus comprende un variegato case-mix di pazienti diversi per complessità assistenziale e con differenze nei tempi di stabilizzazione e nella prognosi in base alle caratteristiche eziopatogenetiche e cliniche, è possibile modulare i ricoveri in diverse tipologie di setting di degenza favorendo la flessibilità del sistema a condizione di garantire l’applicazione degli specifici protocolli diagnostico-terapeutici che caratterizzano e qualificano il modello organizzativo della Stroke Unit/Stroke Area. Infatti la diagnosi precoce, favorita dalla 6 RTD anche per i casi che restano esclusi dal trattamento, costituisce il volano che insieme alle competenze specifiche dello Stroke Team può favorire un altrettanto precoce ed appropriato programma di continuità assistenziale individualizzato con conseguente contenimento delle giornate di degenza (media 7/8 giorni) e dei costi. Con tale turnover si stima che circa 50 posti letto/milione di abitanti sia sufficiente ad accogliere tutti casi di ictus acuto incidenti in Toscana. Durante la fase di degenza ha particolare rilevanza la precoce presa in carico riabilitativa con l’attivazione di percorsi mirati al corretto reinserimento domiciliare e sociale del paziente. La reale efficacia di tutti processi che si sono susseguiti nell’intero percorso assistenziale è valutata dagli esiti funzionali dell’ictus dopo tre mesi dal suo esordio che sono espressi attraverso la modified Rankin Scale (mRS).
2021
Istituto di Neuroscienze - IN -
Rete tempo-dipendente ictus
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/524718
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